Monossido di carbonio in parrocchia, i genitori svenuti e l'allarme: «Poteva essere una tragedia» – Come stanno gli intossicati
Castelfiorentino, dimesse sette persone, due mamme ancora ricoverate a Careggi per trattamenti di medicina iperbarica: «Dieci minuti in più e le conseguenze sarebbero state molto più gravi»
CASTELFIORENTINO. È stato un grande spavento. Per fortuna, a quanto pare al momento, niente di più grave.
Sette persone (di cui due bambini) delle nove portate nei pronto soccorso di Empoli, Poggibonsi e San Miniato per la fuga di monossido di carbonio avvenuta venerdì sera nei locali parrocchiali della chiesa di San Prospero a Cambiano Alta – durante l’incontro di catechismo dei bambini e la riunione dei genitori – sono state dimesse la ieri notte o questa mattina. Soltanto due genitori, svenuti mentre si trovavano nella stanza della caldaia da cui si sarebbe originata la perdita, sono stati portati a Careggi per trattamenti di medicina iperbarica. A colloquio con loro, nella solita stanza, c’era il viceparroco don Luca Bolognesi, tra i ricoverati iniziali e poi dimesso in nottata dall’ospedale.
Sono stati i due svenimenti a richiedere la chiamata dei soccorsi. Provvidenziale, nel far scattare l’allarme monossido, l’intervento del personale della Misericordia di Castelfiorentino, che entrando negli ambienti ha visto attivarsi l’apposito rilevatore e ha fatto subito uscire tutti i presenti, per poi chiamare i vigili del fuoco, arrivati poco prima delle 20. La sindaca Francesca Giannì conferma che, considerando la pericolosità del gas, oltretutto inodore e incolore, si è trattato di una «tragedia sfiorata».
«Sarebbero bastati dieci minuti in più a contatto col monossido e adesso staremmo parlando di qualcosa di molto più grave – dice – Per fortuna le persone coinvolte sono state quasi tutte dimesse e le due mamme trasferite a Careggi sono comunque vigili e coscienti. In base al verbale dei vigili del fuoco capiremo quali provvedimenti adottare».
Mentre i locali interessati dalla fuga restano al momento interdetti, le attività del catechismo continueranno in altri ambienti della parrocchia. «Proviamo grande dispiacere per ciò che è successo e abbiamo già espresso solidarietà e vicinanza alle persone coinvolte, con le quali siamo in contatto – commenta don Leonardo Tarchi, amministratore parrocchiale – Aspettiamo l’esito degli accertamenti ma la caldaia non aveva mai dato segnali preoccupanti».
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