«Volevo un elicottero, era l’unico sistema per tornare a bordo»
Concordia, il comandante replica alle accuse dei vertici Costa: «Nessuna combine, volevo solo sapere cosa dire alla stampa»
GROSSETO. «Io con l'elicottero ci sarei anche tornato a bordo, se me l'avessero messo a disposizione. Io glielo dissi a Ferrarini: "Per favore, spiega alla Capitaneria che per andare a bordo ci vuole un elicottero!"».
Francesco Schettino parla con Il Tirreno dopo le due udienze in cui è stato messo sotto accusa, soprattutto dall'ex responsabile della comunicazione della crisi per Costa, Roberto Ferrarini, che ha imputato al comandante la ricerca di una "combine" sulla versione da dare alla capitaneria sull'affondamento della Concordia («voleva dire che il blackout aveva generato la collisione e invece era andata al contrario» ha specificato l’odierno vicepresidente per le attività portuali e turistiche della compagnia). E Ferrarini, riferendo un colloquio con Schettino, ha spiegato in aula che questi era impossibilitato fisicamente e che sarebbe potuto risalire a bordo solamente dal cielo, facendosi magari calare con il verricello. Una battuta? «Dopo due anni si scopre che era la realtà».
Parla - e non lo ha fatto alla fine delle ultime udienze, quelle di lunedì e martedì - perché quanto ha sentito in aula non gli è andato giù. A cominciare dalla questione rimorchiatori. Ferrarini ha smentito di aver detto «che i rimorchiatori ci mangiano la nave» e a tale proposito, dice Schettino, aveva aggiunto di valutare bene i danni della nave. Il comandante vuole sottolineare che qualora non fosse stata compromessa la galleggiabilità con il quadro elettrico allagato, i rimorchiatori erano l’unico mezzo, dopo aver sbarcato passeggeri ed equipaggio non tecnico. «Ho avuto anche l’incarico di stipulare un contratto con i rimorchiatori, come riscontrabile dai tabulati telefonici e dal testimone Ortolano, che ha deposto in aula».
(Sul giornale in edicola l'intervista integrale)