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Collesalvetti, via i veleni dalla pista dei bimbi: 600mila euro per la bonifica da metalli e idrocarburi

di Flavio Lombardi

	Le strutture fieristiche incendiate recentemente da vandali
Le strutture fieristiche incendiate recentemente da vandali

Al via martedì i lavori alla “Mancini” chiusa da anni per la presenza di inquinanti. Patto tra Comune, Coni e Federazione: diventerà una scuola di ciclismo

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COLLESALVETTI. La pista ciclabile intitolata alla memoria di Ivo Mancini, corridore vicarellese che nel ‘35 vinse il campionato del mondo dilettanti in Belgio, è pronta a tornare. Ma per gradi. Perché prima c’è da provvedere alla bonifica su sei isole ben individuate dai sondaggi resi evidenti tre anni fa dove fu rilevata presenza di idrocarburi e metalli e che sarà espletata dalla associazione temporanea di imprese composta dalla Teseco e Granchi attraverso un quadro economico di 600mila euro interamente a carico del comune di Collesalvetti.

Un’opera che prevede oltre alla bonifica ambientale dell’area, la rimozione delle strutture all’interno del perimetro, pesantemente danneggiate già a luglio da azione di vandali e andate a fuoco poi a inizio ottobre, probabilmente con responsabilità da attribuire alla medesima matrice. Ieri mattina, proprio sul posto, la firma dell’affidamento lavori che cominceranno martedì, una sobria cerimonia alla quale hanno partecipato fra gli altri per il Comune di Collesalvetti, la sindaca Sara Paoli e la giunta tutta, composta dagli assessori Mila Giommetti, Vanessa Carli, Jacopo Susini, Daniele Rossi e Giovanni Biasci. Tra gli intervenuti, in rappresentanza della Pro Loco “Vivere insieme ” Stagno, Giuseppe Cintio, e poi Luca Menichetti, Presidente del Comitato Regionale Toscana della Federazione Ciclistica Italiana, Giovanni Giannone, delegato provinciale Coni, Alessio Freschi, presidente provinciale Fci. Mezzi e operai specializzati impiegati per un arco di tempo che si stima in 150 giorni lavorativi (si dovrebbe concludere quindi per fine maggio ‘26 condizioni meteo permettendo), a conclusione di un iter che parte da lontano per restituire al ciclismo un impianto dove si allenavano bimbi dai 6 ai 12 anni delle società livornesi, rimasti dall’era-Covid senza più un punto di riferimento. Una delle cause della forte contrazione in città di ragazzini dediti a questo sport, tanto da arrivare oggi ai minimi storici.

L’iter

Il lavoro che ha condotto a questo primo ed importante risultato, è partito quattro anni e mezzo fa. Con il 12 agosto 2021 e l’approvazione del piano di caratterizzazione, fondamentale per ricostruire i fenomeni di contaminazione e dare le informazioni utili per sapere cosa, dove e come bonificare. Un salto fino al 20 aprile ‘23, quando finalmente arrivò l’approvazione dell’analisi di rischio del sito con la quale si sono potuti definire gli obiettivi dell’intervento. Col 21 settembre dello stesso anno, l’affidamento dell’incarico alla ditta Ambiente per la redazione del progetto di bonifica. Finalmente, l’8 aprile scorso, l’inizio la dirittura d’arrivo: l’approvazione del progetto esecutivo da parte del comune, dopo aver raccolto i pareri necessari da Regione e Arpat.

Obiettivo

E la prima cittadina ha espresso tutta la propria soddisfazione: «Era doveroso pensare di restituire al nostro territorio un impianto sportivo alla cui realizzazione partecipò tra l’altro anche il Comune di Livorno. Abbiamo fatto un lungo cammino burocratico e messo a bilancio un intervento necessario. La strada da fare è ancora molta, ma arriveremo fino in fondo». C’è tanto da fare, anche se appare evidente che la vegetazione spontanea cresciuta a dismisura per l’incuria, possa essere sgombrata in breve tempo. Ma per chi ha ricordi di gare ed allenamenti, lo stato di abbandono che si nota, produce un colpo al cuore. Si parte il 9, si è detto, alla fine di un percorso che ha visto Marco Raspolli, esperto della Ambiente Spa di Massa, società che ha condotto le indagini, fra i maggiori protagonisti. Ha confermato anche ieri, cosa disse già in passato sui materiali ritrovati.

I motivi della chiusura

L’ufficio Oleodotti di Eni rilevò il superamento delle concentrazioni soglie di contaminazione durante uno scavo per la manutenzione dell’oleodotto in via Berlinguer all’interno dell’area della pista ciclistica. Da allora, tutta l’area fu chiusa. I campioni di suolo, sottosuolo e acque sotterranee evidenziarono riporti di mattoni, cemento, piastrelle, asfalto di epoche passate, uniti a scorie di metalli e idrocarburi. E, poi Ipa, pure loro della famiglia degli idrocarburi, oltre i limiti.

Il futuro

Si parla dell’impianto che potrà essere, una volta bonificata la zona e reso possibile un bando riservato a una società che avrà requisiti per averlo assegnato. Una strada da percorrere per una Scuola di ciclismo moderna, con spogliatoi per maschi e femmine, magazzino e infermeria. E poi, adeguamenti di un percorso esistente per i più piccini che si sviluppa su 700 metri, e quelli invece più importanti che interessano la variante del ponte, con la quale si allunga il circuito di altri 300 metri rendendolo omologabile anche per gare della categoria Esordienti (13-14 anni).

Il Comune ha già accordi con Fci e Coni per un confronto utile a fare le modifiche necessarie per restituire questa pista (che già era fra le poche esistenti in Toscana) con i massimi parametri di sicurezza. La progettazione sarà valutata preventivamente dalle commissioni Coni-Fci in modo che le omologazioni arrivino senza obiezioni. La volontà collaborativa del comune è stata apprezzata dal presidente regionale della Federciclismo, così come da parte di Giannone per il Coni. Lavorare in parallelo e in simbiosi, è la maniera per ottenere il top del risultato senza sprechi di tempo e denaro.

I tempi

Con maggio, massimo giugno, si chiuderà la fase necessaria della bonifica e si potrà pensare alla sistemazione delle parti più ammalorate di asfalto, fortunatamente non estese. Potrebbero a quel punto, forse tornare ad allenarsi le squadre che fanno attività con i bimbi, in attesa di elaborare il bando per assegnare la pista e pensare a fare le strutture che occorrono per avere lo status di scuola ciclismo. Possibile pensare si vada a gennaio ‘27. Con un’idea di spesa abbastanza chiara: spogliatoi, magazzino e infermeria, se possibile attraverso un finanziamento di Sport e Salute e Fci. Altrimenti, il comune dovrà individuare risorse ((e non sarà facile) per realizzarle da solo.

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