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Authority, il presidente Davide Gariglio lancia gli stati generali delle opere: «Darsena Europa centrale»

di Juna Goti

	Davide Gariglio
Davide Gariglio

«Subito confronto con istituzioni e operatori per rivedere insieme le priorità». Congelato il bando da 10 milioni per riaprire tutto il canale della Bellana

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Da buon piemontese ha preso casa vicino al mare. Perché come direbbero in molti dalle sue parti: «A Torino c’è tutto, manca quello». «Guardi si sta benissimo a Livorno», dice mentre si siede nel suo ufficio al primo piano di Palazzo Rosciano, con vista sui canali della Venezia e sul grande pannello che fotografa le banchine dall’alto. Ora è ufficiale che Davide Gariglio resterà in città, al timone dell’Autorità portuale, almeno per i prossimi quattro anni: ci era arrivato da commissario l’11 giugno scorso, ma ci sono voluti mesi prima che la politica romana riuscisse a mettersi d’accordo e che al ministero fosse perfezionata (due giorni fa) la nomina sua e di un nutrito gruppo di presidenti di altrettante Authority italiane.

Allora partiamo da una grana per arrivare a una notizia: proprio a ridosso dell’investitura ufficiale, l’Autorità portuale ha deciso di ritirare il bando milionario già pubblicato per completare un’opera che è attesa da anni nelle aree-cerniera tra lo scalo e la città, ovvero l’ultimo tratto del canale della Bellana, in mezzo a Porta a Mare.

Il motivo? In sostanza si vuole rivedere il calendario delle opere portuali insieme a istituzioni e operatori economici, per mettere a fuoco le priorità. Così Gariglio, come primo passo da presidente, lancia gli «stati generali» del porto, con l’intenzione di aprire il confronto già da dicembre.

La gara ritirata

Il Tirreno lo aveva annunciato il 30 settembre: sulla piattaforma Start della Regione, l’Autorità di sistema aveva pubblicato la “procedura aperta per l’affidamento dei lavori per il completamento del canale della Bellana, lotto 2”. In ballo 10milioni e 600mila euro, previsti tre anni di lavori in un tratto chiave del lungomare, proprio all’inizio del viale Italia, accanto ai capannoni di Azimut Benetti. In pratica c’è da completare il canale che attraversa Porta a Mare: era scritto negli accordi firmati nel 2008 tra tutti i soggetti coinvolti nella trasformazione dell’ex Cantiere; il primo tratto, partendo dagli scali Novi Lena, fu inaugurato dall’Authority ormai dieci anni fa, nel 2015. A settembre sembrava arrivata la volta buona per completare il secondo, anche perché intanto i costi sono lievitati e l’acqua sotto al nuovo complesso ristagna.

La procedura pubblica avrebbe dovuto chiudersi il 10 novembre, ma sì, «abbiamo ritirato il bando in modo che non arrivassero offerte», risponde Gariglio al Tirreno. Per quanti anni i lavori resteranno ammezzati? E perché?

Per capire il motivo di questa decisione serve fare un passo indietro fino alla presentazione dell’ultimo bilancio di previsione all’organismo di partenariato. Con alcune premesse. La prima: «Noi gli accordi che abbiamo sottoscritto negli anni non li mettiamo in discussione, quindi nessun colpo di mano sulla Bellana, ci siamo fermati un attimo perché ci è stato proposto un confronto sulle opere portuali prioritarie e lo faremo». La seconda: il canale «fa parte dell’accordo di programma del 2008 che prevedeva che molti soggetti completassero una serie di opere, alcune fatte altre no», «noi abbiamo speso più di 40 milioni» nell’area e «adesso ci stiamo occupando del banchinamento davanti a quello che chiamate muro del pianto», primo tassello del porto turistico di Benetti e D-Marin, «è chiaro che quest’opera non può essere rinviata di un anno perché è legata a un progetto che cambia il volto della città».

