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Livorno

Scuola: la storia

Torna la maestra, festa a Capraia: «Che bello l’abbraccio dei miei bambini»

di Federico Lazzotti
Torna la maestra, festa a Capraia: «Che bello l’abbraccio dei miei bambini»

Dopo un anno di insegnamento a Livorno per Roberta Benelli ecco il posto di supplente all’infanzia nonostante la beffa iniziale dell'algoritmo: «Non mi aspettavo questa accoglienza, volevo ballare da quanto ero felice»

03 ottobre 2022
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Capraia Isola Quando la nave stava per attraccare al porto di Capraia, il cellulare di Roberta Benelli, 55 anni, professione supplente, è squillato. «Era mia nipote che era sull’isola – racconta – all’inizio mi sono domandata che cosa volesse: ero a bordo, stavo per arrivare...Mi ha chiesto di fermarmi con la macchina appena fossi arrivata. Le ho detto: “Va bene”. E ho attaccato». Era l’inizio della più bella sorpresa che Roberta potesse immaginare per il suo ritorno a casa: nominata insegnante della scuola d’infanzia intitolata a Carolina Nolli per l’anno scolastico 2022-2023.

Così quando il portellone ha toccato il molo e la maestra è scesa, è scoppiata la festa per il suo ritorno, ovviamente filmata dalla nipote con il cellulare. Tutti i bambini di Capraia erano lungo il molo, insieme ai genitori, con in mano cartelli colorati di benvenuto. Anzi di bentornata, dopo un anno trascorso all’asilo la Tartaruga di Livorno.

L’emozione di Roberta nel vedere i suoi bimbi saltare e abbracciarla dopo un anno di lontananza è stata documentata anche dalle foto di Fabio Guidi, amministratore della pagina Facebook Visit Capraia. Negli occhi della maestra si legge l’emozione che sfiora le lacrime. «Non me l’aspettavo – ammette – è stata una gioia infinita, mi sarei messa a ballare dalla contentezza. Questa è casa mia. È la mia storia e quella della mia famiglia. Per il dolore che ho vissuto (Roberta è la sorella di Alessandro, il vigile urbano precipitato 22 anni fa con l’elicottero insieme a sette carabinieri ndr) dovrei avere del rancore. Insomma non dovrei amare quest’isola così tanto. E invece eccomi qua, attaccata alle mie radici, ai miei dolori e strafelice di questo incarico. Ancora più convinta che i legami umani facciano la differenza. Potessi esprimere un desiderio vorrei firmare per i prossimi tre anni. Ma ovviamente è un sogno. Intanto mi godo questo momento».

Anche perché l’incarico, come successo lo scorso anno, stava per sfumare anche stavolta. Colpa dell’algoritmo che assegna le supplenze e a Roberta, come a tante colleghe e colleghi, stava per fare un brutto scherzo. Infatti, nonostante l’ottantesimo posto in prima fascia il “cervellone” ha scartato il suo nome dopo che una collega aveva rinunciato all’incarico. Ricominciando a chiamare dopo il suo nome. Ecco perché la maestra capraiese, prima di avere la nomina, ha dovuto aspettare che tutta la graduatoria di prima e seconda fascia scorresse e nessuno dei colleghi accettasse il posto sull’isola. «Nessuna polemica – taglia corto – però è una stranezza quello che è capitato lo scorso anno: io capraiese a insegnare a Livorno e una collega di Livorno nominata qui a Capraia».

Inghippi del sistema a parte, per maestra Roberta l’avventura alla scuola d’infanzia è già iniziata: «Gli iscritti sono sei – racconta – è una classe unica che comprende bambini tra i tre e i cinque anni. Si tratta di un punto di aggregazione importante per tutta l’isola. Insegnare in un posto come questo ha molti lati positivi e qualcuno negativo. Quali? Un limite puo’ essere il confronto, ma d’estate viene compensato dall’afflusso di turisti. Il bello, invece, è il rapporto con diretto con l’alunno. Hai la possibilità di sviluppare tutti gli argomenti, vedere e vivere la natura, esperienze che in città non si possono fare o comunque si possono fare meno. E poi non crediate che questo sia un modo chiuso. Tutta la scuola è informatizzata quindi si possono fare tante attività durante l’anno».

Felice del ritorno dell’amica e collega, Stefania Benedetti, referente della scuola capraiese: «Siamo tutti felici del suo ritorno. Era assurdo che una persona di Capraia andasse a finire a Livorno e viceversa. Giusto privilegiare la territorialità. Inoltre avere una persona del luogo significa non avere il problema dell’affitto e l’ansia di sapere se la nave parte o no». l


 

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