Livorno, le ruspe cancellano 102 baracchine: «Obiettivo nuovo look al mercato entro Natale»
Mercato Buontalenti: già abbattute sotto gli occhi del sindaco le prime dieci strutture
LIVORNO. Il grande giorno, il D-Day, l’inizio dell’aggressione alle baracchine fatiscenti installate in piazza Buontalenti tra la fine del 1972 e l’inizio del 1973, è finalmente cominciato. Il combattimento al degrado nella prima delle due zone mercatali (quella che ne aveva più necessità) , ha mosso i suoi primi passi poco dopo l’ora di pranzo. A dire il vero, con un po’ di ritardo rispetto ai programmi convenuti a causa di un contrattempo per far arrivare sul posto il caterpillar dotato di potente cesoia. Una cesoia che dopo i primi movimenti è andata in panne. La ditta Rotelli Metalli che si occupa dello smaltimento su mandato del Consorzio, ha montato così la benna, ottenendo pari risultato. Alle 17, dieci strutture delle 102 totali, erano già state abbattute. Nonostante una mezza giornata perduta, insomma, si è rimasti in linea con il piano, che prevede lo sgombero dell’intera zona in 10 giorni.
Le azioni preliminari
Nell’attesa che arrivasse il mezzo idoneo per la demolizione, gli operai all’interno del cantiere terminato di circoscrivere con reti alte due metri e nelle 24 ore precedenti, avevano rovistato negli ex punti vendita degli ambulanti, selezionando materiali rimasti. Impianti elettrici, luci neon, espositori in legno ed altre cose che con il ferro poco hanno a che vedere e che dovranno seguire, una volta portate via, altre linee di smaltimento. Operazione che sarebbe stata compiuta una volta a destinazione, ma che nell’attesa ha permesso ai primi cassoni riempiti di ricevere materiale subito buono per essere riciclato (ferro, alluminio ed acciaio) .
Via alle operazioni
Poco dopo le 14, il mezzo meccanico ha cominciato a sbuffare usando il pugno di Mario Brega, famoso camionista in “bianco, rosso e Verdone”. Potente quando e dove serve, e una piuma (che accarezza le lamiere raccogliendole) subito dopo. Polvere mossa dalla ruggine che ha divorato l’anima di 50 anni di commercio alle intemperie, nuvole di sporcizie accumulate sopra e anche sotto ciascun modulo ormai desolatamente da giorni abbandonato. L’intenzione è di dare un bello “strappo”, proseguire fino a che la luce diurna consente di lavorare in sicurezza, riprendendo il discorso questa mattina.
Non mancano i curiosi. Passa un signore dall’elegante portamento, classe 1926, ex carabiniere, che ricorda bene i primi tempi in cui, a metà anni ‘60 circa, in piazza Buontalenti comparve il mercato. Nitido poi il passaggio dai “barroccini” alla conquista (per l’epoca) delle strutture in ferro che permettevano ai commercianti di avere finalmente un punto fisso senza fare continui spostamenti giornalieri da e per le rimesse che comunque si trovavano quasi tutte in un raggio di due-trecento metri. «Fanno un bel lavoro – dice – e speriamo che si rispettino i tempi. C’è bisogno di far tornare questi posti quello che erano un tempo». Appena in tempo per essere udito dal sindaco, che arriva per vedere e che annuisce.
Il tour di Salvetti
Comincia male, il sopralluogo del primo cittadino. Che riscontra il non senso dell’arte, espresso con scritte lungo il muro del Mercato Centrale che nulla suggeriscono, tranne il basso livello intellettivo dell’autore. Sfregi gratuiti al bene pubblico. Brutte abitudini da censurare, brutte abitudini che potrebbero scomparire individuando l’autore ed educarlo al rispetto delle cose di tutti. Toccandolo nel portafogli e obbligandolo a qualche servizio sociale. «Abitudine diffusa ovunque, ma insopportabile – dice Salvetti – soprattutto su dei muri che hanno valenza storica, “sbombolettando” ancora una volta l’intonaco del mercato coperto più grande d’Europa, candidato prossimo dall’Unesco. Scritte assurde, che non danno nessun tipo di messaggio, che non passeranno per essere una testimonianza di un grande artista. Si rovina una città». Poi il sindaco torna sul tema che ha originato la visita. «Si sgombra per una riqualificazione, il momento che attendevamo. Abbiamo lavorato per diversi mesi, forse anche un paio d’anni, per arrivare a far si che una ruspa finalmente arrivasse a rimuovere queste vecchie baracchine per dare il via all’operazione del lotto uno area mercatale. Non è stato semplice arrivare a questo punto, perché dovevamo prima confrontarci con le tante persone che qui, fino ad ora, hanno lavorato, consentendo loro di proseguire nel frattempo a lavorare per vivere e permetterci di portare avanti il nostro piano. Dopo cinque anni, ci siamo arrivati ed ora siamo nella fase più suggestiva, preparandoci ad una cosa bella di cui vado fiero. A quando la fine lavori? Si sta andando a buon ritmo. Dopo la fase di sgombero, ci sarà da pensare al riammodernamento di tutti i sottoservizi, che precederanno la pavimentazione, propedeutica dell’opera finale di copertura e le nuove strutture per il nuovo mercato ambulanti, disegnato in accordo con gli stessi esercenti. Traguardo fissato per fine anno. Se si riesce - conclude Salvetti - prima di Natale».
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