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La decisione

Permessi antincendio facili a Livorno: il comandante Raschillà nominato custode giudiziale

di Stefano Taglione
Pietro Vincenzo Raschillà, comandante provinciale dei pompieri di Livorno (foto Stick)
Pietro Vincenzo Raschillà, comandante provinciale dei pompieri di Livorno (foto Stick)

La polizia di Stato: «Fiducia nel corpo dei vigili del fuoco, i fascicoli sono stati affidati al responsabile provinciale dei pompieri». Chi sono gli indagati

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LIVORNO. «È emerso chiaramente che le condotte sono state compiute dal responsabile dell’ufficio prevenzione incendi di Livorno (Giuseppe Mazzotta ndr) all’insaputa dei colleghi labronici, avendo lo stesso operato nell’ambito delle proprie competenze esclusive, tanto che l’autorità giudiziaria, a dimostrazione della fiducia nell’operato dei vigili del fuoco, ha nominato il comandante provinciale Pietro Vincenzo Raschillà come custode giudiziale dei fascicoli cartacei sottoposti a sequestro, estratti dall’archivio dell’ufficio prevenzione incendi».

È quanto spiega la questura. Oltre a Mazzotta, in regime di custodia cautelare alle Sughere, iscritti nel registro degli indagati e tutti liberi l’ingegnere livornese quarantasettenne Alessandro Scheveger l’imprenditrice labronica cinquantanovenne Cristina Solari, titolare dell’omonima ditta di servizi antincendio di via da Vinci e l’imprenditore cinese di 46 anni Lei Zhang, attivo nel settore dell’import-export. Tutti e tre hanno parlato al giudice, fornendo ampie delucidazioni, tanto ha respinto le richieste di custodia.

Coinvolti nell’inchiesta anche il funzionario ex responsabile, ora in pensione, dell’ufficio prevenzione incendi di Genova Augusto Russo, 65 anni, il dipendente volterrano dell’Asl Leo Bongini, di 58, il collega pisano trentaseienne tecnico della prevenzione Lorenzo Benotto, il geometra e vigile del fuoco volontario di Collesalvetti Alessandro Centelli (sessantaquattrenne e originario di Rosignano), il libero professionista, anche lui pompiere volontario al Crocino Alessio Marco (51 anni, di Cascina, ma residente a Livorno), il perito ottantunenne di Porto Azzurro (all’Elba) Alberto Bastreri, la moglie 78enne imprenditrice delle forniture alberghiere Graziella Petucco, l’ingegnere di Follonica Giulio Passarini (47 anni), il perito di Scarlino Gabriele Lucentini (44 anni), l’ingegnere sessantunenne livornese Roberto Canessa, il geometra labronico cinquantasettenne Alessandro Bernardeschi, l’architetto ed ex assessore all’ambiente a Cecina Gabriele Bulichelli, 54 anni, il livornese di 57 anni Massimo Faverzani, il labronico Enrico Tribioli, 78 anni, e il cinquantatreenne di Cecina Giorgio Niccolai. Ma non solo: anche i figli del funzionario arrestato – Lorenzo e Laura Mazzotta, di Cascina, 24 e 26 anni – la compagna Daniela Pepe, l’imprenditore pratese Luciano Lucarini (79 anni, residente a Vernio), Simona Luconi (47 anni, residente a Carmignano), l’imprenditore livornese Luca Menicagli (64 anni), l’imprenditore labronico e socio della discoteca di Calafuria Simone Gonnelli (di 57), l’albergatore elbano Cesare Farina (43 anni, originario di Monza e residente a Capoliveri), gli albergatori elbani Massimo e Raffaella De Ferrari, di 74 e 69 anni e il titolare dell’hotel Granduca Giovanni Vignoli, di 79 anni. 

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