Il Tirreno

Livorno

Il riconoscimento della Cia Etruria

Livorno, premiato il nonno degli agricoltori: «Giovani, ripartite dalla terra»

di Francesca Suggi
Livorno, premiato il nonno degli agricoltori: «Giovani, ripartite dalla terra»

Domenico Cacchiani ha 97 anni, una vita da coltivatore: «Abbiate sempre coraggio e state uniti»

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LIVORNO «Dico ai giovani di non perdere il coraggio e a tutti i lavoratori della terra e agli agricoltori che siamo tutti sulla stessa barca, se ci salviamo lo facciamo tutti insieme, come abbiamo fatto 70 anni fa», 97 anni ha Domenico  Cacchiani, una vita a lavorare la terra, prima come mezzadro e poi come proprietario del Podere Saladino a Parrana San Martino. A lui va il premio di come coltivatore più anziano (a cura di Ap/Cia Etruria), una targa che celebra la sua vita tra cereali e olivi in quel di Collesalvetti.

La terra è tutto per me

Lui, il nonno di tutti gli agricoltori del territorio. Un modo per celebrare la cultura contadina che lui, supportato dalla moglie Maria Carmina Varrone, dalle figlie Roberta e Cinzia da tutti i nipoti, vive con grande orgoglio e commozione.

«La terra per me è tutto, è sempre stata la mia vita: sono da sempre un associato Cia», racconta circondato dall’affetto dei suoi cari. La terra, la sua famiglia, il premio. Con le nipoti che con orgoglio sono cresciute tra olivi e raccolte e ne hanno sempre preso parte.

E’ una giornata che Domenico Cacchiani dedica al mondo dell’agricoltura. Non è facile per lui parlare davanti a decine di persone che lo ascoltano. Perché nella piazza di comunità della Leccia, quel centro commerciale che rappresenta una sorta di borgo, sono in tanti, tra grandi e piccini, a godersi la festa. E’ la festa dell’olivo e dell’olio, alla sua 19esima edizione.

Ieri, oggi: giovani ripartite dalla terra

 «Mi sento di rappresentare un simbolo dei vecchi agricoltori: nella mia vita avrò raccolto tonnellate di olive, e sapete, prima si faceva tutto a mano». Ma Cacchiani ci tiene a precisare che non bisogna rimpiangere i tempi andati. Da quelli la forza per guardare al futuro.

«Bisogna pensare a quello che rappresentava la terra per ritrovare un futuro nell’agricoltura in un mondo, quello di oggi, dove i giovani sono stati allontanati dalla terra». Un grosso sbaglio per lui e per tutti quelli che come Domenico Cacchiani portano ancora avanti piccoli grandi poderi sul territorio. E come dice il direttore della Cia Etruria  Mauro Cavallini: «I piccoli imprenditori della terra che ancora portano avanti le loro attività, seppur con difficoltà, sono quelli che non abbandonano il territorio e che lo mantengono prendendosene cura: Livorno e Collesalvetti ha una tradizione di piccole aziende e hobbisti».

Vincitore del miglior extravergine Olio Novo è Dolci Ricordi di Livia Campanelli con oliveti sia a Livorno che nel territorio di Rosignano Marittimo.

