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Sul tetto dell’America Latina: nuova impresa di Andrea Lanfri

di Michele Masotti
Sul tetto dell’America Latina: nuova impresa di Andrea Lanfri

L’alpinista pluriamputato raggiunge i 6.960 metri dell’Aconcagua

25 gennaio 2023
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CAPANNORI. Nell’agosto 2020 il Monte Bianco, nel 2022 l’Everest e il Kilimangiaro. Domenica l’Aconcagua, con i suoi 6.960 metri il tetto del Sud America. Andrea Lanfri ha aggiunto una nuova straordinaria bandierina al suo progetto My7summits, che prevede il raggiungimento delle sette vette più alte del mondo, compiendo in due giorni la salita di quella montagna, ribattezzata in lingua quechua “sentinella di pietra”.

Quest’impresa, compiuta in solitaria, ha permesso al 36enne capannorese di diventare il primo pluri-amputato a raggiungere le maggiori cime di Europa, Asia, Africa e America latina. Un traguardo conseguito domenica in concomitanza con una data importante nella vita dell’atleta paralimpico. Il 21 gennaio 2015, infatti, Lanfri venne ricoverato all’ospedale San Luca per una meningite fulminante con sepsi meningococcica. Esattamente otto anni dopo, 11.710 chilometri più a sud (tanti sono quelli che separano Lucca dalla provincia argentina di Mendoza) l’alpinista di Pieve di Compito ha iniziato la fase di ascesa, partendo dal campo base. «Il 16 gennaio avevo provato a compiere un primo tentativo, ma per il troppo vento non ero riuscito a proseguire – afferma Andrea Lanfri – fortunatamente le condizioni meteorologiche del weekend dal 20 al 22 gennaio mi hanno permesso di predisporre un nuovo piano di azione. È stato toccante incamminarmi verso il campo 2, proprio in quella data che ha cambiato la mia vita. Avendo portato in precedenza molto materiale, sono riuscito a salire con un buon passo. Alle 3 del giorno seguente (domenica 22 ndr) sono ripartito. Porterò sempre con me il ricordo di quelle ore di cammino in solitudine, intervallate dal bagliore dei frontalini di altri alpinisti che salivano dal campo 3 verso la vetta, prima di toccare la croce sulla vetta dell’Aconcagua».

In 14 ore, tra andata e ritorno dal campo due fino al punto più alto dell’America Latina, Lanfri ha percorso 1600 metri di salita attiva. Sebbene in Italia avesse già scalato in solitaria qualche montagna, per l’alpinista di Pieve di Compito la spedizione argentina rappresentava pure una sfida con sé stesso: «Quando affronti un viaggio di questo genere da solo, sei consapevole delle difficoltà alle quali vai incontro. Primo tra tutto il fattore climatico. Appena arrivato a Mendoza, dove si trova l’Aconcagua, sono stato accolto da una fitta nevicata. Ho impiegato quei giorni d’attesa per portare il materiale ai campi 1 e 2. Anche sul piano logistico, non avendo alcun tipo di supporto, non è stato agevole effettuare certi spostamenti, tenendo a mente quanti chilometri dovevo percorrere. Sono stato attento a dosare le mie forze; il rischio era quello di strafare. La meningite mi ha dato la voglia di andare avanti, anzi in alto».

Atteso in Italia per gli inizi di febbraio, l’alpinista capannorese dovrà scegliere quale seconda cima scalare nei restanti mesi del 2023. Se per cause legate alla guerra russa-ucraina non ci fosse la possibilità di affrontare quella sfida chiamata Elbrus (punto più alto della catena caucasica), Lanfri potrebbe fare tappa in Australia per confrontarsi con il Puncak Java o il Monte Kosciuszko. Previste invece per il 2024, le scalate di Denali (America settentrionale) e Monte Vison (Antartide), ultimi due tasselli del mosaico di My7summits.


 

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