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I negozi del cuore

A Livorno da Carosone a Renato Zero, tutti pazzi per Schubert: «Da trentasette anni siamo il negozio degli artisti»

di Luca Balestri
A Livorno da Carosone a Renato Zero, tutti pazzi per Schubert: «Da trentasette anni siamo il negozio degli artisti»

Acquerelli, vernici, matite, tele: Andrea Pucci e il regno dei colori in corso Amedeo «Le attività come la mia sono punti di riferimento per la gente: servirebbe più decoro»

03 maggio 2024
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LIVORNO «Oggi essere negozi di vicinato significa rappresentare dei punti di riferimento per le persone. Ci sono cose da migliorare, per esempio in questa strada andrebbe rifatto il marciapiede, sia per decoro urbano, ma anche per una questione di sicurezza di chi cammina». Ed è quasi 40 anni (37 per la precisione) che Andrea Pucci è l’anima di un negozio del cuore di tanti. Artisti sicuramente, ma non solo. Lui è il fondatore e il titolare di “Schubert”, la mecca per chi di arte ci vive. Per chi ne è appassionato. Per chi comincia.

Aperto dal 1987 in corso Amedeo 33. Dal 2006 è nella stessa via, ma al civico 69. Schubert Belle Arti ancora è simbolo. Il suo nome è sinonimo di colori e creatività a Livorno. Quando si mette piede nel negozio si è avvolti da un’esplosione di vivacità: acquerelli, vernici, matite, tele, e tutto il colore che fa volare la fantasia artistica. Ma negli anni molte cose sono cambiate. «Ad aprire il negozio mi aiutò mio nonno. All’inizio facemmo un vero e proprio boom, l’idea di un negozio delle belle arti ai livornesi piaceva molto» continua Pucci che volentieri ha aderito all’iniziativa di Confcommercio “Il negozio vicino a me. Il negozio del cuore”, portato avanti insieme al Tirreno per valorizzare e raccontare i negozi di vicinato e di quartiere.

Classe 1961, laureato all’Accademia delle Belle arti, livornese che vive nel pisano, a Lari, Pucci oggi gestisce Schubert con la stessa passione di trentasette anni fa.

Quando apre Schubert non è solo un “fornitore d’arte”, ma anche un vero e proprio laboratorio per chi vuole apprendere la manualità.

«Finché siamo stati nell’altra sede abbiamo fatto corsi di pittura, di disegno, e soprattutto di ceramica. Ieri come oggi mi sentivo più un artigiano che un commerciante», spiega Pucci. Che ricorda quanto si divertiva a insegnare agli alunni del corso come creare degli oggetti, come i vasi di ceramica, per esempio.

Pucci fa una riflessione sull’importanza dei negozi di vicinato. Come punti di riferimento per le persone, socialità, presidi di sicurezza e di decoro per i quartieri, in questo caso per il centro città. Avere un negozio di vicinato per trentasette anni, non è da tutti.

«Mi manca insegnare la manualità, ma con i tempi che corrono, prima la crisi del 2008 e poi il covid, tenere questo negozio aperto è un successo –dice con orgoglio il fondatore- Per il negozio stesso i corsi erano un’aggiunta in più. Non solo si insegnava l’arte, ma si creava un vero e proprio giro di clienti appassionati».

Chi imparava l’arte da Schubert, poi qua si riforniva anche, per continuare la sua attività, che ormai era diventata una passione. E i clienti nel corso degli anni sono stati tantissimi, qualcuno anche famoso.

«Quando ho aperto un mio cliente fisso era Renato Carosone, il cantante di Tu vuò fa’ l’americano. Ordinava le tele di un metro per un metro e mezzo da Napoli. È venuto anche Renato Zero, per gli acquerelli». E certamente non mancavano illustri livornesi, come specifica il titolare: «Schubert era tappa fissa anche di Paolo Migone e Dario Ballantini».

Ieri. Oggi. Andrea Pucci fa un confronto. Il rapporto con l’arte oggi è cambiato, ma c’è chi ancora ha questa passione. «Vengono tanti giovani, che cercano la manualità oltre il virtuale. Prendono le bombolette writer per i graffiti, ma anche prodotti per il lettering, per perfezionare la calligrafia».l

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