L’ultimo colpo al liceo Classico di Livorno: studenti spostati in via degli Asili
La decisione della preside: via dalle aule di via Ernesto Rossi in cui insegnò Pascoli
LIVORNO. «Al classico c’è un’identità molto forte. Noi abbiamo iscritto i nostri ragazzi a questa scuola anche perché frequentassero l’edificio di via Ernesto Rossi, che rappresenta, insieme alle materie che vengono insegnate, la storia del liceo». Valentina Cassoni è uscita qualche decennio fa dal Niccolini Guerrazzi. Adesso è la mamma di un allievo del liceo. Parla a nome dei rappresentanti di classe della scuola più antica (e un tempo più prestigiosa) della città.
Martedì mattina, 30 luglio, una cinquantina di genitori si sono riuniti per discutere di una lettera che la preside Teresa Cini ha inviato loro il 23 luglio, nella quale comunicava che le future classi terza, quarta e quinta del liceo classico da settembre saranno trasferite nella nuova succursale assegnata all’istituto dalla Provincia, in via degli Asili, attualmente sede dell’istruzione per gli adulti.
A spostarsi saranno quattro classi del classico (una terza, due quarte e una quinta) per un totale di 80 alunni.
Con questa soluzione il Niccolini Palli avrà tre sedi: via Rossi, via Maggi (ex magistrale) e via degli Asili. Ma la storica sede di via Ernesto Rossi, che accoglie il classico dal 1860 e in cui hanno studiato generazioni di liceali, perderà l’unico fil rouge che lo lega alle sue origini (vi rimarrebbe infatti, per ora, solo il biennio, l’ex ginnasio), in un momento di grandi difficoltà vissuto dalle lettere antiche, scelte da sempre meno studenti in uscita dalle medie.
La richiesta
La nuova sede potrà ospitare soltanto cento persone. Compresi prof e personale scolastico.
I genitori, nella riunione con la dirigente scolastica, hanno chiesto di trovare una soluzione alternativa. «La preside ci ha presentato lo spostamento di queste classi come deciso, ma ci siamo incontrati per presentare le nostre proposte – continua la portavoce -. Non sindachiamo sulla struttura di via degli Asili in quanto tale. Noi vogliamo che i nostri ragazzi vivano il senso di comunità che si crea nell’edificio di via Ernesto Rossi».
Collettività che nella storica sede si crea «perché ci sono pochi alunni, e i ragazzi, dalla prima alla quinta, si conoscono. Abbandonando via Rossi, gli studenti del classico perderebbero quest’opportunità di crescita. È importante mantenere l’interscambio tra gli studenti e la loro appartenenza all’edificio che li rappresenta dal 1862», spiega Cassoni.
Per i genitori, quindi, la soluzione ideale per permettere a tutti di vivere al massimo la vita liceale è quanto chiesto «con forza» alla dirigente scolastica: «Non isolare le classi del triennio in una succursale. Come già capita in altre scuole che hanno analoghe problematiche di collocazione, chiediamo che venga effettuata una turnazione tra classi nei vari plessi, in modo da poter consentire a tutti di vivere la sede», spiega la rappresentante.
Da Pascoli a Ciampi
Al di là del legame che si crea tra gli alunni, i genitori ci tengono a che i loro figli frequentino l’edificio dove si sono formate tanti illustri menti livornesi. Nella sede di via Rossi, liceo aperto nel 1860, hanno insegnato il poeta Giovanni Pascoli, tra il 1887 e il 1895, e Carlo Azeglio Ciampi, nel 1945, professore di lettere, molto prima di diventare presidente della Repubblica. Tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo hanno solcato il portone di via Rossi il musicista Pietro Mascagni, il chimico Guido Donegani, lo scienziato Guglielmo Marconi e il pittore Amedeo Modigliani, solo per citare i più famosi. «In un momento in cui si va verso la praticità nelle scuole, professionalizzando gli alunni, l’identità del classico può aiutare i ragazzi. Il pensiero che si crea in questo liceo può essere reazionario di questi tempi», dice Cassoni. Che poi aggiunge: «Stiamo creando un comitato che si interfacci con la scuola, per risolvere questo problema».
