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Luca Fiordi, l’oste del marketing 4.0: «Come fare tesoro delle recensioni»

di Francesca Suggi
Luca Fiordi, l’oste del marketing 4.0: «Come fare tesoro delle recensioni»

Livorno, il ristoratore della Venezia e il manuale per chi fa commercio e turismo: «Sono consigli»

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LIVORNO. Ristoratore 4.0. Ha i modi e l' esperienza dell’oste di un tempo (adora stare in mezzo alla gente), mette a tavola generazioni da oltre 20 anni e crea comunità al suo locale Il Forte, in via Forte San Pietro. Ma allo stesso tempo studia marketing, maneggia il web e le sue potenzialità come fa in cucina. Crea siti, gestisce portali e strizza l’occhio e la mente ai settori turistico e commerciale. Luca Fiordi, 56enne veneziano doc, ex presidente del Ccn della Venezia il “passaparola online” lo trasforma in un libro (ne ha già scritti altri). Nel suo nuovo “Manuale delle recensioni” (si trova su Amazon a 22 euro) si trovano dritte per gestire le recensioni, per trarne profitto per evitare le perdite. Questo manuale è utile per tutelare il brand di ristoranti, pizzerie, hotel, strutture ricettive, host, professionisti, artigiani, Ma è prezioso anche per ottenere le migliori recensioni, per evitare le negative, per rispondere nel miglior modo e trasformare in opportunità i giudizi negativi. Fiordi dà consigli per proteggersi dai giudizi negativi. Riconoscere i falsi (il suo manuale aiuta anche i clienti). È l’uomo che analizza cosa c’è “dietro le stelle”. E tutto quello che studia lo applica in primis sul suo storico locale. E se è ancora là, frequentato e apprezzato, dopo 22 anni vuol dire che qualche “segreto” il commerciante lo può raccontare (con umiltà e col profilo basso che da sempre lo caratterizza).

Ristoratore ed esperto di web. Come le è venuta l’idea del manuale?

«L e recensioni fanno parte del marketing di qualsiasi attività. Per questo è bene dare ascolto alle recensioni, in quel modo si ha il sentiment del mercato di riferimento. Quando parliamo di recensioni reali e non false o scritte da hater o false positive perché comprate: da commerciante, ristoratore, dopo avere seguito alcuni host, ho sempre notato quanto le recensioni potessero condizionare lo stato d'animo delle persone, creare frustrazione o entusiasmi e addirittura il successo e l'insuccesso di un business. Ho cercato di trovare delle soluzioni al problema recensioni».

Una ricetta per trarre profitto?

«La ricetta vincente è fare bene il proprio lavoro, pensare spesso alla soddisfazione dei clienti, offrire prodotti di qualità, avere prezzi in linea con la propria offerta. Non è tutto ma è un buon inizio».

Come evitare perdite e trasformare un brutto giudizio in occasione?

«L'unico modo per trasformare le recensioni negative è di rispondere in modo adeguato e propositivo. Non svelo altre dinamiche, nel libro ce ne sono a decine».

Il vecchio passaparola era meno “distruttivo”.

«Certo. Il mondo è cambiato, le recensioni sono un passaparola online, con più rilevanza: raggiungono ogni parte e restano nel tempo».

Per capire se una recensione è vera?

«Le recensioni reali raccontano dettagli, spesso con foto. Questo non significa che siano veritiere: esistono situazioni dove con la stessa tecnica si possono creare recensioni false positive o negative».

Da ristoratore come gestisce le sue? Che consiglia ai colleghi?

«Da ristoratore uso anche le tecniche spiegate nel libro: preferisco fare bene il mio lavoro e voglio ascoltare quello il mercato racconta con i feedback. Ho aiutato, nel tempo, decine di persone ad uscire da shitstorm, da tendenze negative causate dalle recensioni. Sul mio lavoro preferisco andare a testa bassa pensando alle persone: ognuno che frequenta i miei business lo fa per vivere un'emozione. Da sempre ci concentriamo su quello».

Progetti nel cassetto?

«Sì, uno collegato al turismo a Livorno, ci stiamo provando insieme a Guide Storiche e poi altri progetti. Sto preparando dei corsi che parlano di marketing. Tengo sempre in prima linea il locale storico con mamma e mio fratello Paolo, lì trovo gli ospiti, gli amici e nuove persone. È quello che mi dà sempre tanta soddisfazione».

Per la Venezia lei da commerciante ed ex presidente Ccn cosa spera?

«Nel Ccn sono disponibile come consigliere e sempre pronto a dare un valore aggiunto alla nostra Venezia. Aspetto che si valorizzi il Forte San Pietro, vera risorsa della città».

Si va verso Effetto Venezia.

«Probabilmente per un disguido, il Ccn Venezia, ma per sentito dire, anche l'ufficio Turismo, non sono stati invitati alla presentazione di Effetto Venezia 2025. Non voglio fare polemica, di sicuro ci contatteranno in altra sede perché la testa e le idee di 50 piccoli imprenditori della Venezia sono di sicuro una grande risorsa da ascoltare per dare una marcia in più alla kermesse».

La sua esperienza quanto incide nel suo locale?

«Il Forte da 22 anni è sempre molto frequentato. Noi ci siamo adattati ai cambiamenti, nel nostro locale vengono persone che venivano 10, 15 anni fa da ragazzi e oggi vengono con famiglia e figli. Ci siamo adattati all'evoluzione anche turistica della città, facciamo i tour domenicali con il cacciucco, ci esibiamo raccontando le ricette ai turisti».
 

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