Montecarlo, due morti e case distrutte: battaglia legale per i risarcimenti dopo l’esplosione
I vicini chiedono il sequestro dei beni degli eredi della coppia deceduta
MONTECARLO. È l’ora delle cause civili dopo i lutti. Azioni legali per ottenere il risarcimento dei danni subìti dopo la tragedia in cui persero la vita due persone.
Una fuga di gas fece saltare un appartamento provocando la morte istantanea di un pensionato e dopo nove giorni di agonia anche quella della moglie. Ad andare distrutta non fu solo la residenza della coppia. Nella casa colonica ristrutturata altri appartamenti si trasformarono in macerie. Ora tre proprietari chiedono di sequestrare i beni del presunto erede del pensionato, ma per due volte il Tribunale ha respinto la richiesta.
L’ordinanza del collegio del Tribunale di Pisa (presidente ed estensore Giuseppe Laghezza) ribadisce il no al sequestro conservativo verso una persona che nel groviglio di successioni e parentele si era dichiarato erede della persona a carico della quale, per i tre proprietari, va imputata la responsabilità dell’esplosione fatale.
A perdere la vita per primo il 15 aprile 2023 nella casa in via Traversa di Marginone fu Luciano Lazzerini, 69 anni, di Pisa, già impiegato in un negozio di elettrodomestici nella città di origine. Il 24 aprile nel centro grande ustionati di Cisanello se ne andò anche la moglie, Francesca Donatini, 70 anni, nata a San Salvatore di Montecarlo, ex dipendente in pensione di una ditta di confezioni della zona. Dopo essersi sposata a Fucecchio nel 1995, la coppia, senza figli, era andata a vivere a Montecarlo. Una vita serena tra gite, vacanze e il piacere di stare insieme da pensionati.
La cronaca recente racconta lo sviluppo giudiziario della vicenda. Tre proprietari delle case distrutte dall’esplosione mortale hanno chiesto il sequestro dei beni dopo che l’erede aveva messo in vendita una casa ereditata.
Un passo formale che il Tribunale sostiene fondarsi «sull’asserita responsabilità del defunto di cui l’odierno reclamato sarebbe erede, per i danni consistiti nella distruzione degli appartamenti di proprietà dei ricorrenti in Montecarlo».
L’eredità di Lazzerini «non si è mai devoluta al suo parente in linea collaterale di quarto grado, bensì alla di lui moglie essendogli quest’ultima sopravvissuta ancorché per soli nove giorni, e, dopo il decesso della stessa, ai di lei eredi (tra i quali, peraltro, non è annoverabile il parente chiamato in causa in quanto non legato alla donna da vincoli di parentela», ndr) – ancora la sentenza –. Il che rende ab origine privi di effetti gli atti di accettazione dell’eredità del (parente, ndr) de cuius posti in essere dall’odierno resistente, in quanto compiuti da soggetto che non ha mai rivestito la qualità di chiamato a detta eredità e non avente, quindi, la facoltà di accettarla». E, quindi, «difettando il presupposto (l’essere, cioè l’erede chiamato a rispondere dei danni derivati dall’illecito civile che gli odierni istanti assumono essere ascrivibile a quest’ultimo) sul quale si fonda il ricorso per sequestro conservativo presentato dai tre, il reclamo in questione debba essere disatteso».
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