Cronaca
La dottoressa che studia i comportamenti della città
di FLAVIA PICCINNI
Presidente della Società medico-chirurgica, parla del declino del sociale E fra qualche giorno analizzerà il rapporto fra i giovani e la pornografia
08 ottobre 2017
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Lucca è densa di storie che rimangono sottotraccia, e che riaffiorano quando uno meno se lo aspetta. Lucca è una citta di medicina, non solo di chiese e di bellezze. Dal 1826 qui ha sede la Società Medico Chirurgica Lucchese, nata come Accademia Medico-Chirurgica “di cui faranno parte tutti i Medici e i Chirurghi domiciliati in Lucca” durante il ducato di Carlo Lodovico di Borbone, Infante di Spagna. Per decenni la Società ha vissuto fasi alterne, mantenendo sempre ben saldo l’obiettivo primario: creare una rete forte nella città, coinvolgendo sempre più enti e professionisti nelle iniziative che promuove.
La presidentessa dal 2010 è Daniela Melchiorre, una donna sorridente, con i capelli scuri, che ha vissuto in varie parti d’Italia: le scuole elementari nel Lazio, le scuole medie ed il ginnasio in Campania, gli studi superiori in Toscana. E poi la laurea in Medicina e Chirurgia, le due specializzazioni in reumatologia e biochimica e chimica clinica a Pisa, il dottorato di ricerca e il ruolo di ricercatore universitario a Firenze.
Melchiorre a Lucca ha trovato il suo punto d’osservazione privilegiato, e ne parla con sorprendente schiettezza: «Viviamo in una regione tra le più virtuose, per cui il livello minimo di assistenza non solo è garantito, ma anche sostenuto. La situazione in generale però non è comunque soddisfacente, forse a causa della mancanza di una rete tra i professionisti, e alle difficoltà che i cittadini trovano nel reperire strutture adatte alle loro necessità, come capita per le situazioni oncologiche, che necessitano di una guida attenta e anche premurosa per evitare disagi a chi già di per sé sta affrontando una realtà complessa. Un problema sono senza dubbio le strutture private: pur trovandoci nella Toscana delle cooperative, non riescono a lavorare come potrebbero. Lucca ha diverse strutture accreditate dal servizio sanitario, ma c’è una tale disparità nei finanziamenti da rendere talvolta imbarazzante il quadro. Poi c’è la povertà, che purtroppo è in aumento e che mette in condizione le persone di non ricorrere alle cure. Abbiamo dimenticato il ruolo sociale del nostro sistema sanitario nazionale che ora, in pratica e purtroppo, non esiste più».
Anche in una città come la nostra, secondo Melchiorre, il fenomeno assume aspetti preoccupanti. Molto preoccupanti. «Nella nostra citta – continua - gli anziani e la cronicità rappresentano un’emergenza. Un malato cronico oggi affronta costi importanti per curarsi e per farsi curare. La violenza sulle donne è un’emergenza in continua espansione. Il codice rosa fa molto e anche le associazioni di volontariato che lavorano in questo campo si assumono tante responsabilità. Ma credo che ciascuno vorrebbe fare di più. Anche la presenza degli immigrati rappresenta un’emergenza soprattutto dal punto di vista sociale. Si sono palesati sentimenti di intolleranza dovuti al fatto che i cittadini si sentono in pericolo. L’anima litigiosa della città, che è venuta fuori anche con le polemiche relative al concerto dei Rolling Stones, le arreca danno sempre».
Esiste poi un’anima un poco più nascosta, quella dei giovani, che Melchiorre affronterà il 20 e il 21 ottobre all’Auditorium Fondazione Banca del Monte in un convegno ambizioso: “Giovani e pornografia – Gli effetti devianti sull’eros giovanile”. Un convegno che ben si inserisce in un periodo caratterizzato da due giornate dedicate dall’Onu ai diritti delle bambine e delle ragazze (11 ottobre) e ai diritti dei minori del mondo (20 novembre), e che prova a fare luce su alcuni dati inquietanti, come quelli di un recente studio dell’Università di Bologna secondo cui il 95,5 % dei ragazzi fra i 12 e i 15 anni frequenta siti porno.
«Il primo effetto deviante della pornografia sui giovani – spiega Melchiorre - è rappresentato dal bisogno che hanno i ragazzi di emulare ciò che viene visto ritenendolo reale. Spesso i ragazzi, lasciati soli di fronte ad alcuni siti, pensano che ciò che vedono sia vero e lo vogliono sperimentare procurandosi anche lesioni fisiche gravi. Può poi accadere che si percepiscano fisicamente e prestazionalmente inferiori rispetto ai modelli che vedono nel materiale pornografico, senza considerare la percezione distorta dell’atto sessuale come mero scambio fisico e non come profondo e rispettoso scambio affettivo». Lucca – che si crede baluardo di valori e di buoni pensieri – non scappa dalla media nazionale. «Uno dei problemi principali che coinvolgono i giovani a Lucca – precisa Melchiorre -, è il passare il tempo con gli amici bevendo. L’offerta di punti di aggregazione giovanile oggi è rappresentata dai locali dove si può bere ed i ragazzi non rinunciano a quella sensazione di sballo che gli viene offerta così facilmente. La situazione nelle scuole del territorio è molto variabile. Dove c’è il coraggio di imporre regole importanti e dove il controllo è presente i ragazzi studiano e cercano di interessarsi alle proposte offerte. Anche se oggi, più di ieri, il giovane studente esprime ciò che ha appreso o non ha appreso in famiglia. Questo profilo lo porterà con sé lungo tutto il percorso scolastico a meno che non incontri insegnanti in grado di conquistarlo. Superfluo dire che, anche a Lucca, questo sia sempre più raro».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
La presidentessa dal 2010 è Daniela Melchiorre, una donna sorridente, con i capelli scuri, che ha vissuto in varie parti d’Italia: le scuole elementari nel Lazio, le scuole medie ed il ginnasio in Campania, gli studi superiori in Toscana. E poi la laurea in Medicina e Chirurgia, le due specializzazioni in reumatologia e biochimica e chimica clinica a Pisa, il dottorato di ricerca e il ruolo di ricercatore universitario a Firenze.
