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Scontro GimFive-GreenTheory dopo la vendita delle palestre: «I vecchi clienti devono entrare»

L'interno della palestra ormai ex GimFive di via Magnozzi, a San Marco (Livorno)
L'interno della palestra ormai ex GimFive di via Magnozzi, a San Marco (Livorno)

Lo scrive la catena emiliana facendo riferimento alla vendita alla start-up apuana. Ma il presidente, Stefano Gambaccini, non vuole dichiarare nulla. Resta il nodo dei contratti, proposti agli iscritti, che non vengono mostrati

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LIVORNO. «GimFive comunica che, secondo gli accordi, non deve essere impedito l’accesso a chi ha un diritto acquisito». Poche parole quelle a firma dell’amministratore della catena emiliana del fitness, il cui nome non viene nemmeno reso noto, che attraverso l’avvocato pisano Andrea Di Giuliomaria interviene per precisare come starebbero le cose (visto che nessun documento di fatto ancora lo dimostra) a seguito della vendita delle palestre umbre e toscane (due a Livorno, in via Magnozzi e a Marilia, una a Fornacette e l’altra a Grosseto) alla start-up apuana GreenTheory, che da lunedì 20 ottobre ha preso il controllo dei centri sostenendo il contrario, con GimFive che invece ritiene di aver tutelato gli abbonati e averli inclusi nella cessione.

Le nuove proposte

Da giorni, infatti, la nuova società riconducibile all’imprenditore carrarese Alessandro Olivieri, che da anni apre palestre su palestre, sta offrendo ai vecchi clienti che fino a pochi giorni prima avevano sottoscritto abbonamenti anche biennali con GimFive vari piani, di fatto non prevedendo la possibilità di potersi allenare con i contratti sottoscritti con la catena emiliana e portando le persone a pagare due volte. La prima opzione è l’acquisto di un abbonamento di dieci mesi a 199 euro: a questo verrebbe sommato gratis (in ogni caso, sebbene all’altra azienda, i clienti lo hanno già pagato) il periodo di validità con GimFive, di cui GreenTheory è a conoscenza perché esiste un database degli iscritti consultabile dagli addetti all’ingresso dei centri fitness attraverso un file Excel. In alternativa, per mantenere i mesi già comprati a suo tempo, c’è la cosiddetta “tassa sulle docce”: 30 euro per chi ha un residuo di tre mesi, 60 per sei, 100 per un anno e 150 per gli altri. L’ultima possibilità, emersa ieri, è non versare nulla. In questo caso però i collaboratori di GreenTheory hanno spiegato agli utenti che sarà loro precluso l’uso dei nuovi macchinari, che presto sostituiranno i vecchi di GimFive, e le docce. Di fatto, quindi, significa non potersi allenare.

Il nodo dei contratti

Sembra quindi alle spalle la scadenza di ieri, l’ultimatum per potersi mettere in regola. Nelle palestre, insomma, pare si potrà comunque entrare con un abbonamento GimFive, anche se ogni giorno può spuntare una novità. Per capire come stanno realmente le cose Il Tirreno ha provato a contattare il sessantacinquenne pontederese Stefano Gambaccini, che della società emiliana è il presidente, ma senza esito perché non vuole parlare. «Guardi, eventualmente la faccio richiamare, non le do informazioni così», sono state le parole di un suo collaboratore che ha telefonato per sapere chi lo cercasse. Gambaccini, insomma, si chiude nel silenzio. Mentre attualmente chi vuole pagare l’abbonamento a GreenTheory non ha la possibilità di vedere il contratto, dal momento che l’unico documento che viene fatto firmare è una scheda sulla privacy, la quale rimanda a un contratto che non viene mostrato, nonostante le proteste di alcuni clienti che sarebbero pure pronti a pagare, a patto di capire cosa ci sia scritto.

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