Darsena Europa e Piombino

Tornando all’ultimo bilancio di previsione dell’Autorità portuale, allegato c’è il piano triennale delle opere pubbliche. Nel 2026 ci sono quelle che devono partire entro un anno e che per legge devono avere una copertura totale. Poi arriva l’elenco di quelle che si ha intenzione di mettere in piedi, che sulla carta valgono fino a 228 milioni nel 2027 e più di cento nel 2028. «Con il cluster portuale – spiega Gariglio – abbiamo parlato di queste opere. Se noi riusciamo in media a finanziare 20 milioni di euro in un anno con i nostri ricavi, non è che l’anno dopo abbiamo i soldi per fare undici volte tanto. E poi non si tiene di conto di alcune opere che secondo me sono prioritarie, a cominciare dal completamento della Darsena Europa». «Se nel 2030 – evidenzia – si completano i lavori avviati (in tutto 555milioni di euro, ndr), non ci sono i soldi per consolidare la seconda vasca di colmata. E per far partire l’opera, bisogna far atterrare la FiPiLi e far arrivare la ferrovia. Tutto questo quanto costa? Non lo sappiamo perché non abbiamo ancora i progetti, a spanne 130-150 milioni». Insomma, «se la Darsena Europa è il progetto strategico di Livorno, non possiamo non porci il problema che la parte più vicina all’ingresso non è collegata». Poi Piombino: «La cosa più importante è completare il porto nuovo, fare le banchine dove ci sono le scogliere, costa 150 milioni».

I soldi da trovare

«Per queste cose – è schietto il neopresidente – non ci sono i soldi. Ne ho parlato al cluster portuale livornese, che ha fatto presente che anche la resecazione della calata Tripoli è un’opera prioritaria per consentire alle navi più grandi di entrare in Darsena Toscana».

«Confrontiamoci sulle priorità»

Quindi? «In sabaudo potrei risponderle in modo un po’ più formale: facciamo un confronto, eccetera eccetera. Invece le dico: facciamo gli stati generali del porto, con le istituzioni, gli enti locali, i soggetti economici. Analizziamo le opere pubbliche che sono in corso e quelle necessarie, quelle che sono nel piano triennale e che quelle che andrebbero inserite. Spieghiamo le difficoltà che ci sono, i costi, ragioniamo sui benefici: alcune possono essere anche meno utili ma sono previste da accordi firmati, altre invece non sono vincolate. Poi sarà l’Autorità portuale a decidere, ma ci confrontiamo con il cluster portuale e con la comunità toscana per capire quali priorità dare. Perché anche domani ci arrivassero milioni dallo Stato o dalla Regione, non potremmo far partire tutto in contemporanea».

L’alleanza pubblico-privato

Che non ci sono risorse per fare tutto e subito – né soldi né abbastanza mani per seguire i progetti – il presidente lo ripete più volte: quindi, dice, «dobbiamo creare una grande alleanza per i porti della Toscana, chiederemo anche aiuto per questo, non è detto che tutte le risorse debbano essere pubbliche, l’obiettivo è valorizzare al massimo le potenzialità del porto nel minor tempo possibile». I tempi per mettere in piedi gli stati generali? «Pensavo già a dicembre, se non ci riusciamo a gennaio. Fate presente che i nostri tecnici sono impegnati su tutti i cantieri del Pnrr. Solo il cold ironing, che non si vede ma va avanti (l’elettrificazione delle banchine, ndr), vale 55 milioni di euro: entro il 2026 i lavori saranno completati».

Msc, Grimaldi e il nuovo comitato

Il primo esempio di opera da completare con l’intervento del privato è proprio la Darsena Europa. A oggi l’Autorità portuale non ha ancora ricevuto l’istanza annunciata mesi fa da Msc, interessata a gestirla in partnership con il gruppo Neri e con Lorenzini. È plausibile che il colosso guidato da Gianluigi Aponte aspettasse di avere come interlocutori i nuovi vertici ufficiali di Palazzo Rosciano, e il presidente è stato appena nominato.

I primi passi chiave che dovrà muovere ora Gariglio perché Palazzo Rosciano non si ingessi sono il varo del comitato di gestione (con nomi che rappresentano dal Comune alla Regione) e la scelta del segretario generale.

Ma nel frattempo, da commissario, cosa ha risposto a Tdt, quindi a Grimaldi, che nell’aprile scorso ha chiesto una rimodulazione della sua concessione, in modo da gestire metà Darsena Europa appena saranno pronti i primi piazzali? «Prima che scadesse il termine – riferisce – ho risposto a Tdt che appena avremo il comitato di gestione affronteremo la questione, perché l’affidamento della Darsena Europa è una scelta strategica per la città e non può essere Gariglio da solo a decidere». 

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