Il Tirreno

Livorno

Lo sbarco

Navi ong a Livorno, test a bordo e gazebo al porto: così gestiremo gli sbarchi

di Claudia Guarino
Navi ong a Livorno, test a bordo e gazebo al porto: così gestiremo gli sbarchi

Arrivano le imbarcazioni con i profughi. Ecco il piano per l’accoglienza

18 dicembre 2022
4 MINUTI DI LETTURA





Livorno Il tempo è poco. Quarantott’ore. Sessanta, al massimo. E bisogna organizzare l’accoglienza. Perché se è vero che tra chi è a bordo delle navi solo in pochissimi – forse – rimarranno a Livorno, è anche vero che, salvo sterzate dell’ultimo minuto, decine di profughi soccorsi al largo di Lampedusa toccheranno terra proprio qui, nel nostro porto. Quindi bisogna organizzare tutto. Tamponi, screening sanitario, identificazione. Prevedere la possibilità che servano abiti, coperte, cibo. L’idea al momento sembra essere quella di allestire delle tensostrutture nella zona dello scalo. Forse direttamente in banchina o magari in un’area più circoscritta. «Vediamo – spiega il prefetto Paolo D’Attilio – . Ci stiamo lavorando». Ecco, dunque, come Livorno si sta preparando ad accogliere i naufraghi alle cui navi Roma ha assegnato Livorno come porto sicuro in cui sbarcare.

Le navi

Punto primo. Quante persone ci dobbiamo aspettare? Probabilmente una settantina. Forse il doppio. Ma la situazione è costantemente in divenire. Si sa che la nave Life Support (con a bordo 70 persone) dovrebbe arrivare a Livorno. L’ha comunicato la stessa Emergency, che gestisce l’imbarcazione. «Alle 8.48 (di ieri, ndr) – ha scritto l’associazione in una nota – abbiamo chiesto un porto sicuro in cui sbarcare. Ci è stato assegnato Livorno alle 10.59».

Poi c’è la Sea eye 4, nave battente bandiera tedesca, che ha a bordo 63 persone, che alle autorità livornesi è stata comunicata come in arrivo a Livorno (ieri sera si trovava a sud di Malta) , ma che potrebbe anche tentare di farsi deviare su uno scalo a lei più vicino. In base alle coordinate di ieri, comunque, le navi dovrebbero impiegare un paio di giorni di navigazione per arrivare in porto. Quindi potrebbero giungere qui tra domani e mercoledì.

L’accoglienza

Livorno, in attesa che la situazione si delinei, si sta comunque predisponendo per gestire gli sbarchi. Ecco come. Ci sarà innanzitutto un primo controllo sanitario sulla nave, che sarà gestito dall’ufficio di sanità marittima. I naufraghi saranno tra le altre cose sottoposti a tampone e, se tutto andrà per il verso giusto, saranno fatti scendere a terra.

Una volta in porto ci saranno ulteriori visite mediche e tutte una serie di procedure di cui si occuperà, in questo caso, l’ufficio immigrazione della questura. Si tratta di interviste per capire la storia dei naufraghi, registrazione impronte digitali, fotografie e, chiaramente, identificazione. Tutto ciò potrebbe svolgersi direttamente sulle banchine, probabilmente attraverso l’allestimento di tensostrutture o comunque di percorsi dedicati. Ancora, però, non è chiaro dove esattamente attraccheranno le navi. Dunque sull’individuazione del punto del porto che sarà allestito per l’accoglienza le autorità stanno ancora lavorando. Sicuramente ci saranno anche dei luoghi per il ristoro, con cibo e abiti, e dovrebbero essere gestiti dalle associazioni del territorio. La Croce Rossa di Livorno, per esempio, ha già ricevuto un pre allerta dalla sua sala operativa regionale ed è ragionevole pensare che saranno coinvolte anche, per esempio, Svs e Misericordie del territorio.

Lo smistamento

Di gestire tutta questa macchina organizzativa si occupa in primo luogo il prefetto, che in queste ore si sta coordinando con l’ammiraglio Gaetano Angora, capo della direzione marittima toscana, e che lavora in sinergia con questura, Comune e Asl. Ma una volta conclusi tutti questi accertamenti che cosa succede? Saranno allestiti dormitori al porto? «Assolutamente no – spiega il prefetto – . Crediamo di riuscire a fare tutto in giornata, in modo tale da procedere con la redistribuzione delle persone in base alle indicazioni del ministero». I migranti, cioè, saranno portati nei centri di prima accoglienza (prima di tutto in Toscana) sulla base di percentuali assegnate alle varie province. Da noi, per esempio, c’è un centro a Piombino e ce n’è uno a Livorno. Ora, però, bisogna capire quanti, quando e chi arriverà. E in attesa sta anche il Comune, che seguirà tutte le operazioni di arrivo e accoglienza. «Se hanno deciso che è giusto venire a Livorno noi ci attrezziamo in base a quello che ci dice il governo – afferma il sindaco Luca Salvetti –. ll nostro porto è aperto, sicuro e pronto ad accogliere gli altri».l

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Primo piano
I nomi e le storie di un dramma sociale

Altro che Primo Maggio, in Toscana non c’è da festeggiare: di lavoro si muore e le vittime diventano solo freddi numeri

di Martina Trivigno