Il Tirreno

Livorno

Telefonate moleste

Chiamate commerciali con insulti: niente stop al telemarketing selvaggio

Ilaria Bonuccelli
Chiamate commerciali con insulti: niente stop al telemarketing selvaggio

Il ministero dello Sviluppo economico non approva il regolamento che attua la legge-scudo. «È fermo all’ufficio legislativo». E così 100 milioni di utenze non si possono difendere dai call center

22 ottobre 2018
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LIVORNO. «Hanno ricominciato a chiamare. E sono pure scortesi». Il numero, questa volta, è di Roma: 06 92935340, segnala Giovanni Marchi dalla Toscana. Negli ultimi giorni, contro questo numero sono piovute segnalazioni da tutta Italia: telemarketing aggressivo. Con insulti. Non ascolti la proposta? E allora vai al diavolo. La società tenta di piazzare una moneta virtuale, ma il prodotto potrebbe essere qualunque. Il punto non è questo. È che le telefonate commerciali indesiderate in Italia sono proibite. Per legge. Da quasi un anno. Però continuano. Perché il ministero dello Sviluppo Economico non approva il regolamento che dà gambe alla legge, consentendo a tutti i numeri (compresi 100 milioni di cellulari) di iscriversi al Registro delle Opposizioni.

Solo gli utenti che iscrivono le proprie utenze telefoniche a questo registro, infatti, possono bloccare le chiamate commerciali. Ma fino a quando non viene approvato il regolamento che apre il Registro delle Opposizioni anche a cellulari e numeri riservati, la legge resta (di fatto) al palo. Il Tirreno - che ha condotto la campagna per arrivare alla legge contro il telemarketing selvaggio - ha provato a capire perché il ministero non approvi il regolamento. La risposta è: «L’atto è fermo all’ufficio legislativo». In altre parole, non è pronto. Perché? Nessuna spiegazione ufficiale.

Neanche al Garante della Privacy che mette sotto accusa l’indifferenza per i diritti dei cittadini a non essere molestati. Antonello Soro, presidente dell’Autorità Garante, dice: «Considero il ritardo nell’approvazione delle norme di attuazione particolarmente grave perché fa mancare importanti tutele per la riservatezza degli utenti». Anche perché il ritardo è, ormai, di 6 mesi: il regolamento (per legge) doveva essere pronto a maggio. Invece ancora non c’è neppure una scadenza per l’approvazione. Eppure la legge, in Senato, in via definitiva è stata votata il 22 dicembre 2017.La burocrazia, poi, ha fatto il resto. Il testo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 3 febbraio 2018. La legge è diventata efficace il giorno successivo, dando 90 giorni al ministero per produrre il regolamento. Che non ha mai visto la luce.

La prima scusa è stata: il cambio di governo. Poi c’è stata la questione delle deleghe ai ministri. Quella alle Comunicazioni - l’ha tenuta il vicepremier Luigi Di Maio, l’uomo del cambiamento e del governo del popolo. Non dei consumatori, sembra. In realtà - fanno trapelare da Roma - il regolamento sul telemarketing sarebbe bloccato per farlo uscire insieme o subito dopo il regolamento di attuazione di contro il marketing aggressivo postale.

In parole povere, continuiamo a ricevere telefonate moleste, perché ancora non è pronto il regolamento contro la posta commerciale indesiderata. Su questa materia la legge, però, c’è addirittura dall’estate scorsa: una norma inserita del Decreto Concorrenza. Poi il governo Gentiloni a marzo ha pure approvato una bozza di regolamento per evitare che volantini e lettere commerciali indesiderate, intasassero le cassette postali con utilizzo non autorizzato dei nostri indirizzi . Ma poi anche questo regolamento è evaporato.

Così c’è un intasamento di regolamenti che blocca le norme anti-molestie telefoniche; anti-molestie postali. Con il ministero dello Sviluppo economico che ritiene di non dover rispondere di nulla perché i termini (fissati nelle leggi) per approvare i regolamenti non sono “perentori”, non sono obbligatori, ma solo indicativi. I diritti, ribaditi pure per legge, delle persone non lo sarebbero. 

 

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