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“Lo giuro”, i fucilieri e l’Inno di Mameli. Saranno i nostri ufficiali

di Elisabetta Arrighi
“Lo giuro”, i fucilieri e l’Inno di Mameli. Saranno i nostri ufficiali

Accademia: la formula sul piazzale del contrammiraglio Di Renzo, il saluto dei due Capi di Stato Maggiore

04 dicembre 2022
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LIVORNO. Cielo grigio, ma niente pioggia almeno in mattinata. Così in Accademia Navale è stato scongiurato il rischio di una cerimonia al chiuso. Icadetti, 186 in tutto fra corsi normali (132 allievi), ferma prefissata (44) e piloti di complemento (10), hanno quindi giurato in piazzale, davanti al Brigantino interrato e al mare di S. Jacopo dominato dal profilo geometrico e tecnologico della nave militare grigia “Duilio”. Alle 11 e 18 minuti è risuonato il “lo giuro” corale in risposta alla formula pronunciata dal contrammiraglio Lorenzano Di Renzo, corso Arditi 1989-1993, da appena una decina di giorni al comando dell’Accademia. Poi le salve dei fucilieri della Brigata San Marco, l’Inno di Mameli cantato all’unisono, gli applausi dei familiari sulle tribune.

Un giuramento di Santa Barbara sul quale sono arrivati echi di guerra da un angolo del continente europeo. Echi lontani è vero, ma comunque presenti ogni giorno nei notiziari e nelle nostre vite.

All’evento hanno presenziato il sottosegretario Matteo Perego di Cremnago, il Capo di Stato Maggiore della Difesa ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone (già comandante a S. Jacopo) e il Capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio di squadra Enrico Credendino. Ma il primo intervento è stato del contrammiraglio Di Renzo. Ha ricordato i caduti di tutte le epoche, ha salutato le autorità, gli allievi e le loro famiglie, alle quali ha rivolto un pensiero particolare: “È in seno all’amorevole e paziente cura delle famiglie che si forgiano i principi ed i valori necessari ad affrontare le sfide di una vita consacrata al servizio del prossimo. È proprio su quella architettura iniziale che si innesta il lavoro di questo glorioso istituto, che ne irrobustisce gli elementi portanti e ne completa la struttura”. Una “nobilissima scelta di vita, fondata sull’onore”, in cui si sintetizzano valori e virtù militari come coraggio, lealtà, tenacia, rettitudine, fermezza morale e spirito di servizio. «Una vita consacrata alla Patria, che d’ora innanzi - ha aggiunto Di Renzo - richiamerete quotidianamente quando al tramonto, recitando la nostra preghiera, rivolgerete un pensiero ‘alle nostre case lontante, alle care genti'. La Patria è questo: è fatta dei luoghi e delle persone che custodiamo nel nostro cuore, ovunque esse siano».

Il Capo di Stato Maggiore della Marina Enrico Credendino è partito dagli allievi, dal legame fra Accademia e Livorno, dai lavori di ammodernamento in corso nell’istituto (anche per rilanciare la “marittimità” della città), per arrivare alla formazione perché “il futuro è di chi investe su di essa”. Ha quindi aperto brevi focus sulle eccellenze della Marina, dalle nuove navi alle tecnologie, e non è mancato un cenno alla prossima lunghissima campagna della nave scuola “Vespucci” che a partire dall’estate del 2023 - navigando verso ovest - sarà impegnata per 22 mesi nel giro del mondo.

Anche il Capo di Stato Maggiore della Difesa Cavo Dragone ha ribadito quanto le famiglie siano “le principali artefici di chi oggi è qui schierato”, ha indicato il duro lavoro che attende i futuri ufficiali in un’Accademia che offre il meglio sotto il profilo formativo. Ha poi aggiunto che il mare, oggi, è un elemento fondamentale nell’ambito degli interessi del nostro Paese ed ha accennato a quanto sta accadendo nell’area sud-orientale, un “evento di aggressione che la comunità internazionale non può accettare”.


 

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