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Francesco Belais: «Quel medico dell’ospedale mi toccava, poi mi baciò sulla bocca»

di Martina Trivigno
Francesco Belais: «Quel medico dell’ospedale mi toccava, poi mi baciò sulla bocca»

L’insegnante ed ex assessore: «Quando ho visto le altre denunce ho scritto al primario». L’esponente del M5s, ora consigliere comunale, è stato poi convocato dai carabinieri del Nas e ascoltato dal giudice

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LIVORNO. «Sono uno dei pazienti nei confronti del quale il medico indagato ha manifestato le sue “attenzioni” indesiderate». Francesco Belais pronuncia queste parole durante l’ultimo Consiglio comunale, poi cala il gelo.

Lui, consigliere comunale del Movimento 5 stelle e docente degli istituti Galilei e Cecioni, ex assessore scelto da Filippo Nogarin con deleghe a Turismo, Cultura e Grandi eventi, ha deciso di parlare. E l’ha fatto in diretta, mentre la telecamera dello streaming punta sul suo volto. È in corso la discussione della mozione Pd – che riprende la legge regionale del consigliere Iacopo Melio – per l’istituzione a livello nazionale di una normativa sull’educazione emotiva, affettiva e sessuale nelle scuole. Così Belais prende il coraggio a quattro mani e lo dice, tutto d’un fiato: «Ho subito molestie da un medico dell’ospedale e per questo è il caso di dire che bisogna insegnare alle persone anche a difendersi. Sono molto provato».

L’incidente probatorio

Quello, poi, non è un giorno qualunque: il consigliere comunale è stato da poco ascoltato in sede di incidente probatorio e i suoi occhi hanno incontrato di nuovo quelli di Claudio Pantini, l’infettivologo di 62 anni (ora tornato libero) indagato per violenza sessuale e corruzione per aver abusato, secondo l’accusa, di 12 pazienti del reparto di malattie infettive dell’ospedale di Livorno, dove prima dell’interdizione dalla professione lavorava da oltre 20 anni. Un’inchiesta partita anni dopo i presunti abusi, che il diretto interessato nega di aver messo in pratica, da un esposto presentato in Procura da parte di una presunta vittima. Gli episodi raccontati da Belais, invece, si riferiscono al periodo compreso tra settembre 2022 e febbraio 2024, mentre gli altri episodi risalirebbero tra il 2012 e il 2019. «Una mattina è scattato qualcosa dentro di me, volevo denunciare – racconta Belais – ma, uscendo di casa, ho letto la notizia sul Tirreno. Così ho scritto subito una mail al direttore del reparto di Malattie infettive degli Spedali Riuniti, Spartaco Sani: “Anch’io sono una delle vittime”. Il primario mi ha subito incontrato, sottolineando anche che quella mail non poteva tenerla in un cassetto, ma che doveva informare le autorità preposte del suo contenuto. Così sono stato convocato dai carabinieri del Nas e tutto è iniziato».

Il primo incontro

Secondo il racconto del consigliere comunale, nel settembre 2022 incontrò per la prima volta il medico. «Avevo bisogno di fare alcuni controlli, così andai in ospedale – racconta – . Quando entrai in reparto c’era lui, così gli chiesi come potessi fare. Fu molto gentile e mi disse: “Mi mandi un messaggio con i suoi dati, poi la seguo io”. E così feci. Gli scrissi e lui mi rispose poco dopo: “A presto per un caffè”. “Volentieri”, dissi io e lui di rimando: “Magari da te, compatibilmente con i tuoi impegni”».

Poi arriva il momento del controllo e Belais va in ospedale. «Mi ha fatto spogliare – racconta – . Mi toccava e io provavo un grande imbarazzo. Era un medico, una persona di cui mi fidavo. Poi, quando sono arrivato a uscire, mi ha dato un bacio sulle labbra. All’improvviso». Belais precisa di essersi sentito in difficoltà e di aver raccontato al suo compagno di allora il comportamento del medico. In seguito però gli capiterà di andare in reparto proprio con il suo compagno dell’epoca – che nel frattempo aveva avuto un grave problema di salute – per dei consulti. «Su questo fronte gli devo essere riconoscente perché ha seguito con grande scrupolo il mio compagno e quando c’era lui si è sempre comportato in modo corretto», precisa.

«I primi di dicembre 2023 dovevo rifare di nuovo un controllo e sono tornato in ospedale. Questa volta da solo, perché nel frattempo mi ero lasciato dal mio compagno – prosegue – . Ricordo che era mattina e mentre uscivo, nel corridoio, mi ha preso il collo con la mano. È stato un approccio fisico molto forte, mi ha proprio bloccato la testa». L’ultimo approccio, secondo il consigliere comunale, risale a febbraio 2024. «A questo punto in me è scattato qualcosa: ho iniziato a pensare che volevo denunciarlo. Sono una persona adulta e mi so difendere, ma poi ho pensato: sono stato un assessore, faccio l’insegnante, come posso tacere a una cosa del genere? Così ho provato quello che provano tante donne e uomini».

«Denunciate»

Belais ripercorre questi pensieri quando in Consiglio comunale pronuncia quelle parole. «Ho sempre pensato che la politica, che da troppi anni è ridotta al derby Livorno-Pisa, dovrebbe invece cercare di portare sul tavolino idee comuni – conclude – . È diventata uno scontro, ma nel senso più negativo del termine, e in questo scontro c’è l’abitudine di instillare la paura del diverso e di perdere il diritto acquisito. E intanto si è perso il ruolo di educare una società. La politica è chiamata a fare il bene comune e a tutelare chi è più fragile. In quell’intervento ci ho messo tanto di me e se il mio dolore può servire ad aiutare qualcuno, ben venga. Penso di aver fatto la cosa giusta. Ho sbagliato a non denunciarlo, ma ho vissuto sulla mia pelle quanto è difficile farlo. Soprattutto se a subire delle molestie è un uomo. Ecco, questo aspetto dobbiamo sdoganarlo: le molestie verso un uomo non valgono meno di quelle a una donna».

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