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Livorno e il suo Teatro Lazzeri, la discendente Stefania «Io giocavo tra quelle poltroncine»
Foto e curiosità della famiglia pioniera di film w show in città: suo nonno tra i fondatori e suo babbo Corrado tra gli ultimi a portarlo avanti
LIVORNO «Io sono nata nel palazzo di via Buontalenti, accanto alla Torretta, al primo piano: avevamo una terrazza in muratura che sovrastava il teatro che aveva l’ ingresso principale in via Grande. Mio nonno Luigi Lazzeri è tra i fondatori insieme ai fratelli Corrado, Muzio e Oreste, non l’ ho mai conosciuto, ovviamente era all’inaugurazione del teatro nel 1923». Quanti ricordi tornano alla mente di Stefania Lazzeri, classe ’49, discendente di quella numerosa famiglia livornese che dette vita ad uno dei gioielli culturali più antichi della città, il cinema teatro Lazzeri. Una famiglia col dna tra bobine, film e la voglia di innovare che a Livorno ha fatto - con altre dinastie - la storia del settore. Una discendenza in cui i nomi, come accadeva nelle famiglie importanti di un tempo, si ripetevano: suo padre era Corrado Lazzeri (aveva l’ufficio dietro la sala d’aspetto del Teatro), nato nel 1921.
Lui aveva tre fratelli, Luigia, Oreste e Giovanna Lazzeri. Ieri, oggi: i parenti sono tanti in questa importante dinastia a cui si deve questo gioiello tardo liberty. Stefania prova a ricostruire. Non è facile. Ovviamente nel cuore la mamma Leda Suggi che negli anni ’70 aprì il negozio di calzature in corso Amedeo che portava il suo nome e Stefania lavorava con lei: nel 2007 chiuse. Parla col fratello Pier Luigi. Con cugini e parenti. Ci sono Ombretta, Mauro, Ennio, Susanna, Bruno, Fabio, Lanciotto e altri. Le famiglie si intrecciano: ci sono parentele coi Gragnani, legami coi Marinari della Gran Guardia. È la bellezza della storia.
Spettacolo, pellicole, futuro pre e post bellico. Stefania Lazzeri ricorda bene che la sua mamma fino al 1979 abitava ancora nella casa attigua al Teatro Lazzeri. «Babbo di nascosto durante lo sfollamento, durante i bombardamenti, prendeva bobine di film dal cinema per proiettarli a Casciana Alta dove erano sfollati, in cambio di qualcosa per mangiare». Frammenti, memoria. Racconti che si tramandano.
«Andava tutto bene – va avanti – mio padre e nonno erano soci con i Gragnani, uno dei quali aveva sposato una sorella di mio nonno. Nonno Luigi prima di morire, con alcuni fratelli decisero di creare un Teatro per l’ avanspettacolo e iniziarono a progettare la Gran Guardia».
Si riavvolge il filo. «Si fece avanti come socio Marinari per seguire i lavori: poi una volta inaugurato qualcosa accadde, i rapporti si incrinarono, fu l’inizio di una lunga causa. I Lazzeri sciolsero la società rimanendo solo col Teatro Lazzeri». Poi nonno Luigi morì nel 1942, i figli che presero altre strade. Babbo Corrado Lazzeri tenne duro. «A condurre il teatro rimasero in pochi, tra cui mio padre, i fratelli e alcuni cugini: far quadrare i conti non era facile, da quella attività dovevano uscire anche i soldi legati alla causa in corso coi Marinari: negli anni ’60 prima fu dato in gestione e poi venduto. Mio padre rinunciò alla causa nel 1966 dopo aver aperto la sala biliardo in via Sansoni per avere la licenza di bar, lato piazza Cavour. Era il mitico Folletto». Era il 1969: Stefania Lazzeri se lo ricorda bene.
«Babbo Corrado dopo che gli zii avevano intrapreso altre strade, decise di vendere tutto e aprì a mia madre il negozio di scarpe Leda». Poi ci fu la parentesi a luci rosse: una società rilevo il Lazzeri quando fu ceduto. Stefania Lazzeri è molto contenta del progetto dell’istituto Mascagni: «Non avevo apprezzato la fase delle librerie, semplicemente perché il dna era un altro. Ma un percorso musicale, una università della musica, far rivivere il teatro così mi rende felice. Mi sono immaginata io da bimbetta coi miei fratelli (purtroppo il mio gemello Stefano è morto): i pomeriggi scorrazzavamo tra quelle poltroncine quando vi erano le prove delle compagnie musicali».
Lazzeri chiude: «Io e mio fratello ci siamo ricordati che negli anni ’70, dopo la morte di babbo, fummo liquidati da una vendita di azioni di questa società».l
