Livorno e la nuova vita della Torre di Calafuria: ecco chi può fare domanda per utilizzarla e le agevolazioni
Il demanio ha inserito il gioiello del Romito tra i 20 beni italiani da valorizzare: storia di un tesoro cittadino da film, culla e ispirazione anche del grande pittore Alberto Fremura
Livorno Non è soltanto una torre a picco sul mare, ma un vero e proprio simbolo. Lei, la Torre di Calafuria (XVI secolo), lungo una delle strade panoramiche più affascinanti d’Italia, è la regina del Romito. E ora il demanio (che ne è proprietario) l’ha inserita nella prima tranche dei bandi di concessione agevolata di immobili dello Stato rivolti a enti del terzo settore. Si tratta di un portafoglio di 20 beni (che si trovano in diverse regioni) proposti al mercato con differenti strumenti di concessione: uso temporaneo, concessione di valorizzazione e, come nel caso dell’antica postazione d’avvistamento, concessione agevolata.
La storia
La Torre di Calafuria, struttura duecentesca in pietra a forma quadrata alta circa 20 metri e con una superficie di 437 metri quadrati, è infatti uno dei simboli della città come la statua dei Quattro Mori, l’Accademia Navale e le Terme del Corallo, tanto da essere segnalata tra i “Luoghi del cuore” del Fai. Si erge su uno sperone roccioso con vista panoramica sul mare, immersa in un paesaggio unico – tra macchia mediterranea e falesie – ed è nota anche come torre dei Mattaccini: costruita dai Medici, anticamente faceva parte di un sistema difensivo contro le incursioni dei pirati e compare tra l’altro in diversi capolavori cinematografici come “Il Sorpasso” di Dino Risi del 1962, quando l’auto con a bordo Jean-Louis Trintignant e Vittorio Gassman precipita sulla scogliera, e “La pazza gioia” di Paolo Virzì (2016). E prima della sua definitiva chiusura, ha ospitato per molti anni lo studio del pittore livornese Alberto Fremura: proprio nel 2013, alcuni mesi prima del cedimento di alcune parti della struttura, l’artista aveva comunicato all’agenzia del demanio che non avrebbe rinnovato la concessione, poi scaduta a fine anno. Da quel momento il fortino è rimasto vuoto, poi transennato e aperto soltanto per qualche iniziativa, come le giornate del Fai. Poi, nel luglio 2020, si conclusero i lavori di somma urgenza per la sua messa in sicurezza.
Chi può averla
I bandi, pubblicati sul sito www.agenziademanio.it, nella sezione “Gare e Aste” e nella sezione “In evidenza”, comprendono: nove edifici in uso temporaneo, otto edifici in concessione di valorizzazione e tre edifici in concessione a enti del terzo settore. Sul fronte degli edifici proposti in concessione agevolata agli enti del terzo settore iscritti al Registro unico nazionale del terzo settore (Runts), l’obiettivo è quello della valorizzazione finalizzata a iniziative di interesse sociale.
I possibili usi
La Torre di Calafuria, secondo quanto specificato dal demanio, potrà essere utilizzata «per l’organizzazione e la gestione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale (incluse attività anche editoriali), di promozione e diffusione della cultura e della pratica del volontariato e delle attività di interesse generale e per l’organizzazione e gestione di attività turistiche di interesse sociale, culturale o religioso».
Il termine ultimo di presentazione dell’offerta è l’11 dicembre di quest’anno a mezzogiorno. Sarebbe una grande occasione per riaprire al pubblico questo gioiellol
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