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«Cultura del “tutto facile”, una deriva» Ballantini in difesa del liceo Classico di Livorno

di Francesca Suggi
«Cultura del “tutto facile”, una deriva» Ballantini in difesa del liceo Classico di Livorno

Accorpamenti e calo di iscrizioni, parla il volto tv: «Si livella verso il basso»

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LIVORNO «Bene rinnovare ma mantenendo la base, non c’è futuro senza la conoscenza netta del passato: le menti tenute nell’ignoranza o fatte crescere con la cultura del tutto facile, tutto acquisibile e con minimo sforzo, diventeranno un futuro con minimo risultato». Così Dario Ballantini, il trasformista nazionale, volto noto di Striscia la notizia e artista sopraffino che alimenta la sua anima con la pittura. Ha radici bel salde nella sua Livorno. Segue le vicende. E ci tiene a dire la sua sulla recente protesta-petizione online dei genitori del Classico, storico perno all’interno del liceo Niccolini Palli guidato dalla dirigente Teresa Cini: è al centro di una mobilitazione delle famiglie contro accorpamenti e riduzione delle classi. Scrivono alla provveditrice e lanciano una raccolta firme sul web che corre. Ha raggiunto 789 firme per “non far scomparire il liceo Classico” (www.petizioni.com). E al loro fianco si schiera anche Ballantini.

«La notizia del rischio chiusura del classico mi preoccupa notevolmente - sviscera il suo pensiero critico - Nonostante io non abbia fatto studi classici e anzi, faccia parte di quei ragazzi che fine anni Settanta sceglievano il liceo sperimentale, l’alternativa e la “modernità” ,non posso che dirmi preoccupato dell’assenza di un contraltare così importante».

E riavvolge il filo. «Al Classico andavano gli studenti convinti di prepararsi con formazione e studi profondi ritenuti da sempre fondamentali per la base solida della propria cultura: chi andava al Classico sapeva di dover studiare molto di più, di passare un setaccio di maglie più strette, per raggiungere livelli di preparazione importanti e degni per certe professioni». Il crescente calo delle iscrizioni (a Livorno come in tutta Italia) viene visto come una deriva. «Questa situazione è un’altra deriva del mondo dei nostri anni ossia tentare di livellare sempre al basso e di tenere nell’ignoranza coloro che dovranno invece riscattare il mondo, facendogli credere che sia una loro scelta, anestetizzandoli con un tipo di facilità che poco ha a che vedere con la miglioria e molto con la schiavitù indotta dal risultato appetibilmente facile».

I genitori degli studenti del Classico dicono no alla riduzione del numero delle classi e, di conseguenza, alla formazione di classi sovradimensionate. Protestano contro una decisione che andrebbe a minare la qualità dell’offerta formativa e il benessere psicopedagogico degli studenti. «Il liceo Classico è un patrimonio culturale della città di Livorno: difendiamolo insieme», chiudono le famiglie.l


 

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