Livorno

Comune: Alfea non aveva un piano finanziario

Comune: Alfea non aveva un piano finanziario

Ippodromo, botta e risposta tra Palazzo Civico e la società (che farà causa) L’amministrazione Cosimi: «Non dipendeva da noi l’accordo con i lavoratori»

30 maggio 2014
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LIVORNO. Si infiammando i toni tra Alfea e il Comune di Livorno, dopo che la società pisana ha annunciato una causa milionaria e un ricorso al Tar contro il nuovo bando per la gestione dell’ippodromo Caprilli.

«Prendiamo atto – scrivono dal Comune – della decisione di Alfea Spa di ricorrere al Tar per tentare di bloccare la manifestazione di interesse pubblicata dal Comune a seguito della decadenza di Alfea dall'aggiudicazione provvisoria. In quella sede, non mancheremo di illustrare tutte le vicende e le motivazioni che hanno reso inevitabile la decadenza di Alfea dall'aggiudicazione provvisoria del Caprilli, vicende significative che Bracci Torsi (il presidente, ndr) omette di richiamare, e che dimostrano come il Comune abbia fatto tutto il possibile per arrivare alla stipula della convenzione e garantire non solo l'occupazione di una parte dei lavoratori della Labronica in liquidazione, ma anche l’attività ippica».

«La volontà dell'amministrazione – replicano da Palazzo Civico – di dare attuazione all'accordo raggiunto con Alfea è attestato non da non meglio definite "telefonate giornaliere", bensì dalla numerosa corrispondenza intercorsa e dai numerosi incontri avuti. Tali documenti attestano come entrambe le parti, ed entrambe con spirito di collaborazione e correttezza, abbiano in questi anni e sino al mese scorso tentato di risolvere i problemi insorti successivamente all'aggiudicazione provvisoria». «Problemi – sostengono dal Palazzo – che non sono mai stati imputabili al Comune, ma in relazione ai quali il Comune si è sempre dichiarato disponibile a collaborare per l'individuazione della soluzione». I vertici tirano fuori la guerra con i lavoratori: «Non è certo imputabile al Comune – dicono –la mancata sottoscrizione di un nuovo accordo sindacale richiesto da Alfea finalizzato a ottenere la rinuncia dei lavoratori a far valere ogni diritto nei confronti di Alfea alla prosecuzione del rapporto e/o al mantenimento del trattamento economico e giuridico di cui godevano alle dipendenze di Labronica ed è risibile che Alfea imputi a Labronica la responsabilità di aver fatto "decadere" il precedente accordo sindacale per avere essa gestito le corse nel 2013». «Ricorderemo nelle sedi opportune - si accendono i toni – che Alfea si rifiutò nel 2013 di sottoscrivere la convenzione (e dunque di gestire le corse) in assenza di un ulteriore atto sindacale, al quale i lavoratori si erano dichiarati indisponibili».

«Nello scorso aprile – vanno avanti dal Comune – le organizzazioni sindacali e le Rsu dei dipendenti della Laboronica hanno formalmente trasmesso all'amministrazione copia dell'accordo sindacale sottoscritto da Alfea per il ricorso ai contratti di solidarietà anche per l'anno 2014, in cui Alfea attestava di versare in situazione di crisi economico finanziaria». A seguito di ciò, si legge, il Comune avrebbe «richiesto chiarimenti ad Alfea circa la sostenibilità, per la società, degli impegni assunti in sede di offerta: garanzia non solo dei livelli occupazionali, ma anche della valorizzazione della struttura che il Comune si apprestava ad affidare per 30 anni. Ciò, attraverso la presentazione di un piano economico finanziario».

Ma oggi l’amministrazione Cosimi dice che «alla richiesta di chiarimenti, Alfea si è limitata a rispondere che non riteneva doveroso fornire alcun elemento di conoscenza, non avendo l'amministrazione in precedenza avanzato tale richiesta. Ma perché, anziché rispondere così, Alfea non ha illustrato il piano in forza del quale si proponeva di "fare di Pisa e Livorno il terzo polo del galoppo italiano", come dichiarato da Bracci Torsi ?». Ultima stoccata: «Si rileva che le condizioni dell'impianto non fossero note al momento in cui Alfea è stata formalmente invitata dal Comune ad inviare la documentazione necessaria per la stipula della convenzione e alla sottoscrizione della stessa, erano uguali a quelle in cui, lo scorso anno e nell'identico periodo, versava la struttura e che ciò non ha affatto impedito che nel 2013 la commissione inviata dal Ministero per verificare l'idoneità dell'impianto la certificasse, consentendo lo svolgimento delle corse».

«Di difficile comprensione – controbattono infine – risultano le dichiarazioni del signor D'Alesio sulla manifestazione di interesse. Il Comune ha deciso di esperire un tentativo di affidare temporaneamente (e cioè per un periodo compreso tra 2 e 4 anni) la struttura per garantire la prosecuzione dell'attività ippica, l'occupazione degli ex Labronica, ancora privi di concrete prospettive occupazionali, gli introiti per la Labronica derivanti dal Ministero, che presuppongono lo svolgimento delle corse per la stagione 2013. Per garantire, infine che la prossima amministrazione possa, in condizioni non emergenziali, valutare adeguatamente le prospettive di una concessione di più lunga durata, e pubblicare il relativo bando. Quali ragioni di opportunità dovrebbero precludere questa iniziativa? Sulle asserite "criticità" della manifestazione di interesse, il Comune ha formalmente fornito i chiarimenti richiesti da D'Alesio con una nota di risposta pubblicata sul sito del Comune, a beneficio non solo del richiedente ma anche di tutti gli interessati a partecipare».

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