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Livorno, truffata dal falso corriere: le consegna un pacco e il complice scappa con cinquemila euro

di Stefano Taglione
Una volante della polizia con un agente al lavoro (foto d'archivio)
Una volante della polizia con un agente al lavoro (foto d'archivio)

È accaduto in via della Madonna: la polizia sta cercando di ricostruire la vicenda. Si ipotizza che il fattorino abbia fatto da esca per il complice poi entrato in casa

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LIVORNO. «Signora scenda, c’è un pacco per lei». Poche parole attraverso il citofono sono bastate, nel pomeriggio di sabato 24 maggio, per rubare a casa di un’anziana livornese ben cinquemila euro. Un colpo ben architettato, quello andato in scena in centro, il primo in assoluto a Livorno – almeno per quanto è dato sapere – con la tecnica del “falso corriere”. Un modus operandi semplice, quanto diffuso soprattutto in altre parti d’Italia: in pratica, al campanello, suona una persona che si spaccia come fattorino delle consegne e, con la scusa di recapitare un pacco, fa scendere fino al portone l’ignara vittima. In questo caso, purtroppo l’anziana ha lasciato aperta la porta dell’appartamento, al primo piano di un condominio, e mentre andava a prendere il fantomatico pacco un complice, almeno secondo la ricostruzione degli inquirenti, è entrato all’interno dell’abitazione, ha rapidamente messo a soqquadro le stanze ed è fuggito con cinquemila euro in contanti. Ci ha messo qualche minuto, evidentemente perché il falso corriere non si è limitato a suonare il campanello e a far scendere la signora, ma ci ha anche parlato a lungo, facendole perdere tempo prezioso. Poi, mentre stava risalendo, il complice è uscito dalla stessa porta, si è nascosto al pianerottolo del piano superiore o comunque in punto tale da non essere visto e, una volta rientrata la vittima, è sceso per le scale ed è scappato.

La fuga

Completato il raggiro i due hanno fatto perdere le proprie tracce e la donna, dopo qualche minuto, si è resa conto della truffa. A questo punto, combattendo il comprensibile (quanto sbagliato) senso di vergogna che la affliggeva, ha chiamato il 112 raccontando alla sala operativa della polizia di Stato cosa le era appena accaduto. E i poliziotti delle volanti, con grande professionalità e umanità, l’hanno rincuorata facendole comprendere che lei non aveva nessuna colpa, cercando poi di ricavare quanti più elementi possibili per avviare gli accertamenti. A Livorno si tratta del primo raggiro in assoluto di questa tipologia: nel gennaio scorso, con la scusa di consegnare un pacco, ad Antignano subì un tentativo di rapina, trovandosi una pistola puntata al volto, il cinquantacinquenne Enrico Bencini, che però spiazzò i due banditi (quello armato e il complice) aggredendone uno e mettendoli in fuga. Le indagini Il primo intervento delle volanti dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura, guidato dal commissario capo Gabriele Nasca, è stato fondamentale per il prosieguo delle attività investigative di cui si occuperanno i colleghi della Squadra mobile di via Fiume, coordinati dal vicequestore aggiunto Riccardo Signorelli, che in tema di truffe (in questo caso telematiche, attraverso gli “home banking” degli istituti di credito) nei giorni scorsi hanno sgominato una ramificazione livornese di un’organizzazione ben strutturata che aveva appena svuotato, per ben 45.000 euro, due conti correnti di altrettanti anziani livornesi che, grazie al loro intuito, quei soldi potranno finalmente recuperarli. Ora, attraverso le immagini delle telecamere della zona, gli agenti sperano di poter risalire al furgone delle consegne e quindi alle due persone che hanno raggiunto via della Madonna per derubare la signora. L’ipotesi prevalente è che il falso corriere e il ladro materiale fossero due attori della stessa messa in scena conclusa con l’ingente furto, ma le attività di indagine sono ancora nella fase embrionale e, prima di stabilirlo con certezza, dovranno prendere ulteriore impulso.

I consigli

In ogni caso, per evitare questi raggiri che purtroppo in Italia stanno prendendo sempre più piede, è opportuno fare estremamente attenzione. Innanzitutto, se non si aspettano pacchi a casa, il consiglio è quello di non aprire mai la porta, anche perché sul pianerottolo potrebbe esserci banalmente una persona senza scrupoli che, anziché consegnare l’inesistente spedizione, può benissimo aggredire chi è sulla soglia dell’appartamento con l’obiettivo di rubare soldi e gioielli. In caso di pacco in arrivo, invece, bisogna sempre seguire le istruzioni del corriere (che segnalerà la fascia oraria di consegna) e, soprattutto, mai lasciare aperta la porta di ingresso quando si scende al portone per prenderlo. Meglio, in realtà, affacciarsi dalla finestra o dal balcone per realizzare, magari attraverso le marche sul furgone, che al campanello abbia suonato il reale corriere espresso.

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