Il Risorgimento in scena alla Terrazza con il gran ballo

Roberto Riu
Il ballo risorgimentale fra due ali di folla alla Terrazza (Salvini Pentafoto)
Il ballo risorgimentale fra due ali di folla alla Terrazza (Salvini Pentafoto)

Sul lungomare l'atto finale delle celebrazioni per ricordare la difesa di Livorno del maggio 1849 contro l'esercito austriaco: il gran ballo nel segno del Risorgimento

17 maggio 2015
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LIVORNO. Con lo spettacolare gran ballo risorgimentale alla Terrazza Mascagni si sono concluse sabato pomeriggio le celebrazioni per ricordare la difesa di Livorno del 10-11 maggio 1849 che vide i popolani labronici tentare di opporsi alle soverchianti truppe austriache venute a ripristinare con la forza la dominazione lorenese che resterà poi al potere in Toscana per altri dieci anni, praticamente sino alle soglie dell'Unità d'Italia: celebrazioni organizzate come sempre dal Comitato livornese per la promozione dei valori risorgimentali coinvolgendo centinaia di studenti delle scuole ogni ordine e grado di Livorno e provincia.

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Protagonista del Gran ballo risorgimentale è stata ancora una volta la Società di danza Circolo Livornese che con i suoi tanti esponenti in abiti ottocenteschi, fra severe redingote nere e leggiadre crinoline, si sono esibiti in valzer, mazurke e quadriglie su musiche di Strauss, di Schubert e di altri autori dell'epoca intrecciando eleganti e complicate figure seguite con grande ammirazione dal numeroso pubblico presente, ma che pure dall'alto, immaginando per un momento lo scenario, dovevano costituire un colpo d'occhio di straordinaria spettacolarità. Partecipavano alle danze anche alcuni studenti del Liceo scientifico Cecioni.

Il Gran Ballo era stato preceduto da una serie di canti di quel periodo storico (compreso l'Inno d'Italia) eseguiti dalla corale Diapason diretta da Giorgio Gianetti con la base musicale offerta dalla consolle predisposta dalla Seconda brigata Mobile dei Carabinieri. Le voci recitanti di Marianna Pace e Vittorio Gregori hanno poi dato lettura della “Ballata di Enrico Bartelloni”, composta dallo stesso Gregori e dedicata ad una delle figure più rappresentative della difesa di Livorno di cui fu strenuo propugnatore: di mestiere bottaio, Enrico Bartelloni era soprannominato “il gatto” per la sua agilità. Dopo lo sfondamento delle difese e l'invasione della città venne catturato dagli Austriaci e quindi fucilato il 14 maggio 1849 dopo un processo sommario davanti alla Commissione militare occupante.

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