Avvicinare campagna e città

Ripartire dalla terra. Da quel quartiere cittadino, la Leccia,  che più di ogni altro ha sempre mantenuto un legame con la cultura contadina. E anche questa 19esima edizione della festa dell’olivo e dell’olio – siamo vicini al ventennale – fa comunità. Aggrega. Mette in vetrina prodotti del territorio, della terra, associazioni, la gente del rione, crea occasioni di acquisto direttamente dai coltivatori. E premia chi ha fatto della terra la sua ragione di vita. «Il senso di questa iniziativa nata 19 anni fa è quello di avvicinare la città e la campagna», afferma Stefano Poleschi, da sempre ai vertici della Cia Etruria e sua memoria storica. Perché l’olivo e l’olio «perché sono simbolo di mediterraneità, emblemi della nostra Toscana agricola», afferma. E’, infatti, la Cia Etruria a organizzare la festa, a tener viva la tradizione insieme a tante realtà del rione e non solo. Comprese le attività di quel centro commerciale e di servizi che rende La leccia un borgo dal sapore antico. «L’olivo come segno di pace, ritrovo, comunità: è una festa che vuole essere stimolo per ripartire dalle cose vere, dalla terra, dalle persone che si ritrovano, dalla dignità», sottolinea Cinzia Pagni, presidente di Cia Etruria. E c’è tanta comunità alla festa. Danzano gli allievi e le allieve della scuola di danza New project dance. Ci sono le loro famiglie a guardare e applaudire. «L’agricoltura e la danza – afferma Roberta Ulivieri – sono legate: saper attendere e coltivare con pazienza, lo si fa anche nella danza. Dai coltivatori si può imparare tanto, nel mondo di oggi in cui c’è troppa rapidità e si tende a voler ottenere risultati presto e con pochi sforzi».

Ci sono le giacche verdi coi loro cavalli per la gioia dei più piccini. Ci sono stand con produttori locali, dal miele ai formaggi, passando per prodotti della terra, necci e tanti altri tesori agricoli. «Dare valore ai prodotti del territorio, far conoscere alla comunità le aziende e i prodotti della terra è molto importante: è per questo motivi che siamo qua, per dare un nostro contributo», affermano Laura Renaioli dell’azienda agricola apistica che porta il suo nome. Così Andrea Niccolai che insieme alla sorella Catia portano avanti la tabaccheria, cartoleria Pacini del centro commerciale. Quel centro commerciale che è nato anche con loro, nel 1988: «A noi questa festa piace, per regalare ai clienti e al quartiere una bella giornata di aggregazione e convivialità all’insegna delle nostre tradizioni». Tradizioni e realtà da valorizzare (e qui si ringrano anche il centro commerciale, Conad La Leccia, comunità pastorale I Tre Arcangeli, ldoteca Giamburrasca, centro sociale, gruppo fotografico Il Gabbiano). «Nel corso del tempo questa festa è riuscita a coinvolgere la comunità, da un prodotto, l’olio, che entra nelle case di tutti,  a iniziative collaterali per far crescere l’iniziativa.  E visto che di feste come questa ce ne sono sempre meno bisogna preservarle e valorizzarle», aggiunge Luigi Tampucci responsabile dei servizi alla persona di Cia. Condivide e rilancia il direttore Cia Truria, Mauro Cavallini: «Questa è un’occasione per farsi conoscere agli agricoltori dei comuni di Collesalvetti e Livorno, un momento di festa per ritrovarci e per condividere un’annata che si va concludendo con la raccolta delle olive, ultimo frutto della stagione».

Olive, una brutta annata

Cavallini fa un’analisi dell’annata: «E’ stato un anno particolarmente negativo per la raccolta delle olive, sia per i danni causati dalla mosca olearia che per il caldo torrido di giugno che le ha bruciate». E in questo panorama rientra la premiazione per il miglior olio extravergine: Andrea Magara, perito agrario,  è assaggiatore, capo panel Camera di Commercio Maremma e Tirreno, sede di Livorno. Con lui altri 5 assaggiatori.  «L’annata si sa è stata disastrosa – dice – e qui ci sono piccoli produttori: per arrivare a scegliere il migliori olio novo dei 5 in gara come sempre c’è la fase olfattiva, nella quale già si capisce molto, è poi quella gustativa in cui si mette un cucchiaino di olio sulla lingua e poi il cosiddetto strippaggio, in modo tale che l’olio si espande per tutto il palato e poi dopo 10 secondi si rigetta». E dopo questa procedura tecnica da assaggiatori ecco che viene incoronato il miglior extravergine d’oliva “Olio Novo” della festa: premiata Livia Campanelli dell’azienda Dolci Ricordi (è lei ad aver vinto anche negli ultimi anni) che ha oliveti sia su Livorno che sul territorio di Rosignano Marittimo.

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