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Livorno, nuovo blitz dei carabinieri in piazza Garibaldi: due arresti - Chi sono
Uno dei fermati, ora in carcere, all'inizio di settembre era stato vittima di un tentato omicidio ed era stato salvato dai medici dell'ospedale
LIVORNO. Nuova retata dei carabinieri in piazza Garibaldi, con due arresti in poche ore. I controlli, iniziati la scorsa settimana e ripetuti nei giorni addietro, erano stati condivisi con il prefetto Giancarlo Dionisi nel comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica..
Il primo arrestato è stato il trentacinquenne tunisino Achref Ayari, difeso dall’avvocata Alessandra Natale, «già gravato da precedenti per reati connessi allo spaccio di stupefacenti», spiegano i carabinieri. L’uomo è stato notato dai militari del nucleo operativo e radiomobile, con il casco integrale in testa, vicino ad alcuni scooter parcheggiati in via del Seminario. All’alt è però scappato, imboccando prima via Pellegrini, poi via Terrazzini. È qui che è stato fermato. Tuttavia, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe lanciato un involucro di droga in via dell’Oriolino, recuperato con all’interno 18 dosi di cocaina per un peso complessivo di sette grammi, nonché un grammo di hashish, «stupefacente che, se illegalmente ceduto, avrebbe fruttato un guadagno di circa 500 euro» Nel pomeriggio del 25 settembre il giudice Gianfranco Petralia ha convalidato l’arresto di Ayari disponendo l’obbligo di presentazione quotidiano all’autorità giudiziaria.
Il secondo arrestato è un connazionale di 50 anni, Anis Chemsi, vittima all’inizio del mese di un tentato omicidio, che ha portato nelle scorse settimane all’arresto da parte della Squadra mobile di Aleaddine Tayari, l’uomo che lo avrebbe accoltellato tre volte in piazza della Repubblica. I militari dell’Arma lo hanno controllato, in centro, mentre dormiva su un’auto, verificando che «risultava essere stato oggetto di un provvedimento di espulsione da parte dell’autorità giudiziaria a titolo di sanzione alternativa in quanto, nel 2015, era stato condannato per reati in materia di traffico di sostanze stupefacenti e per reati contro la persona ed espulso nel 2020». «L’attività d’indagine – proseguono dal comando provinciale di viale Fabbricotti – ha permesso di appurare come l’uomo fosse rientrato in Italia nel maggio del 2023 per partecipare a un’udienza in tribunale e, da quel momento, non aveva mai lasciato il Paese, nonostante ne avesse l’obbligo. Gli elementi investigativi sono stati segnalati al tribunale di sorveglianza, che ha emesso un decreto di ripristino dello stato di detenzione, con il contestuale ordine di carcerazione, al fine di fargli espiare un anno di detenzione quale pena residua». Chemsi, salvato dopo il tentato omicidio di inizio mese da un collasso polmonare dai medici dell’ospedale, si trova quindi ora nel carcere delle Sughere ed è difeso dall’avvocata Barbara Luceri. I carabinieri fanno sapere che i controlli proseguiranno anche nei prossimi giorni, con particolare attenzione all’area Garibaldi.