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Tribunale

Livorno, picchia la moglie incinta e le lascia le cicatrici visibili

di Stefano Taglione
Guardie giurate all'esterno del tribunale (foto d'archivio)
Guardie giurate all'esterno del tribunale (foto d'archivio)

L'uomo, un trentenne, è a processo per maltrattamenti in famiglia. L'avrebbe chiusa in casa e aggredita perfino davanti ai poliziotti intervenuti per difenderla

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LIVORNO. Avrebbe picchiato la compagna anche mentre era incinta, «utilizzando a volte armi quali coltelli e cocci di vetro e cagionandole cicatrici tuttora visibili, chiudendola spesso in casa e impedendole di uscire, minacciandola sovente di farle del male e dicendole frasi come “Ti taglio la faccia”». Accusandola, inoltre, «di essere un cattivo genitore, picchiandola selvaggiamente anche sulla pubblica via e minacciandola perfino dinanzi ai poliziotti intervenuti, esternando aggressività nei suoi confronti per futili e banali motivi».

Le accuse

Per questo un trentenne tunisino è a processo per maltrattamenti in famiglia.I fatti contestati, stando alla ricostruzione della procura, sarebbero avvenuti dal gennaio del 2022 all’agosto del 2023, fin quando la donna – una venticinquenne di origine siciliana e residente in città, che Il Tirreno non rende identificabile in quanto vittima di violenza di genere e, per gli stessi motivi, non svela l’identità dell’ex convivente imputato – non ha trovato la forza di denunciarlo alle forze dell’ordine. Poi, da parte dell’autorità giudiziaria, l’allontanamento con l’emissione della misura cautelare del divieto di avvicinamento all’ex convivente e ai luoghi da lei abitualmente frequentati (deve starle lontano almeno 200 metri). «Il 14 agosto del 2023 – si legge sempre negli atti dell’inchiesta, che hanno portato al rinvio a giudizio del cittadino nordafricano – l’uomo si è introdotto contro la volontà della giovane all’interno della camere da letto in cui dormiva, nell’abitazione di un’amica che la stava ospitando, infrangendo la finestra e rovistando fra le sue cose, andando via solo grazie all’intervento della polizia, determinando in tal modo un insano clima di timore e tensione nel contesto familiare, che induceva di fatto la donna a non denunciarlo alle forze dell’ordine e sovente ad abbandonare il pronto soccorso senza attendere l’intervento dei sanitari». Secondo quanto ricostruito l’avrebbe inoltre minacciata di farle del male se l’avesse lasciato.

Il processo

L’uomo, che ha subìto già un’altra condanna per lesioni personali ed è difeso dall’avvocata Alessandra Natale, dopodomani comparirà in tribunale per il processo che si è aperto nei suoi confronti. La vittima non si è costituita parte civile. Nell’occasione saranno ascoltati alcuni testimoni chiamati a riferire sui presunti maltrattamenti in famiglia e, nei prossimi mesi, è attesa la sentenza da parte del collegio del palazzo di giustizia di via Falcone e Borsellino.

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