Neonata muore dopo il parto: la tragedia in uno scantinato
L’allarme è scattato intorno alle 17, quando i residenti di via Marmorata hanno notato la presenza della polizia davanti allo stabile in cui si trova il centro “Il Nido”
Tragedia a Roma, nel quartiere Testaccio. Una bambina è morta poco dopo la nascita in una struttura privata che promuoveva parti non ospedalieri e senza assistenza medica tradizionale. La vicenda, avvenuta nel pomeriggio di venerdì 12 settembre, è emersa solo in serata.
La scoperta e le prime indagini
L’allarme è scattato intorno alle 17, quando i residenti di via Marmorata hanno notato la presenza della polizia davanti allo stabile in cui si trova il centro “Il Nido”. Gli agenti hanno immediatamente avviato accertamenti: due ostetriche, tra cui la responsabile della struttura, sono state denunciate. Il locale, situato nei seminterrati di un condominio, è stato sequestrato e posto sotto sigilli.
Le testimonianze dal quartiere
A segnalare l’accaduto è stata una residente della zona, che ha raccontato all’attivista e scrittrice Francesca Bubba di aver spesso assistito a situazioni difficili. «Per anni ho sentito urla provenire dal seminterrato, coperto con tavole di legno per attutire i rumori», ha dichiarato la donna nella newsletter Materno, lotta di classe, riflessioni e azioni collettive. La testimone ha riferito di essere rimasta scossa anche questa volta: «Sentivo le urla della mamma, sono stravolta».
Una struttura già nota per le pratiche alternative
“Il Nido” non era nuovo alle polemiche. Già in passato la struttura era finita al centro di segnalazioni per il suo approccio critico verso la medicina ospedaliera. L’ex asilo, trasformato in centro per parti naturali, veniva indicato come luogo dove la medicalizzazione era descritta come un “male supremo” e dove si incoraggiava il rifiuto dell’anestesia epidurale. Secondo quanto riportato da un’ex collaboratrice, perfino strumenti comuni come il passeggino erano sconsigliati, sostituiti dalle fasce porta bebè, mentre l’allattamento esclusivo al seno veniva promosso fino ai sei anni di età.
I messaggi sui social e la filosofia del centro
Il profilo Instagram della struttura conferma l’impostazione ideologica: in uno dei video, un’operatrice invitava le future madri a non seguire corsi preparto tradizionali, ma a “credere soltanto in loro stesse”. Una filosofia che, secondo gli inquirenti, potrebbe aver inciso sull’approccio al parto praticato all’interno del centro.
Le indagini
La Procura ha aperto un fascicolo per chiarire le responsabilità della morte della neonata. L’obiettivo è ricostruire le circostanze esatte del parto e verificare se siano stati rispettati i protocolli di sicurezza. Nel frattempo, la comunità del quartiere resta sconvolta da una vicenda che ha riacceso il dibattito sui rischi legati a strutture private non collegate al sistema sanitario.