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Porto di Livorno, progetto raccordo: tempi, cifre e dettagli dell’intervento

di Flavio Lombardi

	L'area dove sorgerà la Darsena Europa 
L'area dove sorgerà la Darsena Europa 

La promessa del sottosegretario alle Infrastrutture Ferrante sul collegamento tra Interporto-Colle-Vada e il bypass di Pisa

25 maggio 2024
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LIVORNO. Il punto si era già cominciato a focalizzare durante il pranzo consumato all’Hotel Palazzo. Quando, il sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Tulio Ferrante, ha tenuto a rassicurare il presidente della Autorità Portuale Luciano Guerrieri, sulla volontà del governo di riprendere senza indugi il tema delle opere infrastrutturali e sulle priorità di sviluppo strategico che riguardano lo scalo livornese. All’arrivo davanti a Palazzo Rosciano, Ferrante ha subito risposto alla stampa, fornendo le rassicurazioni da tempo attese. In agenda, fra le priorità e con la matita rossa, sarebbe confermato l’impegno a recuperare nei prossimi provvedimenti di finanza pubblica, tutte le coperture per la realizzazione del collegamento tra l’Interporto Vespucci e la linea Collesalvetti-Vada, reputato decisamente strategico per il futuro del porto e per il quale i 300 milioni stanziati dal precedente governo a valere sul contratto Rfi (Reti ferroviarie italiane) 2022-2026 erano nel frattempo, state destinate ad altre opere.

Il punto

«Posso dire che ad esempio sulla Darsena Europa abbiamo avuto un confronto positivo sull’iter di avvio della posa della prima pietra nel 2025 – ha detto –. C’è un forte impegno collettivo e diffuso ad anticipare le tempistiche per partire». Sull’investimento della linea ferroviaria già accennato, il rappresentante di Forza Italia, accompagnato dalle compagne di partito, l’onorevole Chiara Tenerini e la coordinatrice provinciale Elisa Amato, ha voluto anche ricordare che i 12 milioni per la progettazione hanno già ricevuto copertura. «Stiamo parlando di un’opera dal valore complessivo di 750 milioni di euro e considerato il contesto storico, le ristrettezze economico-finanziarie da dover affrontare in generale, assicuro l’impegno a onorare la realizzazione di una infrastruttura che non può più attendere e necessita che si pensi senza perdere tempo al secondo stralcio del progetto, quello che prevede l’allaccio al nodo fiorentino, tramite il bypass di Pisa».

L’intervento

Ferrante, prima di salire in auto e fare un sopralluogo sul sito dei lavori in Darsena Europa, ha lasciato spazio all’intervento di Guerrieri. «La situazione è ben conosciuta sui tavoli del governo – ha esordito il presidente dell’Autorità di Sistema –. A noi interessano in questo momento passi avanti su alcune cose. Abbiamo inviato una relazione di ottemperanza al Mase (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) e vorremmo venisse licenziata quanto prima con esito positivo, contando che la valutazione di impatto ambientale è già stata superata. Poi, c’è il tema della progettazione che riguarda le ferrovie. L’impegno per finanziarle viene ribadito e questo non può che essere reputato fatto positivo perché per il nostro porto, le connessioni ferroviarie permettono un esponenziale incremento delle Inter modalità. Un obiettivo, questo, che deve essere del nostro territorio ma dell’intero sistema paese. Resta infine la questione più complessa che riguarda il sistema porto-interporto e l’affaire delle aree di espansione dell’interporto che richiedono una sinergia complessiva fra comuni, autorità di sistema, regione e ministeri. Servono più aree per allargarci ed essere maggiormente attrattivi e poter dare risposte sistemiche tra portualità logistica e industria».

Il progetto

Ci si muove, spostandoci sul sito dei lavori in Darsena Toscana. Guerrieri apre una cartina e la mostra a Ferrante, illustrando il progetto. Gli spiega la nuova diga fatta a scogliera con terminazione in terra, spiega i dragaggi che in parte andranno lì, creando un nuovo piazzale destinato alla parte ro-ro di cui Livorno è già il primo porto per questo tipo di traffico. In 18-24 mesi si finirà le opere sulle due vasche, andando poi alla terza. Estesa lungo 130 ettari per uno stoccaggio di 2 milioni di metri cubi di sedimenti marini. E poi il quasi chilometro e mezzo di banchina a una profondità di 18 metri per il terminal contenitori, con allargamento della attuale strozzatura che rende accesso anche alla Darsena Toscana. Ferrante, alza il pollice, soddisfatto, e se ne va. Promettendo novità a stretto giro.

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