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La battaglia

Finì in coma dopo il vaccino Astrazeneca per il Covid: denuncia ma per il giudice servono altre indagini

di Pietro Barghigiani

	Irene Cervelli, 44 anni, finì in coma dopo il vaccino per il Covid
Irene Cervelli, 44 anni, finì in coma dopo il vaccino per il Covid

L’odissea di Irene Cervelli, lucchese: «Ho perso l’uso di un occhio, metà corpo paralizzato». Il malore nel 2021 a nove giorni dalla somministrazione in un “Open Day”

12 febbraio 2024
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LUCCA Quando era finita in coma venne sommersa di insulti no vax su Facebook. Quel mix di gogna e fango partorito dai social aveva deriso e offeso una donna a un passo dalla morte. Era il giugno 2021. Quella donna si è salvata, ma con un disabilità al 100%.

Si chiama Irene Cervelli, 44 anni, di Capannori, e la sua vita ha avuto un prima e un dopo con una data a segnare il perimetro di un’esistenza stravolta. Il 26 maggio 2021 fu vaccinata contro il Covid in occasione di un “Open Day”. Dopo nove giorni il malore. La sua odissea è stata raccontata nell’ultima puntata di Report su Rai3. Lei ha potuto farlo in prima persona mostrando i postumi di un’invalidità permanente. Per altri hanno parlato i familiari. Chi avrebbe dovuto farlo non aveva più voce. Rubricati al capitolo decessi improvvisi. Il legame con il vaccino (in questo caso specifico AstraZeneca) è la battaglia che da anni viene portata avanti senza risultati. Contattata dal Tirreno la società ritiene di non commentare.

Il giorno del vaccino

«Sono arrivata all’Open Day e mi hanno dato il numero 47 su 50 – racconta Irene – . Ho avuto complicazioni che mi hanno cambiato la vita. La paralisi completa della parte sinistra e la cecità totale dell’occhio destro. Ho un danno anche a quello sano, il sinistro, che mi impedisce la visione laterale». E ancora: «Mi consegnarono il modulo da firmare, ma non la nota integrativa. Nessuno mi disse che c’era un foglio aggiuntivo. Quello che chiedo è che si faccia chiarezza su come gestivano gli “Open Day”, con quali criteri di fasce di età e di accesso».

Le cure

In coma a Cisanello per tre mesi, cinque interventi, una lunga riabilitazione all’ospedale Versilia. È sopravvissuta, ma il conto è un vissuto devastato. Cammina con una stampella, non può guidare. Le rimane una gioia e lo stimolo per alimentare una vita sociale che non la confini nell’isolamento, anticamera della depressione: è volontaria nei reparti di oncologia pediatrica.

La denuncia

Uscita viva dalle trincee degli ospedali, Irene Cervelli nel gennaio 2022 decise di chiedere giustizia per quello che aveva affrontato. L’esposto presentato dai legali Federico Corti e Giovanni Mandoli era contro ignoti. Dopo la richiesta di archiviazione della Procura, a cui gli avvocati si sono opposti, il gip ha disposto ulteriori accertamenti e rimandato gli atti al magistrato titolare del fascicolo. Spiega l’avvocato Corti: «Nessuno mette in dubbio che la nostra cliente ha avuto una Vitt (trombocitopenia immune trombotica indotta da vaccino, ndr) . Questo è pacifico». La denuncia non è stata presentata contro AstraZeneca, anche se Cervelli aveva ricevuto il vaccino della casa farmaceutica. In quel periodo i contratti con Big Pharma prevedevano l’esclusione di responsabilità civili e penali a carico delle società. In termine tecnico era quello della manleva, essere esonerati dalle conseguenze del vaccino. In piena pandemia c’era la necessità di fare presto da parte dei governi. E i produttori di vaccini si erano così tutelati.

Il ragionamento degli avvocati a sostegno della denuncia riguarda il nesso causale tra somministrazione del vaccino e trombosi. Aggiunge il legale Mandoli: «Se si prende la massività della vaccinazione le reazioni avverse possono sembrare irrisorie. Ma se si prendono le fasce di età da 18 a 45 anni tra le donne le reazioni aumentano». Il dato all’epoca era di 1 decesso ogni 100mila vaccinati che per la fascia di età sottolineata dai legali si alzava a 4 ogni 100mila persone: 1 ogni 25mila. «È un aspetto che abbiamo ribadito nella nostra opposizione alla richiesta di archiviazione, ora la Procura deve disporre nuovi accertamenti» conclude Mandoli. 

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