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Multe digitali, l’odissea di un 77enne livornese: «Sistema difficile per gli anziani»

di Martina Trivigno

	(foto di repertorio)
(foto di repertorio)

Ha sperimentato in prima persona il nuovo servizio “Send”: «Ma questa innovazione va a beneficio soltanto della pubblica amministrazione»

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LIVORNO. «È noto che lo scopo della burocrazia è quello di complicare anche le cose più semplici». Roberto Cattaneo, livornese di 77 anni, ora ne parla con ironia ma non lo nasconde: il nuova sistema di recapito delle multe, per lui, corrisponde a una complicazione degli affari semplici. Così ha deciso di raccontare al Tirreno la sua esperienza. «Ho letto l’articolo che riguarda l’adesione del Comune di Livorno al disservizio… pardon, volevo dire al servizio, chiamato “Send”, cioè il nuovo sistema di recapito delle multe – evidenzia – e sentite quale avventura è capitata a me nei giorni scorsi».

La novità

Ma riavvolgiamo per un attimo il nastro. Tutto inizia con la decisione di Palazzo Civico di attivare il nuovo servizio “Send”: in pratica chi abita in città – in caso di una sanzione comminata, ad esempio, dalla polizia municipale per eccesso di velocità – non vedrà più recapitarsi a casa il verbale cartaceo. E qui le strade sono due: o sarà inviato alla pec, la posta elettronica certificata, oppure sarà consegnata una raccomandata (da ritirare alle Poste) con un Qr Code, un codice a barre bidimensionale, scaricabile soltanto da chi sia in possesso di Spid (Sistema pubblico di identità digitale) o Cie (Carta di identità elettronica). E chi non avesse né l’uno né l’altra? Allora può rivolgersi a un punto Send dedicato per farsi stampare il verbale. Una modalità che ha sollevato numerosi dubbi da parte del Movimento consumatori Toscana. In particolare il presidente regionale Benedetto Tuci ha parlato di «discriminazione», sottolineando come questa modalità di pagamento delle multe sia «penalizzante soprattutto per gli anziani».

Il fatto

Ed ecco che a raccontare la sua esperienza è Cattaneo. «Ricevo una raccomandata contenente un “Send” che mi annuncia una multa, ma che per poterla vedere devo inquadrare il Qr Code, cosa che riesco a fare non senza qualche difficoltà – sottolinea – . Il Qr code, però, mi comunica che per poter almeno vedere di cosa si tratti servono Spid o Cie, ma poi anche i codici Pin e Puk, tutti rigorosamente accompagnati dalle loro specifiche password. Ora, chi parla è nato nella prima metà del XX secolo, quindi ha una grande dimestichezza con la lima a mazzo (una lima di acciaio utilizzata per sgrossare o levigare superfici piane, spesso in metallo, ma può anche essere usata su legno, ndr) e con la macchina da scrivere, ma non ne ha alcuna con gli strumenti informatici. E allora che fare? Lascio perdere il Qr Code e mi scomodo per andare negli uffici comunali a chiedere di essere aiutato».

La “richiesta d’aiuto”

Così Cattaneo arriva in piazza del Municipio. «Ma l’impiegata mi spiega gentilmente che il Comune di Livorno non può stamparmi su un foglio di carta la multa, che peraltro mi è stata comminata dallo stesso Comune, ma devo andare in un Caf cittadino – prosegue il racconto – . Bene, riprendo il cammino, tanto non ho nulla da fare e poi il tempo è sereno, ed entro in uno dei Caf di cui l’impiegata mi ha dato un elenco. Il Caf è pieno di gente ovviamente, siamo in periodo di 730, mi siedo e attendo coda. Finalmente arriva il mio turno, ma l’impiegata del Caf mi spiega, altrettanto gentilmente della prima, che non può stamparmi su un maledetto pezzo di carta la multa, ma può soltanto fissarmi un appuntamento per eseguire la stampa. Così mi fissa un appuntamento per cinque giorni più tardi, al quale sarò presente, tanto anche quel giorno non avrò nulla da fare, nella speranza, forse illusoria, che alla fine rientrerò a casa vittorioso e mostrerò con orgoglio il pezzo di carta a mia moglie dicendole, con un sorriso: “Cara, abbiamo finalmente la multa!”».

Le domande

«Ora, io vorrei dire che è noto che lo scopo della burocrazia è quello di complicare le cose semplici, ma in questo caso non sembra un’esagerazione? Non è forse che ancora una volta siamo in presenza di un’innovazione che va a beneficio esclusivo della pubblica amministrazione, la quale scarica sui cittadini più deboli, in questo caso gli anziani, le sue inefficienze?».

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