Alba e Pierpaolo sposi, un sogno di felicità e poesia a Lucignana
Le promesse di matrimonio in versi, scritti l’uno per l’altra
LUCIGNANA. Alba come Cenerentola. Perché “i sogni son desideri di felicità” e non hanno età: li insegui, li accantoni, li rimuovi, li lasci andare, ma alla fine tornano. E con una dolcezza prepotente si materializzano, diventano reali e si fanno storia. Quella d’amore, tra la poetessa fiorentina Alba Donati e lo scrittore pugliese Pierpaolo Orlando, nata dieci anni fa per un casuale incontro politico, e che domenica mattina ha trovato il suo coronamento con il matrimonio celebrato a Lucignana, il paese natale di Alba, assurto alle cronache internazionali dopo l’apertura della Libreria sopra la Penna.
Avvolta in un vaporoso vestito avorio, domenica alle 11, 30, sulle note della canzone “È per te” di Jovanotti, Alba ha fatto fa il suo ingresso nella chiesa di Santo Stefano, addobbata a festa con mazzi di rose aranciate e convolvoli. Il sorriso incantato e lo sguardo innamorato, proprio come una principessa delle favole, a testimoniare che. .. sì, “i sogni son desideri di felicità” e talvolta si avverano. Quando meno te lo aspetti, quando magari non ci pensi più, quando la tua vita sembra aver preso tutta un’altra strada. Ecco lì, proprio su quella strada, c’è un principe acquattato dietro l’angolo che aspetta te.
E ieri Pierpaolo, in completo blu, camicia e panciotto bianco, l’ha attesa sorridente e un po’ emozionato all’altare, insieme ai testimoni e alle testimoni e alla “premiata ditta” formata da don Giuseppe e padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato a Monte, che hanno concelebrato il rito nuziale.
La cerimonia
Cerimonia che si è aperta con i ringraziamenti agli sposi da parte di don Giuseppe: «Sono i tre i grazie che vi devo dire – ha esordito – uno per il bene che vi volete; un altro per aver scelto di stabilirvi a Lucignana a cui avete ridato vita con la libreria; il terzo per aver deciso di consacrare il vostro amore davanti a Dio, decisione che non è più così scontata». Quindi le letture scelte dagli sposi: un passaggio dal Cantico dei Cantici – “Una voce: il mio diletto. Il mio diletto è per me ed io per lui” – e il Salmo 44, prima dell’intensa omelia di padre Bernardo: «Il vostro essere qui è una meraviglia e restituisce speranza ad un’umanità ferita, che non ha più sale a disposizione, non ha più luce. Oggi c’è un drammatico bisogno di poesia, di poeti e di poetesse». Poi cita Carlo Betocchi, caro ad Alba: «Colui che scrive versi deve averli patiti, sofferti, scavati, limati, resi frecce ardenti, perché ferendoci, ci si riscopra ancora una volta capaci di versare del sangue. Non siamo tutti senza sapore, senza vitalità, senza energia. Abbiamo ancora un residuo che, forse scomodato dalla bellezza tagliente di una parola restituita a se stessa, ci fa essere semplicemente più umani». Ha ricordato l’infanzia padre Bernardo, ed in particolare quella di Alba quando a dieci anni coltivava il sogno di sposarsi. Ha ricordato il paese di Lucignana in festa che si è stretto intorno agli sposi: i cancelli, le pietre intercalate da fiocchi di tulle, un borgo che fiorisce di gioia, che assiste allo sbocciare di una primavera, che si eleva al cielo. E poi l’augurio finale: «Trasformare la luce in una cometa che lascia la scia e che restituisca bellezza alle nostre vite, alle nostre città, alla stessa Firenze». Parole toccanti, profonde, che lasciano il segno nei cuori e che anticipano il momento clou: la promessa e poi lo scambio delle fedi.
Lo scambio delle poesie
Alba e Pierpaolo, da artigiani della parola quali sono, hanno raccolto l’invito e hanno regalato ai presenti le due poesie, che reciprocamente si sono scritti in questo loro tratto decennale di vita insieme: “Prima quando non c’eri”, che fa parte della raccolta “Tu, paesaggio dell’infanzia” (scritta da Alba Donati nel 2018) e “Ad Alba” scritta da Pierpaolo in replica e che fa parte della raccolta “Per ogni nome una poesia”. Applausi, baci e felicità. Le note dell’organo, che suonano l’Alleluja di Leonardo Cohen, hanno accompagnato il momento dell’Eucarestia: momento di accoglienza e richiamo, come ha sottolineato don Giuseppe, che poi ha concluso la cerimonia con la consegna di un cipressetto intagliato nel legno: «Il cipresso ci ricorda la Toscana, e quindi la casa. La nostra casa». Una casa per una nuova famiglia. Un paese per una festa. Gli amici, tanti. Scrittori, poeti, editori, traduttori, giornalisti e non solo: da Vivien Lamarque a Margherita Loy, da Ilide Carmignani a Stefano Dal Bianco, da Fulvio Paloscia ad Andrea Cristofori, da Isabella Di Nolfo a Massimo Marsili. La figlia di Alba, Laura e la nipote Vania. Tutti stretti intorno alla coppia per un brindisi sulla terrazza della canonica, davanti ad un paesaggio baciato dal sole settembrino. Poi la festa a Vado di Camaiore, a Villa La Bianca – ex casa Garboli – tra le cui mura ancora si respira l’essenza della cultura.