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Livorno, caso Palumbo: un comunicato senza logica e senza rispetto

di Alessandro Bernini

	Gianni Palumbo
Gianni Palumbo

Il team manager è in lacrime da mercoledì pomeriggio e non meritava di uscire di scena in questo modo

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Ecco il colpevole, ecco l’untore. Il comunicato dell’Us Livorno di ieri pomeriggio è davvero un autogol clamoroso. Ci verrebbe da dire molto peggio, ma evitiamo. Esciua aveva fatto un bel gesto a comunicare che ai tifosi presenti a Gavorrano sarebbero stati restituiti i soldi. Ottimo davvero. Ma meno di 24 ore dopo ecco un comunicato pessimo sia nella sostanza che nella forma.

Partiamo dalla sostanza. Si accettano le dimissioni di Gianni Palumbo, come a dire “ecco chi è stato a non accorgersi della squalifica di Bassini”. Fateci capire: in una società come il Livorno, doveva essere Palumbo, un pensionato di 78 anni, uno che va al campo e passa 12 ore al giorno al servizio della squadra per 3-400 euro al mese, a rendersi conto della squalifica di Bassini in Coppa Italia? Ma dove esiste? Su, siamo seri...

Poi c’è la forma, che in questo caso è quasi peggio della sostanza. Il comunicato è come dare in pasto alla folla il colpevole, lavandosi le mani. Si è sbagliato due volte.

La prima: le dimissioni di Palumbo andavano respinte proprio perché l’errore è aver affidato a lui quel compito.

La seconda: se proprio Palumbo voleva farsi da parte a ogni costo, si procedeva in silenzio, dando un abbraccio a un uomo che da anni è innamorato della maglia, non con un comunicato della serie “L’abbiamo preso, eccovi il killer”. La mancanza di rispetto verso Palumbo è evidente. E ci dispiace tanto per Gianni, persona squisita che al Livorno vuole bene come a un figlio. È in lacrime da mercoledì pomeriggio e non meritava di uscire di scena in questo modo.
 

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