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Livorno, un libro per sensibilizzare le donne vittime di stalking: «Possiamo liberarle dalla violenza»

di Stefano Taglione
Il tenente colonnello Armando Ago e il suo libro
Il tenente colonnello Armando Ago e il suo libro

Lo ha scritto Armando Ago, dal 2017 al 2022 a capo del reparto operativo dei carabinieri labronici: «Non dimenticherò mai quando i nostri militari hanno dovuto dire alle figlie di Francesca Citi che erano rimaste orfane per colpa del padre»

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LIVORNO. Un libro sullo stalking, per aiutare le vittime degli atti persecutori «a liberarsi dal giogo della violenza» e, al contempo, fornire strumenti utili e formativi agli investigatori. È questa la prima “fatica” letteraria, intitolata “Lo stalking”, del tenente colonnello dei carabinieri Armando Ago, 56 anni, docente di tecniche investigative alla Scuola marescialli e professore a contratto in criminologia e tecniche investigative al corso di Scienze giuridiche dell’Università di Firenze. L’ufficiale dell’Arma, dal 2017 al 2022, è stato comandante del reparto operativo del comando provinciale labronico, ruolo nel quale si è fatto apprezzare per le sue capacità, mentre prima ancora aveva lavorato alla Spezia.

«In ambito operativo – racconta – il caso che purtroppo mi è rimasto più impresso è il femminicidio di Francesca Citi, uccisa dal marito il 13 febbraio del 2018 sul posto di lavoro, in piazza Attias. Non dimenticherò mai quando abbiamo dovuto dire alle due figlie che la loro mamma non c’era più per colpa del padre (dopo il femminicidio si è tolto la vita ndr). È stato il momento più drammatico». Altre inchieste, Ago, le ha seguite insieme ai suoi colleghi sia a Livorno che in Liguria. Il suo libro è il frutto di una lunga esperienza sul campo: «A Livorno abbiamo collaborato molto con l’associazione “Ippogrifo” – le sue parole – e dall’esperienza labronica ho compreso che le vittime di violenza di genere spesso diventano tali perché sono sole e non riescono a liberarsi da questo giogo. Se, come società, avessimo dato loro la possibilità di conoscere le possibili vie di fuga, sono convinto che molti gravi episodi non sarebbero accaduti. Ho maturato la consapevolezza di come occorra stare vicino a queste persone: non bisogna mai abbassare la guardia e sensibilizzare».

Il libro – edito nell’aprile di quest’anno dalla casa editrice trentina “Edizione del Faro” e in vendita a 15 euro – è suddiviso in sei capitoli, oltre alle conclusioni, ed è dedicato «a Valentina e Chiara», sua moglie e sua figlia. La prefazione è di Vincenzo Letizia, ufficiale dei carabinieri nella Dia, ed è già stato presentato alla fiera dell’editoria di Gavardo, in provincia di Brescia, e anche al Salone del Libro di Torino. Poco prima del finale si parla anche degli «strumenti tecnologici di supporto» alle vittime. «Mi sono soffermato, ad esempio – spiega Ago – su uno smartwatch particolarmente utile in questi casi, perché oltre a geolocalizzare chi lo indossa, è collegato alla centrale operativa delle forze dell’ordine ed è in grado di inviare un input di pericolo anche quando c’è un movimento brusco e veloce, tale da far ipotizzare un’aggressione. La tecnologia può aiutare molto le potenziali vittime e la prevenzione è molto importante».

Il tenente colonnello dei carabinieri, arruolatosi nell’Arma nel 1995, ha ultimato il volume nel corso dell’ultimo anno, dopo aver conseguito un master in criminologia all’Università di Firenze (è laureato in giurisprudenza e scienze della sicurezza). «L’ho scritto nei ritagli di tempo che mi ha consentito la professione – conclude – e la tesi del master in criminologia è stato un po’ l’inizio di tutto, visto che come argomento aveva proprio lo stalking. È stata la base su cui fondare questo lavoro».
 

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