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Livorno

L’operazione

In quattro mesi 19 furti, anche in chiesa: in carcere una donna livornese di 36 anni – Video


	Un fermo immagine di un colpo in un locale diffuso dai carabinieri dopo l'arresto
Un fermo immagine di un colpo in un locale diffuso dai carabinieri dopo l'arresto

Livorno: la trentaseienne avrebbe commesso in tutto 50 reati. I raid nelle auto, nei ristoranti, con le carte di credito rubate usate in modalità “contactless” e pure nel reparto di neuropsichiatria infantile. Il giudice: «Persona fuori controllo»

01 febbraio 2023
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LIVORNO. Avrebbe compiuto 50 reati in quattro mesi, 19 dei quali furti. Una livornese di 36 anni è stata portata in carcere per «essere ritenuta responsabile di furto aggravato, ricettazione e indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti», spiegano i carabinieri. Secondo il giudice la donna sarebbe «fuori controllo».

I reati

Cinquanta gli illeciti penali che – secondo la procura – l’avrebbero vista protagonista fra il 2 settembre del 2022 e il 5 gennaio del 2023, cinque dei quali con il concorso del compagno, attualmente in carcere, che «le avrebbero fruttato quasi 10.000 euro, spesi sia per il sostentamento che per il superfluo (ricariche per siti di gioco, lotterie e sigarette in grande quantità)». Le indagini sono state condotte dai militari della Compagnia dei carabinieri di Livorno per 37 reati, mentre per dieci gli elementi sono stati raccolti dalla Squadra mobile, due dalla polizia municipale e uno dalla guardia di finanza. «Seppur in uno stato del procedimento nel quale non è ancora intervenuto il contraddittorio, i carabinieri hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza su 19 furti, sei ricettazioni, nove indebiti utilizzi di strumenti di pagamento, nonché per due reati di porto di armi od oggetti atti ad offendere e due di possesso ingiustificato di chiavi alterate o di grimaldelli. Definita dal giudice «avvezza a commettere delitti contro il patrimonio», «del tutto fuori controllo» e che manifesta «spregiudicatezza ed assoluta mancanza di remore» è accusata di aver messo in atto diversi modus operandi, affinatisi con il tempo per massimizzare i profitti delle condotte illecite».

Colpi anche sulle auto

«A partire da settembre in due occasioni, la prima insieme al compagno – riepilogano i carabinieri – si sarebbe introdotta in un parcheggio, approfittando dei tempi di apertura e chiusura degli ingressi pedonali utilizzati dagli utenti e avrebbe infranto i vetri di due auto per impossessarsi di valigie e borse. Solo in un caso è riuscita nel suo intento, mentre in un’altra occasione il furto non è stato messo a segno solo perché la proprietaria del mezzo era a bordo. Dopo l’arresto del compagno, oltre a operare da sola, ha rivolto la sua attenzione a obiettivi più specifici e potenzialmente più remunerativi come gli esercizi commerciali (ristoranti, supermercati, negozi di abbigliamento o sanitari) e uffici, colpendo indiscriminatamente dipendenti e titolari».

Tre le sue specialità:

  1. Si fingeva cliente di negozi e ristoranti, con un pretesto riusciva a distrarre la vittima di turno, impadronendosi di portafogli e borse con documenti e carte di pagamento appoggiati nelle vicinanze o in locali adiacenti dove la trentaseienne andava appositamente;
  2. non vista, entrava all’interno dei luoghi di lavoro impossessandosi di bene od oggetti;
  3. sempre all’interno dei luoghi di lavoro forzava con violenza gli armadietti;

Nei ristoranti

«In alcuni ristoranti le è bastato fare un’ordinazione o far finta di prenotare un tavolo per distrarre la vittima di turno e appropriarsi del fondo cassa. Oltre ai momenti di maggiore affluenza non disdegnava quelli di chiusura o quelli di apertura di ristoranti e negozi: in un caso, approfittando della fase di allestimento per l’apertura di un ristorante del centro, si sarebbe appropriata di una borsa appoggiata su uno sgabello vicino all’ingresso con carte di pagamento e chiavi di casa; non doma, poco dopo si sarebbe introdotta nell’abitazione della vittima dove si sarebbe impossessata di un foglio sul quale erano riportati i codici pin delle carte. Sempre nello stesso giorno avrebbe effettuato due prelievi per 600 euro e ricariche e spese varie per altri 600». In ulteriori occasioni si sarebbe introdotta furtivamente «all’interno dei locali in uso al personale di un supermercato, non fermandosi di fronte ad armadietti chiusi o serrature che ha forzato, anche servendosi di chiavi alterate», spiegano i carabinieri. «Per esemplificare l’assoluta mancanza di remore della donna è possibile citare – proseguono i militari – il furto che le avrebbe consentito di appropriarsi della somma in contanti più ingente, quello avvenuto ai danni di una rivendita di beneficenza all’interno della parrocchia di San Jacopo in Acquaviva dove si sarebbe impossessata di 1.200 euro». Altro episodio quello che ha interessato «il reparto di neuropsichiatria infantile dell’ospedale dove la trentaseienne è entrata senza motivo e, approfittando di un momentaneo allontanamento dall’ambulatorio, si è appropriata del portafogli di una terapista (in quest’ultimo caso gli elementi probatori sono stati raccolti dalla Squadra mobile)».

Carte di credito

La donna è inoltre accusata di «aver indebitamente utilizzato le carte di pagamento delle sue vittime adottando in particolare due accortezze quando non aveva i codici pin: effettuare più transazioni sotto soglia in modalità “contactless” ed effettuarle nel più breve tempo possibile per evitare che i derubati potessero accorgersi del furto patito e bloccare le carte». La trentaseienne avrebbe inoltre usato carte che rubate che, secondo quanto riportato dal giudice per le indagini preliminari, potrebbero provenire da «persone facente parte delle frequentazioni dell’indagata». A ulteriore testimonianza della pericolosità sociale della donna, spiegano i militari, «oltre ai numerosi precedenti penali con condanne per reati contro il patrimonio, i carabinieri l’hanno sorpresa in due occasioni con un martelletto frangivetro, strumento verosimilmente utilizzato per commettere i furti ai danni di auto, denunciandola per porto di armi od oggetti atti ad offendere e possesso ingiustificato di chiavi alterate o di grimaldelli; tali episodi non sono ricompresi nella misura ma lumeggiano i tratti dell’arrestata».

Droga

Quando è stata rintracciata la donna è stata sorpresa pure con una dose di cocaina, per uso personale, pari a 0,1 grammi, venendo segnalata alla prefettura quale assuntrice di sostanze stupefacenti. Rinvenute inoltre una tessera sanitaria e una carta di pagamento risultate rubate e due bici del valore di circa 1.000 euro, sulla cui provenienza la donna non ha saputo fornire giustificazioni. Ora la trentaseienne si trova in carcere.

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