Moby Prince, Bernabè (Eni) in commissione d'inchiesta: «L'Agip Abruzzo posizionata correttamente»
Il manager, amministratore delegato dell'azienda di Stato nel 1992, ha parlato a Roma: «La ragione per cui si è cercato di accelerare la definizione, anche di tipo assicurativo, è che non si voleva in nessun modo che il nome della nostra nave continuasse a girare»
LIVORNO. «Questa vicenda è stata interamente gestita dal consiglio di amministrazione di Snam, che si è riunito una prima volta pochi giorni dopo la tragedia per un’illustrazione, da parte del presidente ai consiglieri, in cui si dava conto della dinamica dell’evento così come visto da Snam e così come era emerso nella riflessione presente in Eni allora».
Lo ha affermato Franco Bernabè, amministratore delegato di Eni nel 1992, ascoltato davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sul Moby Prince, il più grande disastro della marineria italiana dal Dopoguerra ad oggi, aggiungendo che «la versione che venne data dal presidente di Snam ai consiglieri indicava chiaramente quale era la posizione di Snam e cioè che Agip Abruzzo era posizionata correttamente all’interno del porto, che la responsabilità era interamente del Moby Prince che era andata a impattare sull’Agip Abruzzo e che il personale di mare di Agip Abruzzo si era prodigato per spegnere l’incendio». Bernabè, nella mattinata di mercoledì 17 dicembre, ha ricordato che la vicenda del Moby Prince «è stato un episodio drammatico nella vita italiana per il numero di persone coinvolte e le vite perse» (140 ndr) ma «ha toccato Eni come entità giuridica in modo marginale perché la gestione di tutta la vicenda è avvenuta tramite la Snam».
«La vicenda di Agip Abruzzo – ha poi osservato – ha segnato profondamente anche dal punto di vista strategico i comportamenti della Snam. Certamente nella direzione trasporti marittimi della Snam analisi e accertamenti sono stati fatti, io dubito che non esista una documentazione storica». «La ragione per cui si è cercato di accelerare la definizione, anche di tipo assicurativo del problema, è che non si voleva in nessun modo che il nome di Agip Abruzzo continuasse a girare», ha poi concluso.
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