Il Tirreno

Livorno

Sanità

Minacce ai sanitari di Livorno, il prefetto: «Ora rafforzare la sicurezza nei reparti»

Il prefetto di Livorno, Giancarlo Dionisi (foto Franco Silvi)
Il prefetto di Livorno, Giancarlo Dionisi (foto Franco Silvi)

Giancarlo Dionisi convocherà entro fine gennaio l'Asl e le forze dell'ordine: l'obiettivo è proteggere maggiormente i dipartimenti più a rischio come i pronto soccorso e le psichiatrie

3 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. «Per quanto riguarda la sicurezza del personale sanitario – parlo ad esempio di medici, infermieri e operatori socio-sanitari – voglio ribadire l’impegno che le forze di polizia stanno approfondendo per la prevenzione contro le aggressioni. Ho disposto un rafforzamento del controllo dei pronto soccorso e dei reparti psichiatrici, passaggi quindi più frequenti delle pattuglie e poi la novità è che entro gennaio sottoscriveremo con l’Asl Toscana nord ovest un protocollo specifico per rafforzare la sicurezza nei pronto soccorso e nei reparti psichiatrici. Questo accordo sarà essenziale per prevenire episodi di aggressione e garantire un ambiente di lavoro sereno e protetto per il personale sanitario, fondamentale per offrire ai cittadini un’assistenza efficace e di qualità».

A rivelarlo è il prefetto di Livorno, Giancarlo Dionisi, molto vicino al tema delle aggressioni in ambito sanitario, tanto che già in prefettura su questo tema lo scorso settembre aveva organizzato un tavolo tecnico con la partecipazione degli addetti ai lavori, che naturalmente avevano molto apprezzato l’iniziativa e la sensibilità di Dionisi sulla questione. «Sono molto preoccupato per l’escalation che sta assumendo questo esecrabile fenomeno, di fronte al quale serve una risposta forte e immediata – le sue parole quattro mesi fa –. Ringrazio la polizia di Stato, oltre che le altre forze dell’ordine, per il pronto e risolutivo intervento. Ma comprendo anche lo stato di animo dei sanitari, che lavorano in condizioni di allarme e di paura assolutamente inaccettabili. Occorre un approccio sinergico al problema e, in tale ottica, spero di poter concordare e sottoscrivere un protocollo operativo fra prefettura e Asl per stabilire le “regole di ingaggio” più efficaci. Credo che la collaborazione tra le forze di polizia el’Asl debba essere costante e improntata alla massima operatività, snellendo e velocizzando le procedure di comunicazione, sia in fase di prevenzione degli eventi sia nella reazione al fatto criminoso, momento che deve essere il più rapido possibile. Occorre fornire risposte, non solo celeri, ma soprattutto in grado di creare le più efficaci condizioni di deterrenza verso chi intende anche soltanto alzare la voce».

Un protocollo, quindi già annunciato, che ora arriverà quindi a compimento. Che si affiancherà a quello, già molto efficace, frutto della convezione fra l’Asl Toscana nord ovest e il Nas dei carabinieri di via Pieroni contro le minacce e le fattispecie “più lievi”, che non comportano denunce, ma le sanzioni amministrative da 500 a cinquemila euro (di mille quelle comminate finora nell’area vasta, da Carrara a Piombino).

«Vorrei ricordare che con il mondo sanitario c’è stata fin da subito una grande collaborazione per costruire questo protocollo: non solo con la direttrice generale Maria Letizia Casani – conclude il prefetto ricordando quanto già fatto – ma anche con il presidente dell’Ordine dei medici, dell’Ordine degli infermieri, con il segretario provinciale Federazione italiana medici di medicina general e con i sindacati. Grande collaborazione per costruire un percorso di tutela contro le aggressioni in ambito sanitario».

Primo piano
La tragedia

Morto sull'A15, il post della compagna e la torta di compleanno scelta dai tre figli: «Dammi la forza per crescerli»

di Gabriele Buffoni
Sportello legale