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Polizia a Livorno, sos del sindacato Siulp: «Mancano le auto, è emergenza»

di Stefano Taglione
Un mezzo della polizia di Stato (foto d'archivio)
Un mezzo della polizia di Stato (foto d'archivio)

L’appello della segretaria livornese del sindacato autonomo Angela Bona: «Chi di dovere risolva questa situazione»

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LIVORNO. «Siamo al paradosso in cui, i pur esigui ranghi di operatori che residuano al netto di quanti sono costretti al riposo medico a causa delle violenze ormai rituali subite nel corso delle attività operative, rischiano di non poter essere impiegati nelle attività di controllo del territorio stante l’inadeguato parco veicolare. Finora, per quanto “incerottate” e pur in numero ampiamente al di sotto dell’ottimale grazie alla disponibilità di officine che si sono prestate a riparazioni urgenti erogate a titolo di liberalità, si è riusciti ad allestire turni di volante ridotti al minimo, e forse anche al di sotto della soglia di sopravvivenza. Affidarsi però alla speranza di una provvidenza laica che possa soccorrere un apparato alle corde come quello livornese, non ci pare un’opzione ragionevole. Soprattutto perché a volte basterebbe superare annosi ostacoli di natura meramente burocratica».

È il nuovo grido d’allarme della sezione provinciale livornese del Sindacato italiano unitario dei lavoratori della polizia (Siulp), con una nota a firma della segretaria labronica Angela Bona. La sigla, più volte in passato, ha sottolineato le importanti carenze organiche che riguardano la questura labronica, appellandosi al Governo affinché assuma più agenti, destinandoli quindi a Livorno, e rinnovando il parco auto ormai non più all’altezza (né numericamente, né qualitativamente) delle necessità di via Fiume.

«Lo scorso Primo maggio – scrive la rappresentante dei lavoratori – nella giornata che celebra la Festa del lavoro avevamo pubblicamente denunciato la progressiva e inarrestabile erosione delle già ridotte potenzialità a disposizione dell’apparato preposto ad assicurare l’ordine e la sicurezza pubblica della città e, non di meno, della provincia di Livorno. Auspicavamo che il nostro grido di dolore stimolasse un dibattito tra istituzioni, rappresentanti politici e categorie professionali, in modo tale che potessero a loro volta portare all’attenzione del decisore politico centrale le criticità del nostro territorio. Eravamo, e siamo tuttora consapevoli, delle difficoltà sistemiche. Se ci guardiamo intorno ci rendiamo conto che la sofferenza della realtà labronica non è dissimile da quella di altri territori contermini, ma le problematiche devono essere affrontate e risolte, con un impegno corale. Quello a cui abbiamo invece assistito nei mesi intercorsi è un continuo rimpallo di responsabilità tra opposte fazioni, con strumentali prese di posizione destinate ad alimentare polemiche sulla stampa senza minimamente contribuire a invertire la tendenza al deterioramento delle risorse disponibili».

Il sindacato prosegue sottolineando che «non è nostra intenzione ripassare in rassegna le doglianze già a suo tempo “squadernate”, ma crediamo che la cronaca restituisca uno scenario che impone di prendere atto di un preoccupante scadimento della qualità della sicurezza. Che non può certo essere attribuito a un disimpegno delle forze di polizia e segnatamente della polizia di Stato perché, oltre alla contrazione dell’organico anche la componente logistico-organizzativa, è messa a dura prova. Basti pensare alle percentuali a doppia cifra rispetto a quello previste da tabelle ordinamentali elaborate sulla base di esigenze di servizio di oltre 30 anni addietro (e mai da allora aggiornate) quando ancora, tanto per capirci, la gestione dell’immigrazione non comportava l’immane carico di lavoro amministrativo e di attività di polizia giudiziaria cui oggi ci si trova a dover far fronte».

Il Siulp rivolge quindi «a chi di dovere e di competenza il nostro accorato appello a compiere ogni utile sforzo per evitare che si interrompa anche il flebile flusso di ossigeno vitale che permette alla questura di Livorno e alle specialità della polizia di Stato di rispondere al bisogno di sicurezza invocato dalla cittadinanza».

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