Melchiorre a Lucca ha trovato il suo punto d’osservazione privilegiato, e ne parla con sorprendente schiettezza: «Viviamo in una regione tra le più virtuose, per cui il livello minimo di assistenza non solo è garantito, ma anche sostenuto. La situazione in generale però non è comunque soddisfacente, forse a causa della mancanza di una rete tra i professionisti, e alle difficoltà che i cittadini trovano nel reperire strutture adatte alle loro necessità, come capita per le situazioni oncologiche, che necessitano di una guida attenta e anche premurosa per evitare disagi a chi già di per sé sta affrontando una realtà complessa. Un problema sono senza dubbio le strutture private: pur trovandoci nella Toscana delle cooperative, non riescono a lavorare come potrebbero. Lucca ha diverse strutture accreditate dal servizio sanitario, ma c’è una tale disparità nei finanziamenti da rendere talvolta imbarazzante il quadro. Poi c’è la povertà, che purtroppo è in aumento e che mette in condizione le persone di non ricorrere alle cure. Abbiamo dimenticato il ruolo sociale del nostro sistema sanitario nazionale che ora, in pratica e purtroppo, non esiste più».
Anche in una città come la nostra, secondo Melchiorre, il fenomeno assume aspetti preoccupanti. Molto preoccupanti. «Nella nostra citta – continua - gli anziani e la cronicità rappresentano un’emergenza. Un malato cronico oggi affronta costi importanti per curarsi e per farsi curare. La violenza sulle donne è un’emergenza in continua espansione. Il codice rosa fa molto e anche le associazioni di volontariato che lavorano in questo campo si assumono tante responsabilità. Ma credo che ciascuno vorrebbe fare di più. Anche la presenza degli immigrati rappresenta un’emergenza soprattutto dal punto di vista sociale. Si sono palesati sentimenti di intolleranza dovuti al fatto che i cittadini si sentono in pericolo. L’anima litigiosa della città, che è venuta fuori anche con le polemiche relative al concerto dei Rolling Stones, le arreca danno sempre».
Esiste poi un’anima un poco più nascosta, quella dei giovani, che Melchiorre affronterà il 20 e il 21 ottobre all’Auditorium Fondazione Banca del Monte in un convegno ambizioso: “Giovani e pornografia – Gli effetti devianti sull’eros giovanile”. Un convegno che ben si inserisce in un periodo caratterizzato da due giornate dedicate dall’Onu ai diritti delle bambine e delle ragazze (11 ottobre) e ai diritti dei minori del mondo (20 novembre), e che prova a fare luce su alcuni dati inquietanti, come quelli di un recente studio dell’Università di Bologna secondo cui il 95,5 % dei ragazzi fra i 12 e i 15 anni frequenta siti porno.
«Il primo effetto deviante della pornografia sui giovani – spiega Melchiorre - è rappresentato dal bisogno che hanno i ragazzi di emulare ciò che viene visto ritenendolo reale. Spesso i ragazzi, lasciati soli di fronte ad alcuni siti, pensano che ciò che vedono sia vero e lo vogliono sperimentare procurandosi anche lesioni fisiche gravi. Può poi accadere che si percepiscano fisicamente e prestazionalmente inferiori rispetto ai modelli che vedono nel materiale pornografico, senza considerare la percezione distorta dell’atto sessuale come mero scambio fisico e non come profondo e rispettoso scambio affettivo». Lucca – che si crede baluardo di valori e di buoni pensieri – non scappa dalla media nazionale. «Uno dei problemi principali che coinvolgono i giovani a Lucca – precisa Melchiorre -, è il passare il tempo con gli amici bevendo. L’offerta di punti di aggregazione giovanile oggi è rappresentata dai locali dove si può bere ed i ragazzi non rinunciano a quella sensazione di sballo che gli viene offerta così facilmente. La situazione nelle scuole del territorio è molto variabile. Dove c’è il coraggio di imporre regole importanti e dove il controllo è presente i ragazzi studiano e cercano di interessarsi alle proposte offerte. Anche se oggi, più di ieri, il giovane studente esprime ciò che ha appreso o non ha appreso in famiglia. Questo profilo lo porterà con sé lungo tutto il percorso scolastico a meno che non incontri insegnanti in grado di conquistarlo. Superfluo dire che, anche a Lucca, questo sia sempre più raro».
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