«Se mi lasci ammazzo te e i tuoi». Livorno, arrestato cameriere di 30 anni
L’ex fidanzato l’avrebbe anche picchiata, minacciando di buttarla dalla scogliera. Ora può uscire di casa solo per andare al lavoro: la procura ha chiesto il processo
LIVORNO. L’avrebbe molestata e picchiata. Minacciando perfino di ucciderla, buttandola in mare dalla scogliera. È una storia inquietante quella emersa dalla denuncia di una ventenne che accusa l’ex compagno, un trentenne che nel frattempo è stato arrestato per aver violato il divieto di avvicinamento nei suoi confronti, di averla aggredita anche con dei pugni in faccia. In un caso, addirittura, la giovane sarebbe stata portata in macchina su una strada litoranea e minacciata di essere «gettata dagli scogli se non avesse chiesto scusa». «Se mi lasci ammazzo te e la tua famiglia – le parole che avrebbe pronunciato l’allora fidanzato – Non ti faccio fare vita, ti uccido».
Le accuse
È con le accuse di atti persecutori e lesioni aggravate che la pm Ezia Mancusi ha chiesto il rinvio a giudizio per un trentenne. I fatti contestati – stando alla ricostruzione della vittima, assistita dall’avvocata Cristina Cerrai – sarebbero accaduti nel Livornese fra il giugno e l’agosto scorso, fino a quanto la ventenne non ha trovato il coraggio di dire basta. Dopo la richiesta della procura è stata fissata l’udienza preliminare davanti al gup Antonio Del Forno, che si terrà fra qualche mese. L’uomo, fra l’altro, è indagato anche per il reato di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, dato che il tribunale aveva appunto disposto la misura cautelare che lui avrebbe violato, andando sotto casa dell’ex convivente in provincia di Livorno.
Le violenze
Il trentenne, in un’occasione, avrebbe perfino cercato di fermare la compagna che voleva scendere dalla sua auto, afferrandola per i capelli. La donna, dopo l’aggressione, è finita al pronto soccorso ed è stata poi dimessa con lesioni risultate guaribili in tre giorni. Sotto choc, nonostante le minacce subite, ha poi trovato la forza di lasciarlo. Innumerevoli, secondo l’accusa, gli atti persecutori di cui sarebbe stata vittima, motivo per il quale l’uomo è anche indagato per stalking: violenze fisiche e psicologiche che avrebbero provocato in lei uno stato d’ansia perenne, ai quali si sarebbero aggiunti i frequenti passaggi del trentenne sotto casa della giovane, con messaggi sul telefonino per metterla al corrente della sua presenza, oltre a contatti via social non solo col suo profilo, ma anche con account terzi a lui non riconducibili.
L’arresto
Violenze che per fortuna si sono fermate: dopo la violazione del divieto di avvicinamento, infatti, poco più di due mesi fa il trentenne è stato arrestato e portato in carcere. Ora, per lui, è stata disposta una misura cautelare meno invasiva della libertà: l’obbligo di dimora nel suo comune, fuori dalla Toscana, con l’obbligo di rimanere in casa e il permesso di uscire solo per andare al lavoro. Il provvedimento era stato disposto dal giudice grazie anche alla querela che la giovane aveva presentato attraverso la sua legale, Cristina Cerrai. La fine di un periodo di inferno, per la donna, che ora vuole solamente superare gli incubi vissuti l’estate scorsa da quella relazione sentimentale nefasta dalla quale, finalmente, è riuscita a uscire.