Il Tirreno

Livorno

L’intervista

Marino Biancotti: «La Darsena Europa è l’unica via per mantenere Livorno tra i grandi porti del Mediterraneo»

di Iacopo Simoncini
Marino Biancotti: «La Darsena Europa è l’unica via per mantenere Livorno tra i grandi porti del Mediterraneo»

Intervista al Capo Pilota della Corporazione dei Piloti del porto di Livorno. Tra limiti infrastrutturali, aumento delle tariffe e sfide future, ecco come cambierà la professione dei piloti nei prossimi anni

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Comandante Biancotti, come vedete la situazione del porto di Livorno? Pensate che la Darsena Europa faccia aumentare i traffici e di conseguenza anche il vostro lavoro?

Il porto di Livorno soffre da molti anni di carenze infrastrutturali, legate alla ristrettezza degli spazi di manovra e alla scarsità di fondali. Queste inadeguatezze si sono acuite recentemente con il fenomeno del cosiddetto “gigantismo navale”. Un’accelerazione in tal senso è arrivata nel 2016, con il raddoppio e l’allargamento del Canale di Panama, che ha consentito il passaggio da navi lunghe 294 metri e larghe 32, a unità di 366 metri di lunghezza per 48 di larghezza. Questo, unito alla necessità di ridurre i costi operativi, ha portato alla costruzione di navi sempre più grandi e con pescaggi maggiori. Le prime a crescere sono state le portacontainer, seguite dalle car carrier (trasporto auto), dai ro-ro merci, dai traghetti, dalle bulk carrier (carico secco), e così via.

L’adeguamento della struttura portuale, tuttavia, ha tempi molto più lunghi rispetto a quelli dell’industria navale. Il porto di Livorno ha poi ulteriori criticità, a partire dalla sua imboccatura, che rappresenta la prima "strozzatura". L’ingresso del porto risale al 1900, con la conclusione della diga della Vegliaia, mentre la Curvilinea, l’altro lato dell’accesso, è datata 1859. Il progetto originario prevedeva il passaggio di navi fino a 150 metri. Dopo 125 anni, quell’imboccatura è rimasta invariata: grazie alle tecnologie moderne, sia navali che dei rimorchiatori, siamo riusciti a far entrare navi fino a 340 metri, ma oggi siamo al limite.

Anche gli spazi interni, ancora adeguati a navi di medie dimensioni, sono insufficienti per le grandi unità, sia al Porto Mediceo che alla Darsena Inghirami, fino al Canale Industriale. Lo stesso discorso vale per i fondali: con grandi sforzi riusciamo a mantenerli a causa degli sbocchi dei canali ma non potranno essere approfonditi perché le banchine sono state progettate per pescaggi massimi di 12m, scavando di più perderebbero la base di appoggio.

Il porto di Livorno è riuscito a restare competitivo e a conservare i suoi traffici grazie alla sinergia tra Capitaneria di Porto e Autorità di Sistema Portuale, che hanno saputo intervenire con misure mirate, nel rispetto della sicurezza della navigazione, adottando regolamenti specifici per ciascun tipo di traffico e permettendo così l’accesso a navi di dimensioni crescenti.

Un altro elemento fondamentale è la professionalità degli operatori del settore portuale, capaci di dialogare e adattarsi, venendosi incontro sulle esigenze di banchine, transiti e gestione degli spazi. A questi due fattori, permettetemi di aggiungere la qualità dei servizi tecnico-nautici, con rimorchiatori di ultima generazione e con la dedizione dei Piloti e degli Ormeggiatori.

Venendo alle opere in corso, cito l’allargamento del Canale di Accesso — ormai quasi concluso — e la possibilità di ampliare sia il bacino di evoluzione che l’imboccatura. Ma, pur auspicabili, questi interventi non saranno sufficienti a rispondere alle sfide future.

La Darsena Europa è la vera grande risposta: un porto nuovo, con imboccatura e banchine nuove. È l’unica possibilità per mantenere Livorno tra i porti principali del Mediterraneo.

Ultimamente si è diffusa la voce che aumenterete le vostre tariffe. Che c'è di vero? Si creeranno problemi per l’aumento dei costi dei servizi portuali?

Il primo luglio sono state approvate le nuove tariffe di pilotaggio in tutti i porti italiani.

Queste tariffe sono determinate secondo i criteri stabiliti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sulla base di un’istruttoria condotta congiuntamente dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e dalle rappresentanze dell’utenza portuale (Assarmatori, Confitarma, Federagenti), delle Autorità di Sistema Portuale e, naturalmente, delle associazioni dei Piloti.

Sono le Direzioni Marittime a emanare il Decreto Tariffario, al termine di un lungo processo istruttorio che include il controllo e la valutazione dei costi del servizio e dell’intera struttura organizzativa delle Corporazioni.

Dunque, l’Amministrazione approva ed emana le tariffe solo dopo che tutte le parti coinvolte hanno piena contezza dei dati e degli sviluppi.

Le tariffe hanno validità biennale. Per il porto di Livorno, l’adeguamento corrisponde a un incremento del +7%, che si riduce al +2% per i traffici legati alle "autostrade del mare". Si tratta di valori perfettamente in linea con l’aumento ISTAT registrato nel biennio 2022–2024.

Questo aggiornamento è coerente con la media nazionale. Le tariffe di Livorno non hanno subito variazioni significative e rispecchiano l’andamento dei traffici, confermando così l’efficacia del modello matematico adottato, fondato su criteri di proporzionalità e trasparenza.

Vorrei infine sottolineare che le tariffe di pilotaggio applicate in Italia sono molto competitive rispetto a quelle di molti altri Paesi europei.

Quali sono le prospettive future del vostro lavoro? Credete che possa cambiare con l’arrivo dell’AI?

Il pilotaggio esiste da quando esiste la marineria. Fin dall’antichità c’è sempre stata la necessità di un esperto del luogo per affrontare approdi e passaggi difficili. Le prime testimonianze risalgono ai tempi dei Greci e dei Romani. È una pratica antica, ma che si è evoluta nel tempo, adattandosi ai diversi contesti marittimi.

Oggi il pilotaggio è organizzato in modo simile in tutti i Paesi del mondo ed è obbligatorio: rientra nell’ambito della sicurezza della navigazione e, ancor più, nella tutela delle infrastrutture portuali, che rappresentano un patrimonio dei singoli Stati.

Per quanto riguarda il futuro, la marineria sta cambiando rapidamente. I piloti sono molto attenti alle innovazioni tecnologiche e si aggiornano costantemente, grazie a corsi di formazione, seminari, scambi di esperienze tra porti.

La buona notizia è che, anche per le navi del futuro, il servizio del pilota continuerà a essere necessario. Livorno, in questo senso, è stato un pioniere: è stato il primo porto in Italia a sperimentare l’ingresso in autonomia di una nave, grazie all’uso della tecnologia 5G.

Il progetto, promosso dall’Agenzia Spaziale Europea e supportato dall’Autorità di Sistema Portuale, è stato supervisionato dalla Capitaneria di Porto. I Piloti, coinvolti fin dall’inizio, sono stati protagonisti della manovra.

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