La voce dei ragazzi
Anche i ragazzi sono contrari all’opzione di spostare in maniera fissa quattro classi del Classico. «Per noi più che la connessione con la storia del liceo, conta il senso di comunità», esordisce Clelia Nerici, rappresentante di istituto del Niccolini Palli. «Il Niccolini Palli è centrale come polo umanistico, non come sede del classico – continua -. Sottolineiamo come la questione non riguardi solo i liceali del classico, ma tutti gli alunni della comunità studentesca. Non si possono isolare quattro classi dalla comunità scolastica. Ottanta alunni su settecento sarebbero tagliati fuori da tutto. Per noi è centrale la comunicazione e lo scambio di idee tra studenti dei vari indirizzi».
La logistica
Il punto di caduta tra i rappresentanti dei genitori e la comunità studentesca, oltre alle turnazioni, è evitare un peggioramento della didattica.
«Già oggi i professori arrivano in ritardo per spostarsi tra via Maggi e via Rossi. Se ci mettiamo anche via degli Asili, più lontana rispetto alle altre due sedi, a rimetterci è tutta la didattica. E non possono rimetterci solo le poche classi che starebbero nella nuova sede», dice Nerici.
La dirigente Cini spiega
«Noi avevamo trovato questa soluzione. Ma ci aggiorneremo dopo Ferragosto. Non vogliamo far passare il messaggio che i genitori e gli studenti non vengano ascoltati dalla scuola».
Dopo la riunione con i rappresentanti dei genitori, Teresa Cini, la dirigente scolastica del Niccolini Palli, frena rispetto alla comunicazione inviata alle famiglie il 23 luglio con cui si prevede che di spostare gli 80 studenti del triennio del liceo classico in via degli Asili.
«Faremo un altro tavolo tecnico – annuncia Cini –. Capiremo se è possibile mettere in piedi una rotazione di otto classi, invece che metterne solo quattro in via degli Asili. Sarà un’operazione difficile e complicata, non credo verrà un bell’orario. Ma se la nostra scelta deve comportare dei malumori, vediamo di fare il possibile, anche se non garantiamo niente».
Chi siederà al tavolo?
«Vi lavoreranno di nuovo gli “oraristi”. Ma si sono messi a disposizione anche dei genitori, e una studentessa. Facciamo questo tavolo perché ce lo hanno chiesto, e noi cerchiamo di ascoltare le richieste della comunità scolastica. Ma è evidente che far ruotare otto classi potrà essere complicato».
Perché ha scelto di spostare proprio l’indirizzo classico?
«Siamo un polo umanistico, con cinque indirizzi. Sono poche le classi che messe insieme possono dare il numero di persone che può stare nella villa di via degli Asili. Se il classico è esiguo non è colpa di nessuno».
Ma la tradizione di via Ernesto Rossi non è qualcosa da sottovalutare...
«Da quando la scuola è nata troppe cose sono cambiate. Oggi siamo in una realtà diversa, in movimento, bisogna guardare avanti. Ancorarsi a un edificio è riduttivo. E per avere lo scambio con gli altri ragazzi avremmo comunque cercato di mettere l’attività pomeridiana con dei laboratori».
E se le classi in via degli Asili saranno otto, quali altri indirizzi ci andranno?
«Per ovvie ragioni il coreutico e l’indirizzo musicale non ce li possiamo mettere. Sono indirizzi che richiedono determinati spazi. Ci potremmo mettere delle quinte di altri indirizzi. Ma dobbiamo verificare anche la presenza di alunni diversamente abili per capire quali classi spostare. Trovare una soluzione sarà un gioco di prestigio. Ma entro fine agosto arriveremo a un punto fermo. E la soluzione che adotteremo sarà quella definitiva».
Per quanto tempo le classi potranno stare in via degli Asili?
«Finché non avremo il nostro plesso che attualmente sta utilizzando l’Enriques, in via Goldoni. E l’Enriques non va via finché non potrà avere a disposizione gli spazi di via Calafati, cioè nel 2027».
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