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Il lutto

Livorno, addio a preside ed ex prof: fu l’anima del liceo Cecioni

di Claudio Marmugi
Il preside scomparso
Il preside scomparso

Laureato in architettura, è stato anche docente all’Iti e dirigente scolastico all’Orlando: lascia la moglie e due figli

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LIVORNO. È scomparso Paolo Eppesteingher, un nome che a Livorno, negli anni, è diventato sinonimo di “scuola” e, soprattutto, di scuola fatta bene. Paolo Eppesteingher, infatti, era “il Preside”. Per eccellenza.

La carriera

Laureato in architettura, classe 1941, Paolo era entrato nel mondo dell’istruzione, prima come insegnante (di disegno tecnico all’Iti, di cui era stato anche vice-preside), poi come dirigente scolastico – sia dell’Istituto Orlando che del liceo Cecioni. Generoso, affabilmente burbero, dotato di un gran senso dell’umorismo, il professor Eppesteingher (un gigante buono e colto che aveva un certo piglio all’Umberto Eco) ha vissuto sempre per la sua famiglia, il suo lavoro e la scuola.

Una famiglia bellissima che gli è rimasta vicino nella malattia (iniziata, all’incirca, nell’ottobre scorso) fino all’ultimo, con la moglie Gabriella Cavalli, docente di lettere in pensione, compagna di una vita (sposati fin dal 1971) e i figli, Tommaso (oggi egli stesso professore al Cecioni e noto disegnatore e vignettista) e Francesco (grafico e documentarista) . «Babbo ci ha insegnato tanto, ci ha permesso di diventare gli uomini che siamo – racconta Tommaso – Anche con quella sua autorità che molti ricordano, che poi era una scorza esterna, ci ha formato bene e gli siamo grati. Babbo aveva spesso un tono di voce alto, potente, ma col suo farsi sentire in maniera chiara e risoluta voleva solo risolvere i problemi di tutti, e li voleva risolvere alla sua maniera: subito, nell’immediato. Era fatto così». Continua su questa riga Francesco: «A qualcuno poteva sembrare ruvido, ma era solo schietto e sincero. Sapeva farsi volere bene e sapeva farsi ben volere».

I ricordi e il cordoglio

Un uomo che credeva fortemente nel potere della formazione e dell’istituzione scolastica e che ha fatto tanto per dare la sua impronta personale al mondo della scuola livornese, in particolare proprio al liceo Cecioni come lo conosciamo. È la professoressa Maria Letizia Paoletti a precisare questo aspetto: «In un momento di passaggio del liceo, quando finì la sperimentazione, tra il 2001 e il 2002, fu lui a modellare il Cecioni com’è adesso, anche nella concezione spaziale. Ancora oggi gli studenti si ritrovano negli spazi che dispose lui: la biblioteca, la sala insegnati, le aree comuni, sono ancora come li aveva pensati lui. Aveva una visione didattica degli ambienti. Ha fondato anche il regolamento d’istituto, pietra miliare della scuola».

Sterminata la fila di colleghi in visita alla camera mortuaria dell’ospedale di Livorno. Dice la professoressa Angela Guiducci: «Aveva un’umanità fuori dal comune. Nella vita e sul lavoro. Non era un burocrate. Aveva un’immensa capacità di cogliere le innovazioni in funzione dei ragazzi. Era attento alle nuove metodologie, alla didattica laboratoriale. Si prendeva l’onore e la responsabilità di innovare, come oggi non innova più nessuno. Infatti, lo ribadisco: lui non era un dirigente scolastico qualunque, lui era il Preside, il vero Preside – che se è necessario ti riprende, ma ti difende sempre, difende il tuo lavoro e difende la sua scuola».

Sono molte le pagine del libro che racconta la storia della scuola, “Cecioni nel cuore”, dedicate al preside Eppesteingher, compreso il suo sguardo all’EsaBac: il progetto di doppio diploma italo-francese, altra innovazione del suo mandato settennale. Come riporta il libro: «Non sempre furono innovazioni indolori, ma il tempo ha dato ragione a queste grandi trasformazioni volute da Eppesteingher».

Proprio dalla “sua” scuola di oggi, dal dirigente scolastico Rino Bucci e dai suoi collaboratori, è arrivato un comunicato che ricorda Eppesteingher, i cui passaggi essenziali ribadiscono quanto il professore fosse amato e stimato. «Il liceo Cecioni piange la scomparsa di Paolo Eppesteingher, storico preside della scuola. Il 15 giugno ci ha lasciato un grande Dirigente e un amico per molti docenti ed ex insegnanti della nostra scuola. Per sette anni ha diretto il nostro Liceo, un periodo relativamente breve, ma destinato a lasciare un’impronta essenziale e duratura nella storia della scuola. Ciao Paolo, ci mancheranno tanto la tua intelligenza vivace, la tua forza decisionale, la tua passione per la scuola, il tuo essere stato un punto di riferimento per tutto il personale scolastico e anche le tue sfuriate, a cui seguiva sempre il tuo immancabile sorriso».

L’ultimo saluto al Preside di molti alunni di un tempo, oggi adulti consapevoli, sarà dato questo pomeriggio (17 giugno) alle 16,30 alla cappella della camera mortuaria di viale Alfieri.  

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