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L'inchiesta

Livorno, «fiumi di droga dall'Olanda alla Toscana»: gli arrestati scelgono il silenzio

di Stefano Taglione
Un'auto della polizia (foto d'archivio)
Un'auto della polizia (foto d'archivio)

Nell'udienza in tribunale i due, al momento in carcere, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Sono otto, in totale, gli indagati

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LIVORNO. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e per il momento restano in carcere i due cittadini marocchini arrestati dalla Squadra mobile per aver spacciato, secondo l’accusa, droga in Toscana importandola dall’Olanda. Sono il quarantaquattrenne Hamid Zoubir, residente a Firenze, e il trentottenne Jawad Diai, domiciliato a San Miniato, rispettivamente trasferiti nelle carceri di Sollicciano e Pisa e difesi dagli avvocati Maurizio Nasti e Roberto Pellegrini. Sabato 10 maggio, nell’udienza che si è tenuta in videoconferenza davanti al giudice per le indagini preliminari Marco Sacquegna, hanno scelto la linea del silenzio.

Otto indagati

Nell’inchiesta, alla quale per gli arresti hanno collaborato i colleghi delle Squadra mobili di Pisa e Firenze, risultano indagate altre sei persone. Tutto ha avuto inizio da un controllo congiunto, il 28 dicembre del 2023, della polizia e dei “baschi verdi” della guardia di finanza in via Settembrini, alla Rosa, dove su un’auto vennero fermate quattro persone, tre marocchini e una trentenne livornese. Poi, grazie alle intercettazioni, le indagini hanno preso corpo e il giudice ha firmato l’ordinanza che giovedì scorso ha portato ai due arresti e alle perquisizioni nei confronti di Diai e Zoubir.

Il controllo

Fra Natale e Capodanno di due anni fa gli agenti avevano fermato i quattro a bordo di una macchina con una pistola Beretta calibro 7,65, due bilancini di precisione, 6,49 grammi di cocaina, un involucro termosaldato in cellophane e una borsa per il computer al cui interno erano nascosti ben 47.860 euro in contanti. I tre cittadini marocchini, oltre alla trentenne, furono denunciati per possesso ingiustificato di arma comune e spaccio.

L’evoluzione

Da questo controllo l’evoluzione delle indagini, grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali andate avanti all’incirca per un anno. Secondo gli inquirenti, infatti, Diai e Zoubir sono «gravemente indiziati di aver importato cocaina e hashish dall’Olanda per distribuirla in Toscana».

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