Il Tirreno

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Emergenza migranti

Livorno pronta allo sbarco dei 35 profughi di Emergency: 11 sono minorenni

Stefano Taglione
Alcuni migranti sbarcati a Livorno dalla nave di Emergency lo scorso 22 dicembre
Alcuni migranti sbarcati a Livorno dalla nave di Emergency lo scorso 22 dicembre

Il sindaco Luca Salvetti: «Noi pronti ad accoglierli, ma siamo un porto lontano». Sono stati salvati dopo quattro giorni senza cibo né acqua e arrivano da Palestina, Bangladesh e Siria. L'attracco al molo 56, l'hub forse la stazione marittima

01 maggio 2023
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LIVORNO. Trentacinque migranti pronti a sbarcare in porto, fra cui 11 minorenni. La nave “Life support” di Emergency – l’associazione fondata a Milano nel ’94 da Gino Strada per offrire cure medico-chirurgiche gratuite ai poveri – torna a Livorno dopo oltre quattro mesi. Il ministero dell’Interno, infatti, il 30 aprile ha assegnato all’organizzazione non governativa italiana il nostro come approdo sicuro e nella mattinata del Primo maggio l'imbarcazione aveva già superato lo Stretto di Messina. L’arrivo previsto – secondo il portale specializzato Marinetraffic, che analizza i dati dei transponder marittimi – è dopodomani alle 9 di mattina, anche se potrebbe essere anticipato alle 7, in base a quanto comunicato alle istituzioni locali.

Terzo sbarco

Il numero dei migranti, rispetto alle ultime volte, stavolta non è elevato: sono “solo” 35 rispetto ai 142 dello scorso 22 dicembre, quando in città ci fu il primo sbarco di profughi dell’era contemporanea proprio della stessa organizzazione non governativa, con centinaia di volontari, agenti della polizia, sanitari e altri appartenenti alle forze dell’ordine mobilitati per accogliere nel migliore dei modi i rifugiati, alcuni dei quali feriti. Uno sbarco replicato, il giorno successivo, con l’arrivo dell’imbarcazione tedesca “Sea Eye 4”, con 108 persone, una delle quali con gravi ustioni su varie parti del corpo provocate dal contatto con il gasolio e per questo trasportata nel reparto grandi ustioni dell’ospedale pisano di Cisanello.

Niente colonna mobile

Ma dove attraccherà la “Life support”? Al momento è previsto il molo 56, vicino alla stazione marittima. L’arrivo della nave coincide con la fine della Settimana velica internazionale, quindi il porto sarà meno affollato rispetto a questi giorni. Per 35 migranti – in base alle prime informazioni raccolte – la Regione offrirà sì il suo tradizionale supporto, ma non sarà necessario mobilitare la colonna mobile della protezione civile. Servirà un’area coperta per consentire agli agenti dell’ufficio immigrazione della questura, diretti dal vicequestore aggiunto Claudio Cappelli, di identificare i migranti e far firmare loro i moduli di richiedenti asilo, naturalmente se queste saranno le loro intenzioni. Ed è quindi stata identificata la stazione marittima, teatro di un primo sopralluogo nella mattinata del Primo maggio.

L’accoglienza

Il prefetto Paolo D’Attilio, d’intesa con il ministero dell’Interno, dovrà poi decidere come ripartire i migranti. I minori, 11, potrebbero rimanere nella nostra provincia. Gli altri 24 essere collocati altrove, ma è prematuro al momento stabilire dove, anche perché dalla nave per il momento le autorità non hanno neanche saputo nel dettaglio le condizioni sanitarie degli ospiti. Per martedì 2 maggio è convocata una riunione durante la quale verranno definiti i dettagli. L’accoglienza dello scorso dicembre, coordinata dalla Regione e dalla prefettura, resta comunque il modello di riferimento, visto che ha funzionato benissimo. Ottimo il lavoro svolto dalle associazioni del terzo settore (Svs, Misericordie, Croce rossa e altre realtà), con la protezione civile comunale diretta dall’ingegner Lorenzo Lazzerini e gli agenti dell’ufficio immigrazione, guidati dal vicequestore aggiunto Claudio Cappelli, che in poche ore e senza che si sia verificato alcun problema hanno identificato le 250 persone sbarcate per la prima volta in Europa. Servirà un’area coperta, quindi una struttura vera e propria, vicino al luogo di sbarco: è per questo che la banchina vicino allo Yacht club al momento viene scartata.

«Pronti ad accogliere»

Il sindaco Luca Salvetti si dice «pronto ad accogliere». «Daremo il massimo impegno, ma nello stesso tempo esprimiamo perplessità e ci fa riflettere quello che dice il medico di bordo, ovvero che la nave di Emergency impiegherà quattro giorni e quasi 670 miglia nautiche di distanza dal luogo in cui è avvenuto il salvataggio per arrivare a Livorno».

«Il soccorso in mare

Emergency spiega che le persone salvate «erano senza acqua né cibo da quasi quattro giorni» e si trovavano «in acque internazionali». Arrivano dalla Palestina, dalla Siria e dal Bangladesh, «Paesi colpiti da violenze – proseguono dall’associazione – crisi umanitarie e insicurezza alimentare. Tra loro anche un minore non accompagnato. Il porto che ci è stato assegnato è a quattro giorni e quasi 670 miglia nautiche dal luogo in cui è avvenuto il salvataggio. Poco prima, altri naufraghi, sono stati soccorsi da una nave commerciale. Stanno per essere riportati in Libia, in violazione a qualsiasi norma internazionale». Il salvataggio c’è stato sabato scorso: «La “Life Support” – concludono da Emergency – aveva ricevuto la prima segnalazione di una barca in difficoltà alle 13.05 di venerdì 28. Prima di attivare il “rescue team”, il comandante della nave ha informato le autorità competenti». l

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