Livorno, tre big dell’ippica italiana interessati a gestire il Caprilli
Salvetti: «Ippodromi di mezza Italia in difficoltà, noi invece...». E ci sono piani per il 2026
LIVORNO. Tre società sarebbero interessate alla gestione dell’ippodromo Caprilli qualora la decisione di messa in liquidazione di Sistema Cavallo presa dal Tribunale di Grosseto dovesse essere confermata anche in appello. Si tratta, secondo rumors accreditati nel mondo dell’ippica, di Alfea (che gestisce San Rossore e che già nel 2012 si era aggiudicata la gestione della struttura ardenzina, prima di un lungo contenzioso legale col Comune), della società che gestisce gli ippodromi del Savio di Cesena, Arcoveggio di Bologna e Capannelle di Roma, e di quella che gestisce il Paolo VI di Taranto, tutte strutture, queste ultime, dove si corre il trotto.
La notizia non è confermata, ma neanche smentita dal sindaco Luca Salvetti. «L’ippodromo chiuso e abbandonato come era nel 2019 non se lo filava nessuno o quasi, e se c’erano degli interessi erano da parte di chi aveva magari idea di farci altro – risponde in merito al Tirreno –. Con la struttura rifunzionalizzata che vede le corse svolgersi, il contributo ministeriale erogato e tanta gente presente è naturale che ci sia l’interesse di molte realtà che potrebbero gestirlo e io insieme ai livornesi di questo devo essere felice».
Il successo della Coppa del Mare, raccontato anche dalle testate specializzate – seppur lontano dagli anni passati in termine di spettatori – secondo il sindaco è la conferma dell’appeal del Caprilli nel mondo dell’ippica nazionale.
«C’è soddisfazione – dice Salvetti –, l’ippodromo è un luogo a cui i livornesi non vogliono rinunciare e a cui gli appassionati dell’ippica tengono enormemente. In una stagione dove mezzi ippodromi d’Italia sono in difficoltà, quello livornese si propone vivo e super frequentato. Le immagini dell’altra sera sono arrivate ai responsabili del ministero che erano naturalmente super soddisfatti».
Il piano B
Partendo da qui l’amministrazione comunale guarda già al futuro e pensa al piano B dopo lo stop del tribunale per Sistema Cavallo. «Entro il 30 settembre, come per tutti gli ippodromi italiani, dobbiamo comunicare al ministero l’intenzione di rimanere nel circuito e nel calendario del 2026 e ho già dato mandato di dare conferma – aggiunge il sindaco -. Entro il 30 novembre dovremo dire quale sarà la società di gestione. A quel punto dovremmo già sapere l’esito del ricorso di Sistema Cavallo e comunque con gli uffici elaboreremo un quadro per indicare il gestore naturalmente interfacciandoci con il liquidatore giudiziale dottor Tocci che mi sembra che stia lavorando con grande attenzione. Valuteremo anche bandi provvisori come è accaduto dal 2020 ad ora sapendo però che per una soluzione definitiva il partenariato pubblico privato è lo strumento migliore», aggiunge Salvetti.
Aspettando l’appello
Salvetti non chiude la porta definitivamente alla società di Toriello, a cui va dato il merito di aver creduto per prima nella rinascita del Caprilli voluta dall’amministrazione comunale. Ma chiaramente sta valutando tutti gli scenari in vista del 17 novembre quando sarà discusso il ricorso in corte d’appello a Firenze proposto da Sistema Cavallo. «Un giudice si esprimerà e ci dirà quale è il quadro reale, io ho letto le accuse e ho letto anche il ricorso di Sistema Cavallo su tutto ciò che è accaduto a Follonica – commenta il sindaco –. Non posso far altro che attendere un pronunciamento definitivo».
Lavori in ritardo
Nella bella serata della Coppa del Mare la rete arancio da cantiere praticamente ovunque sotto le tribune, non è stata il miglior biglietto da visita. Senza considerare i bagni che dovevano essere realizzati da tempo. «Noi abbiamo rifunzionalizzato l’ippodromo con gli interventi basilari – replica Salvetti –, i gestori in questi tre anni sono intervenuti per ulteriori migliorie, ma è chiaro che la conclusione della riqualificazione dovrà avvenire con gli investimenti cospicui di chi gestirà in futuro l’ippodromo. Anch’io avrei voluto vedere la struttura perfetta, ma mi accontento che sia aperta e funzionale, imprecando contro la scelta cervellotica di chiudere il Caprilli per cinque anni lasciandolo all’abbandono e provocando danni seri a tutto ciò che c’era li dentro».
E poi c’è la questione pista, che in questo particolare momento pare un po’ trascurata. «È la pista di un fine stagione di corse, che naturalmente non è come il primo giorno ma che, da quello che dicono gli esperti, risulta essere ampiamente in linea con le aspettative dei fantini e a dir la verità molto migliore di altre in Italia», chiude il sindaco.