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Livorno nuova capitale della street art? Clet accende il turismo urbano con una caccia al tesoro tra i cartelli stradali

di Francesca Suggi

	L'arte di Clet sui cartelli a Livorno, a dx l'artista
L'arte di Clet sui cartelli a Livorno, a dx l'artista

Uovo alla Pop sulle opere in giro per la città dello street artist di fama mondiale: «Il nostro sogno? Rendere la città culla dell’arte di strada»

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LIVORNO. La mano che impugna la banda bianca del divieto di accesso. Oppure quella faccia buffa che spunta sulla freccia che indica la direzione da prendere. Oppure sempre sugli stessi cartelli stradali la “freccia” che si trasforma in chitarra con una figura stilizzata di un uomo che la suona. Clet arriva a Livorno, presenta il suo libro “Il codice della strada” alla Mondadori, inaugura la mostra e subito impazza l’arte sui cartelli stradali cittadini. Di notte. All’alba. Dal centro cittadino, zona via Borra e piazza del Municipio per la Venezia fino a tutto il lungomare è una sorta di galleria di street art a cielo aperto. Quella street art di cui Clet è un guru, a livello mondiale.

«Dopo la presentazione del libro, nella notte, il nostro Clet è andato per le strade a riempire la città con i suoi famosi adesivi», fa la cornice Viola Barbara del collettivo artistico di Uovo alla Pop che ha portato a Livorno il famoso street artist, il genio artistico francese contro il potere, nato come pittore, alfiere dell’arte urbana e adesso anche scrittore. Da specificare che Clet non modifica in alcun modo la semiotica, il messaggio del cartello stradale, aggiunge solo un geniale tocco artistico senza alterarne l’utile significato.

In città da giorni è caccia al tesoro. Alla ricerca del suo tocco. Fioccano foto sui social di chi scova l’arte di Clet in giro. E subito dal collettivo artistico si lanciano proposte. Su come valorizzare le opere di arte urbana in chiave turistica. «Noi di Uovo alla Pop siamo andati a cercarli per avere un archivio fotografico e testimoniare il suo operato e ne abbiamo trovati ben 15 tra via Borra, via Cogorano e il lungomare. L’artista ci ha però rivelato di averne creati almeno una trentina. Un numero consistente quindi, che rende la città almeno un po’ più bella e che suggella il primato per Livorno di teatro della street art», continua Barbara.

E ovviamente i vandali- guastatori non mancano. C’è anche chi quelle opere se le prende. Passa, stacca. Ruba. «Peccato che uno degli adesivi messo in un cartello in via Cogorano sia stato già rimosso da un passante, peccato che alcune delle opere in strada, come sempre accade, verranno rubate (già successo di fronte al Nautico) e attaccate ai muri di casa», è la realtà ancora descritta da Viola Barbara.

E invece quel patrimonio di arte urbana poterebbe diventare filone turistico. Motivo di tour. E adesso che l’artista francese naturizzato fiorentino ci ha lasciato questo prezioso patrimonio che fare per salvaguardarlo o perlomeno valorizzarlo?

«Sicuramente non possiamo mettere i cartelli in una teca né evitare che qualcuno li rubi o li danneggi - e va nei dettagli - quello che possiamo fare però, vista la già avviata collaborazione col Comune per una mappatura di street art, è riconoscerne il valore concreto e creare una mappa virtuale, fisica, una vera caccia al tesoro».

Uovo alla Pop cala il suo sogno: «Il nostro sogno poi vedrebbe ancora un po’ più in grande, vedere un ritorno di Clet strutturato e ufficializzato affinché possa, con il coadiuvo di fondi economici, customizzare tanti altri cartelli e rendere Livorno una città unica al mondo, culla di un nuovo rinascimento dell’arte di strada».

Dal sogno alla realtà. Uovo alla Pop intanto, a breve, organizzerà dei tour a piedi o in bicicletta per mostrare e spiegare l’eredità, l’ironico lascito del maestro francese.

Intanto, per chi non avesse visto la mostra di Clet può recarsi alla libreria Mondadori di via Grande 197, goderne la bellezza e magari acquistare una serigrafia o le ultime copie del libro di Clet ‘Il codice della strada’.

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