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Cold ironing, il porto di Livorno tra i migliori in Europa
Secondo una ricerca condotta da Transport & Environment lo scalo marittimo labronico è tra i pochissimi in Europa ad avere installato o appaltato più della metà degli impianti OPS richiesti
LIVORNO. Non ci sono soltanto i primati nel settore delle merci. Ci sono anche quelli in funzione della cosiddetta decarbonizzazione. E a tal riguardo, il porto di Livorno esce non bene, ma benissimo da una ricerca condotta da Transport & Environment, l’organizzazione ambientalista europea che nel 2023 pubblicò uno studio shock sull’inquinamento prodotto dalle navi da crociera prendendo a spunto i dati relativi al 2020.
In un nuovo studio, Transport & Environment ha fatto il punto sui diversi progetti in corso per l’elettrificazione delle banchine. E il quadro che emerge, a livello europeo, è assolutamente desolante. Sono soltanto quattro (Algeciras, Livorno, Świnoujście e La Valletta) i porti che hanno installato o appaltato più della metà degli impianti OPS richiesti.
“I porti di Anversa, Dublino, Danzica e Lisbona – si legge nello studio - sono tra quelli che devono ancora investire in infrastrutture elettriche plug-in. Anche i porti di Rotterdam, Barcellona, Valencia, Bremerhaven e Le Havre registrano scarsi risultati per quanto riguarda il rispetto del mandato UE. I porti di Algeciras e Amburgo rappresentano una parte importante delle connessioni installate per l'alimentazione a terra (OPS) in Europa.
Secondo Transport & Environment, i porti europei non stanno affrontando il problema del l'inquinamento atmosferico tossico, come dimostra lo studio condotto da DNV, dal quale emerge che fino ad oggi solo il 20% dell'infrastruttura elettrica a terra richiesta dall'Unione Europea è stata installata o messa in servizio nei principali scali marittimi. “Il che significa – scrive l’organizzazione ambientalista - che la maggior parte delle navi portacontainer, crociere e traghetti continua a funzionare con combustibili fossili mentre sono ormeggiate”.
“Oltre il 6% delle emissioni marittime di anidride carbonica dell'UE – aggiunge Transport & Environment - proviene da navi che utilizzano combustibili fossili nei porti. Oltre al CO2, le navi emettono anche elevate quantità di ossidi di zolfo, ossidi di azoto e particelle, che hanno effetti significativi sulla salute umana. Nell'ambito del Green Deal dell'UE, i porti europei sono tenuti a fornire elettricità da terra alle navi entro il 2030. Ma già oggi l'installazione di collegamenti a terra migliorerebbe l'inquinamento atmosferico nelle città portuali. E dei 31 porti studiati, solo quattro hanno installato o contratto più della metà delle connessioni richieste”.