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Tripla di Saccaggi sulla sirena, 2.500 cuori amaranto in delirio: la Libertas fa cinquina

di Giulio Corsi
Tripla di Saccaggi sulla sirena, 2.500 cuori amaranto in delirio: la Libertas fa cinquina

Gli amaranto battono Avellino: quinta vittoria consecutiva e secondo posto Fantoni e Fratto decisivi nel finale, poi arriva il siluro dello specialista

25 marzo 2024
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LIVORNO Due secondi alla sirena di una domenica che pareva stregata e che la Libertas era riuscita a complicare con le sue mani. Miha Vasl, il talentuoso play sloveno arrivato l’anno scorso in Italia con la maglia di Nardò e poi della Fortitudo, ha appena firmato il canestro del sorpasso che può valere il blitz di Avellino, con una magia in penetrazione sullo scadere dei 24” che ha spento d’un tratto la bolgia ardenzina. Il suo urlo di rabbia e liberazione sotto la curva nord è una pugnalata al cuore alle speranze dei 2.500 sui gradoni del PalaMacchia, mentre il tabellone dice 59-60. Andreazza opta per la rimessa in attacco e chiama time out. In piedi, con la sopramaglia, Andrea Saccaggi ascolta le dritte del coach. Si porta la mano alla bocca, si morde le dita. Vorrebbe essere in campo, ma non c’è. Dà una pacca di incoraggiamento ad Amos Ricci, si risiede, il volto teso, quasi in fondo alla panchina.

Rimessa sotto la tribuna lato mare, nel silenzio religioso del catino di via Allende: Williams serve Tozzi che viene anticipato da Carenza, la palla schizza di nuovo a lato. È passato appena un decimo. Nuovo time out Libertas. Stavolta il condottiero amaranto cambia tutto: spedisce dentro Saccaggi, lo specialista, al posto di Williams, e Buca al posto di Tozzi. Dal centro dell’area partono Sacca e Ricci, sfruttando il blocco all’altezza del post alto di Dorin: Bargnesi vede Saccaggi libero, che ha bruciato sul tempo Burini. Lo serve. Un palleggio, forse due, mentre il cronometro sta per scoccare il the end: Sacca ha Chinellato e Burini addosso, trova il varco nella selva di braccia e di corpi che gli si pongono di fronte, fa partire il suo siluro mentre 2.500 cuori battono all’unisono. La parabola è altissima, il pallone è telecomandato. Ciuff. Canestro. 62-60 sulla sirena. Vittoria. Meravigliosa vittoria. Esplode il delirio, una festa di popolo, gli abbracci, la liberazione dall’incubo, la paura spazzata via. Il secondo posto ancora lì, mentre la PL aveva appena espugnato Piombino e la Fabo vinto il derby termale, alla faccia dei gufi, di chi dava in discesa le azioni amaranto, di chi era già pronto a intonare il De Profundis alla doppia L nella corsa al primato. E invece questa squadra è viva, lotta, ha mille risorse e nessuna intenzione di mollare di un centimetro, nonostante l’assenza di Lucarelli, nonostante le favorite siano altre, nonostante non stia vivendo il suo miglior momento tecnico e fisico della stagione. E vista l’esperienza dell’anno scorso, quando gli amaranto a marzovolavano, meglio così...

“Ho vinto il giorno che ho scelto te”, è il motto rilanciato ieri da uno striscione degli Sbandati, e mai una frase potrebbe abbinarsi meglio alla storia libertassina, all’orgoglio di questa maglia, ai brividi che questa Libertas, anche in una giornata così così sa regalare.

È una vittoria che vale doppio. Perché c’è anche il riscatto di un giocatore che a 35 anni, con tutti i problemi fisici che ha dovuto affrontare, ha fatto sbocciare la sua ennesima primavera: l’anno scorso di questi tempi (era il 16 aprile) Saccaggi spaccava la partita di Piombino con otto triple tra cui quella della vittoria sulla sirena del supplementare. Ieri di triple ne ha messa una sola, ma dal valore immenso. E basta e avanza per spiegare il motivo per cui averlo tenuto stretto, spostandolo nel ruolo di specialista da quello di “americano” a cui inizialmente staff e società speravano di destinarlo, è stata la mossa giusta. Non solo per la vittoria di ieri, ma anche per ciò che a livello di fiducia potrà valere quel canestro nel rush finale.

La partita contro Avellino è stata un piccolo inferno, con tanti flashback della sconfitta in finale di Coppa Italia contro Montecatini: la Libertas ha faticato tantissimo a trovare il canestro, a creare tiri buoni in area, soffrendo la difesa fisica, mani addosso sempre, di Avellino, che ha alzato un muro in area con la stazza di Bortolin e Chinellato, rendendola veramente no fly zone.

E pensare che quando al 14’ Francesco Fratto aveva infilato il canestro del 33-17 con una tripla da casa sua, per dirla con la voce amaranto Matteo Bernardo, il pomeriggio sembrava destinato ad una scampagnata, ancor più perché un minuto dopo arrivava il terzo fallo di Bortolin. E invece Avellino dal meno 16 ha iniziato a rosicchiare lo svantaggio, ha ritrovato fiducia, ha iniziato a difendere e la Libertas ha smesso di segnare: negli ultimi sei minuti del secondo quarto ha trovato un solo canestro su azione con Williams (sulla sirena, 39-32), poi dopo l’intervallo è stata 5 minuti a secco subendo un parziale di 11-0 fino alla tripla di Ricci del 43-42, unico canestro su azione del terzo tempino. Ma ha continuato a difendere, ha usato tanto e bene la zona ed è rimasta attaccata ad Avellino con l’esperienza di Fantoni (autore del 59-58) e Fratto fino al canestro di Saccaggi. l


 

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