Il Tirreno

Lucca

Feltrinelli apre a Lucca, il direttore: «Saremo un polo culturale»

di Pietro Barghigiani
Feltrinelli apre a Lucca, il direttore: «Saremo un polo culturale»<br type="_moz" />

Aspettative e strategie della libreria. Oltre alla sezione dei libri ci sarà anche un set per girare video a uso dei booktoker

30 novembre 2023
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 LUCCA. Non solo libri. Quello che viene inaugurato oggi 30 novembre alle 18 in via Beccheria si propone come un luogo di cultura aperto alla comunità lucchese in uno scambio di saperi e conoscenze. L’undicesima libreria in Toscana targata Feltrinelli si presenta alla città con un ospite di richiamo, il regista premio Oscar Gabriele Salvatores accompagnato da una serie di autori invitati dalla casa editrice con uno sguardo a quelli del territorio. Versilia in testa con Giampaolo Simi, Dario Ferrari tra i nomi che filtrano. Nel fondo dai trascorsi commerciali infausti (franchising di cliniche dentali travolto dai debiti, ndr) tra piazza San Michele e piazza Napoleone, la Feltrinelli ha trovato la sua casa. Qualche numero: una superficie di 300 mq, 20mila titoli, sette assunzioni, compresa quella del direttore. Si chiama Giovanni Melosi, 35 anni, di Livorno.

Direttore perché proprio Lucca?

«Lucca era un’assenza che si faceva sentire da tempo. La volontà risale nel tempo, ma poi ci vuole l’opportunità per concretizzarla. Per Feltrinelli è stato un anno non solo di consolidamento, ma anche di nuove apertura, in particolare in Toscana. C’è stata la possibilità per Lucca e siamo arrivati al matrimonio. Diciamo che vi abbiamo fatto aspettare un po’».

La scelta del fondo è strategica.

«La sede è in una posizione perfetta. Abbiamo già percepito tanta curiosità con i passanti che provano a sbirciare all’interno. C’è fermento in giro e anche noi, come squadra, siamo carichi».

Quanti siete?

«Siamo in sette, me compreso. Giovani della zona che conoscono bene la città. Volevamo una quadra che avesse radici sul territorio e che entrasse in sintonia con quelli che saranno i nostri visitatori».

La Feltrinelli ha aperto la sua prima libreria nel 1957 a Pisa. Vi ispirerete a quel modello anche a Lucca?

«Sì, certo. Vogliamo essere un luogo attivo nell’offrire e nel ricevere. Venerdì, per dire, saremo a una presentazione a Palazzo ducale. L’obiettivo è quello di un polo culturale e non solo un semplice negozio. Vogliamo che sia qualcosa di vivo in cui condividere spazi ed esperienze come il Covid ci ha fatto riscoprire. La libreria come qualcosa di vivo in un dialogo continuo e in una forma osmotica con quello che ci circonda».

Andare oltre i libri, ma come?

«La proposta sarà trasversale. Dalla presentazione classica con autori e iniziative promozionali a quello che ormai da tempo è il fenomeno dei booktoker (influencer o creator che dà consigli di lettura e acquisto, ndr) . I ragazzi di oggi, quelli della generazione Z, leggono molto di più di quanto leggessi io alla loro età. Abbiamo allestito una zona dedicata al booktoker e ai content creator. Una sorta di set con una grande lampada e le copertine dei libri a fare da sfondo dove poter girare video e poi caricarli sui loro profili e condividerli».

Davide contro Golia, tema annoso sulla concorrenza anche nel settore editoriale. L’arrivo del colosso Feltrinelli fagociterà le piccole librerie?

«Il tema è delicato e si può comprendere il punto di vista di chi teme effetti negativi. Senza fare retorica dico che il nostro arrivo è anche un’opportunità per fare meglio. Pensiamo a quello che ha fatto e sta facendo Amazon anche nei confronti delle grandi case editrici. Se Lucca è così vivace a livello cultuale è anche per merito delle altre librerie e al loro buon lavoro. Speriamo di collaborare. Di cultura non ce ne è mai abbastanza».l


 

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