Alluvione a Livorno, riparte il cantiere del ponte di via Collinet: il piano e i tempi
I lavori sono ricominciati con la posa delle travi in acciaio da 26 tonnellate ciascuna. Poi partirà l’intervento in via Monterotondo dove l’infrastruttura sarà demolita e ricostruita
LIVORNO. Il cantiere per il nuovo ponte di via Collinet, come annunciato pochi giorni fa, è ripreso ieri mattina. Le operazioni sono ripartite sotto la supervisione della Paeco Valbasento Lavori, capogruppo della Ati appaltatrice di quel tratto che non comprende solo la ricostruzione del manufatto che fu abbattuto un anno fa. A rappresentare l’azienda durante il sopralluogo del Tirreno, c’è Vincenzo Parisi che spiega gli interventi anti-alluvione mentre i mezzi imponenti, noleggiati dalla ditta Bettarini, mostrano senza far rumore, la forza che occorre a sollevare le enormi travi in acciaio del peso di 26 tonnellate ciascuna, e che saranno tutte e quattro alloggiate entro la giornata di oggi.
Il piano
Scendendo in mezzo al letto, dove il rio è destinato naturalmente a scorrere e dove ora tutto adesso è allo scoperto per la siccità di stagione, si notano bene anche i massi disposti sul fondo, creando una specie di pavimento misto con il terreno sabbioso caratteristico e tradizionale del corso d’acqua.
Si continua a intuire l’eccezionalità dell’intervento fin qui eseguito, anche sulle sponde, con quegli scogli bianchi, che in alcuni punti coprono e proteggono palificazioni di rinforzo la dove su margini, ce n’era bisogno. Dopo le grandi travi, si procederà poi con il montaggio delle predalles, cioè l’ossatura della soletta che sarà poi asfaltata.
Non finirà certo qui. Perché i lavori, in questa zona riguardano molto altro. Si dovranno ultimare le massicciate, fare la rotatoria all’intersezione fra via Collinet e via Garzelli per la circolazione stradale, lo svincolo che guarda verso il collegamento con la variante direzione Montenero, i cordoli, le barriere guard rail, la pista ciclabile, la pavimentazione stradale, riattivando anche i sottoservizi in via definitiva.
I tempi
Fine lavori? Secondo il crono programma aggiornato, la normale viabilità dovrebbe entrare in esercizio a gennaio prossimo (quindi fra quattro mesi), mentre l’ultimazione di tutto il resto, opere complementari (compreso l’altro ponte sulla via di Monterotondo di cui parleremo più avanti), scogliere integrative ritenute necessarie nel corso dei lavori e in seguito agli eventi del 14 marzo scorso, messa a verde e piantumazione alberi, è prevista entro il settembre prossimo.
La soddisfazione
Non poteva mancare Enzo Di Carlo, il dirigente del Genio Civile Valdarno Inferiore, colui che per la Regione Toscana, è responsabile diretto di tutti i progetti di messa in sicurezza idraulica decisi per il post 2017. «Una bella giornata, perché si riprende ad attaccare fattivamente, un altro tratto previsto che, al suo completamento, garantirà estrema sicurezza per la popolazione. Un lavoro che prevede l’inizio della posa della struttura del nuovo ponte, concepito a garantire portate molto più importanti di prima, se si pensa che siamo a un alveo allargato circa quattro volte rispetto la sezione precedente, una luce di 32 metri, travi a dorso d’asino alte 1,80. Si procede con questo cantiere che fa parte del lotto enorme di quasi 13 milioni di euro, durato due anni, mai interrotto, pur con tanti problemi legati ai sottoservizi, le interferenze, piccole modifiche richieste anche per dare respiro alla pista ciclabile lungo la sponda. A fine gennaio, si potranno collegare nuovamente due parti della città al momento scollegate».
Le prospettive
Si volta, Di Carlo, e pensa alla sponda sinistra del rio Ardenza e al beneficio che torneranno ad avere le abitazioni in direzione Montenero non appena il ponte sarà percorribile. Guarda poi 180 gradi indietro e immagina, dove ora c’è un brullo spiazzo, la rotatoria che verrà. «Qui si gestirà al meglio il flusso del traffico». Ragiona senza fare economia a ciò che resta da fare, secondo ordini arrivati da Firenze che su Livorno non ha certo lesinato.
«Sull’alveo, mancano opere complementari, che saranno a ruota realizzate. Vale a dire, il completamento di alcune scogliere cementate nel tratto di monte e qualcosa anche nel tratto di valle. Per non parlare di una rimodellazione successiva dell’alveo sulle aree dove abbiamo avuto necessità di fare piste di cantiere, di movimentazione propedeutica a lavori precedentemente eseguiti». Si pensa anche al ponte che insiste sulla via di Monterotondo. Ma il suo turno arriverà solo dopo che sarà possibile fruire del passaggio su via Collinet. Il ponte di via Monterotondo si trova nel punto in cui si crea la cuspide fra il Botro del Mulino e il rio Ardenza. Si dovrà fare la scogliera, in modo da proteggere il delta e impedendo che l’erosione che può derivare dai detriti provenienti da monte, facciano danno. Dovrà essere abbattuto, la sezione è già adesso allargata rispetto al passato, ma lo sarà ulteriormente. Una volta realizzato, sarà sulla falsariga di quello di via Collinet, ma più corto. Operai al lavoro, non appena aperta la viabilità su via Collinet.
Il nodo
Per finire, una breve ricognizione, all’altezza dell’attraversamento del Botro del Mulino. Altro punto sensibile e che necessita di essere realizzato. Qui, al momento nulla sarebbe previsto in attesa di nuovi fondi regionali, ma è chiaro che rappresenta un imbuto pericoloso. Il Comune si era offerto di anticipare la cifra mettendo la spesa a bilancio, anticipando i soldi per conto della Regione, sfruttando la presenza della ditta che opera pochi metri più a valle. Sembra non si possa fare per problemi di legge legati al codice degli appalti. Il Comune potrebbe farsene a questo punto ugualmente carico, aprendo un bando a parte, con tempi di realizzazione che non sarebbero non certo brevissimi. Non osiamo pensare a una esondazione su quella strettoia a causa della burocrazia.
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