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Il progetto

Livorno, nuovo fiume di 280 metri dal viale Sauro al mare

di Claudia Guarino

	Il cantiere
Il cantiere

Niente stombamento per l’ultimo tratto del Rio Maggiore. Ecco il piano per costruire un canale sotterraneo parallelo

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LIVORNO. Uno scolmatore lungo circa 280 metri per la maggior parte sotterraneo che – collegandosi con il Rio Maggiore all’altezza di quello che sarà il ponte di via Toti – arriva al mare sfociando dentro il territorio dell’Accademia Navale. Ed esattamente accanto all’attuale corso d’acqua che nella sua ultima parte, come anticipato dal Tirreno, non sarà stombato. Ecco cosa è contenuto nel progetto definitivo per la messa in sicurezza idraulica dei tratti 1 (foce Accademia Navale) e 2 (viale Italia-viale Nazario Sauro), consultabile sul sito della Regione Toscana come allegato alla convocazione a Firenze (per lo scorso settembre) della conferenza dei servizi che doveva pronunciarsi sul progetto in questione, nel frattempo escluso con decreto dalla procedura per la valutazione di impatto ambientale. Ed è quest’ultimo l’atto da cui emergono le tempistiche. «Il cronoprogramma prevede due anni e mezzo di lavori». Ma andiamo con ordine.

Il progetto

Partiamo da via Toti. Perché è qui che si collegano due lotti di interventi: quelli in corso ormai da anni per lo stombamento del tratto 3 del Rio Maggiore fino al viale Nazario Sauro e quello che prevede la creazione dello scolmatore fino al mare. Per quando inizieranno i lavori, qui ci sarà un ponte sul corso d’acqua ormai stombato. Appena dopo questo ponte si innesterà, a valle, il cantiere per creare lo scolmatore che prevede una cosiddetta “opera di presa” per convogliare l’eventuale acqua in eccesso. Il canale, invece, avrà una lunghezza di circa 280 metri, una larghezza di 8 e rimarrà coperto per la maggior parte del percorso per “scoperchiarsi” in due soli punti: in corrispondenza delle aree verdi presenti all’interno dell’Accademia. Dopo aver attraversato in sotterranea il viale Nazario Sauro, procederà verso il mare passando, sempre sotto terra, a nord di Barriera Regina Margherita. E avrà, si legge nella relazione al progetto definitivo, «sbocco indipendente al mare in affiancamento allo scarico del tombamento esistente».

I motivi

Tombamento che viene quindi mantenuto. È stata scelta questa ipotesi per tutta una serie di motivi, anche questi spiegati nella relazione generale al progetto. E cioè, per esempio: «mantenimento dell’attuale tombamento in considerazione delle buone condizioni costruttive con eliminazione di invasive opere di demolizione»; «allontanamento dell’opera dagli edifici esistenti» e «maggiore rapidità di costruzione». Oltretutto «la realizzazione del canale scolmatore comporta grossi benefici in termini di alleggerimento del carico idraulico sul tratto tombato terminale». Il tutto attraverso «la demolizione di due manufatti che insistono sulla porzione tombata del Rio Maggiore lungo viale Nazario Sauro (la cabina elettrica e un box auto)» e spostando «alla quota del marciapiede la pista ciclabile attualmente situata all’interno della carreggiata».

L’iter

Di tutto ciò si trova traccia sul sito internet regionale in cui appare, da una parte, il decreto dirigenziale adottato il 6 settembre con cui, seppur prevedendo alcune prescrizioni, si esclude il progetto in questione dalla procedura di valutazione di impatti ambientale. E in questo modo si riducono i tempi. C’è poi una comunicazione con cui l’ex dirigente del Genio Civile Francesco Pistone indice una conferenza dei servizi per il 10 settembre volta all’approvazione del progetto (che è quello definitivo ed è allegato all’atto) per «la riduzione del rischio idraulico del bacino del Rio Maggiore tratto foce Accademia Navale e tratto viale Italia - via Nazario Sauro». Da questo momento in poi cessano le tracce documentali, ma l’attuale dirigente del Genio Civile, Enzo di Carlo, alla fine di dicembre ha sottolineato che è arrivato l’ok della conferenza dei servizi convocata a Firenze e che, «una volta prodotto il decreto di approvazione, ci sarà l’affidamento dei lavori». Che secondo le carte dovrebbero durare complessivamente due anni e mezzo. Nel frattempo restano aperti tutti gli altri cantieri, compreso quello in via Toti, che ormai da diversi anni è diventata una strada senza uscita in attesa che una sua propaggine sia trasformata in ponte.

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